Una donna guiderà il Senegal

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Il primo ministro al governo da 17 mesi era stato «licenziato» poche ore prima dal presidente Macky Sall insieme a tutti i suoi ministri, tra cui il celebre cantante Youssou Ndour, responsabile del Turismo e in precedenza anche della Cultura. Nessuna spiegazione sui motivi di questa decisione da parte di Sall, in carica da poco più di un anno dopo aver battuto nel marzo 2012 Abdoulaye Wade che guidò il Senegal per ben 12 anni. Ma molti ritengono che la crisi economica e l’alta disoccupazione abbiano pesato sul licenziamento di Mbaye, nonostante la sua esperienza di banchiere e la fama di tecnocrate serio e rigoroso. «Il presidente mi ha fatto l’onore di propormi di guidare il nuovo esecutivo e io ho accettato con umiltà», si è limitata a dire Aminata Mimì Touré, che dopo un passato di attivista politica di sinistra ha conseguito un dottorato in economia a Parigi e ha lavorato anche negli Usa. Non è la prima volta che il grande Stato africano ha una premier: Mame Madior Boye occupò questa carica dal 2001 al 2002. E in Africa, negli ultimi anni, il dominio assoluto degli uomini sulla politica ha iniziato ad erodersi e altre donne sono arrivate a posizioni di leadership. In particolare Joyce Band e Ellen Johnson Sirleaf, presidenti rispettivamente del Malawi e della Liberia.


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