Dai «colpi selettivi» ai bombardieri strategici
WASHINGTON — Gli Usa allargano la lista dei bersagli in Siria e prevedono — come avevamo sottolineato nei giorni scorsi — l’uso dei bombardieri strategici. La Russia tiene il colpo e sposta altre navi davanti alle coste siriane parlando di «aiuti» al regime in caso di attacco. Politica interna e diplomazia imbrigliano Obama, però, la macchina militare procede. E sarebbe strano se fosse diverso.
Il Pentagono, ha rivelato il New York Times , ha ricevuto l’ordine di prepararsi a colpire ben oltre i 50 obiettivi designati in un primo momento. Per la Casa Bianca non si tratta solo di punire Assad per l’uso delle armi chimiche ma anche di «degradare» il suo apparato militare. A tal fine, oltre all’uso dei missili da crociera lanciati da navi e sottomarini al largo della Siria, gli strateghi hanno messo in conto il ricorso agli aerei. B-52 e B-2 che partono dalle loro basi negli Usa, B-1 schierati nel Golfo, velivoli francesi. Nel caso non fossero sufficienti ci sono caccia in Turchia, in Giordania (ma Amman potrebbe porre il veto in quanto contraria) e gli F-18 sulla Nimitz , in navigazione nel Mar Rosso.
La task force prenderà di mira le unità «chimiche», reparti missilistici, centri di comando e controllo, rete della difesa aerea. Ma particolare attenzione sarà dedicata alle piste dell’aviazione militare e ai velivoli, così come a quelle installazioni che le truppe siriane usano per bloccare l’avanzata degli insorti. Ben difese, munite di artiglieria, «coprono» le linee nemiche, interagiscono con caccia ed elicotteri, proteggono città chiave come Aleppo e Homs così come la strategica autostrada M5 (sull’asse Nord-Sud). Spesso le «brigate» di insorti si sono infrante su queste postazioni, subendo perdite a causa dei raid dell’aviazione. Gli oppositori hanno peraltro annunciato di essere pronti a sferrare un’offensiva in concomitanza con il blitz per sfruttare la breccia. Resterebbero fuori dalla «lista» gli impianti per la produzione delle armi chimiche per evitare effetti collaterali per la popolazione. Ma è possibile che siano messe fuori uso strutture di appoggio.
Un maggiore volume di fuoco è poi necessario per contrastare la «dispersione» delle unità attuata da Damasco. La campagna militare annunciata ha dato modo al regime di nascondere parte del materiale e dei mezzi, mimetizzandoli, inserendoli in centri abitati. Il Pentagono ha replicato: abbiamo seguito i movimenti. Però non c’è dubbio che un po’ di vantaggio è stato concesso all’avversario. Lo pensano in molti nei corridoi dei comandi, lo rivelano articoli affidati a ufficiali in pensione non proprio teneri con le mosse dell’amministrazione Obama, «amatoriale» e incompetente. L’ex generale Robert Scales ha sostenuto che la scelta della Casa Bianca «viola ogni principio di guerra, compreso l’elemento sorpresa», aggravata dalla mancanza «di un obiettivo chiaramente definito e ottenibile».
Dall’altra parte c’è il Cremlino, molto agguerrito e loquace nel rivelare mosse militari. Dopo il passaggio del Bosforo da parte di tre navi russe dirette verso le coste siriane, Mosca ha annunciato la partenza della nave da assalto anfibio Nikolai Filchenkov della Flotta del Mar Nero. Lasciata Sebastopoli, l’unità farà sosta a Novorossiisk dove prenderà a bordo «un carico speciale». Il comando ha a sua disposizione in Mediterraneo diverse unità da sbarco, una fregata, un cacciatorpediniere. Altre seguiranno. Mezzi per dimostrare la propria solidarietà ad Assad e intervenire in caso di necessità.
Guido Olimpio
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