«Br inaccettabili ma comprensibili» La frase sott’accusa che scatena la bufera

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Ma così è per il ministro Angelino Alfano (e adepti), che non ha perso un minuto prima di dichiarare: «Mi pare intollerabile che un candidato alla presidenza della Repubblica possa dire questo mentre i nostri poliziotti sono impegnati a difendere e proteggere il cantiere e i lavoratori delle ditte sono lì a rischiare la vita. Mi chiedo se non ci sia da temere il ritorno di cattivi maestri». Cos’è successo prima degli strali? Rodotà, ieri, è stato relatore a Torino al convegno promosso dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua «Ripubblicizzare si può, ripubblicizzare si deve». Nel suo intervento ha posto una questione di legalità costituzionale rispetto al referendum sull’acqua tuttora disatteso, sintetizzando una vicenda emblematica che testimonia come la distanza tra istituzioni e cittadini si allarghi sempre più, in antitesi a quella manifestazione di fiducia che nel 2011 portò al voto 27 milioni di italiani: «Viviamo in una democrazia per sottrazione».

Per rivendicare il diritto all’applicazione della Costituzione si è fatto promotore della manifestazione del 12 ottobre a Roma «La via maestra». L’argomento Tav è arrivato a margine, sollecitato dai cronisti, che gli hanno chiesto un’opinione sul documento delle nuove Br in cui due militanti dal carcere di Siano auspicano «uno scatto politico e organizzativo» del movimento valsusino (che ha rispedito al mittente l’invito). «Parole – secondo il giurista – deprecabili, ma comprensibili, e non devono contribuire a derubricare la realizzazione dell’opera a una mera questione di ordine pubblico». Rodotà ha suggerito, partendo anche dai dubbi francesi, di riaprire una riflessione politica più ampia sull’infrastruttura, a maggior ragione «in un momento di fibrillazione sociale molto forte, in cui non sarebbe giustificabile un impiego consistente di capitali in un’impresa che rischia di rimanere sospesa». Ma, apriti cielo, nemmeno il tempo di spiegare che il tritacarne è già partito con la sua aggettivazione a tinte forti. «Bestialità» per citare la dichiarazione di Osvaldo Napoli (Pdl) vicepresidente dell’Osservatorio sul Tav, che ha aggiunto:

«Pensare che 35 anni dopo l’assassinio di Moro un “cattivo maestro” poteva ritrovarsi a guidare il Paese è qualcosa di terribile che dovrebbe indurre tutti alla riflessione». O ancora il titolare del Viminale: «Gravissime e inquietanti, parole come pietre, mi auguro che Rodotà rettifichi». Al centro della polemica il termine «comprensibili», che – se decontestualizzato – è certo liberamente interpretabile. Cosa voleva dire il professore? «Sono stato frainteso – ha spiegato – ho detto che le parole delle Br sono inaccettabili e che da loro non ci si può aspettare altro. Sono prigionieri di una cultura che ha fatto danni enormi al paese, cosa ci aspettiamo mai che dicano?». Comprensibile, dunque, che pronuncino parole inaccettabili. «Ogni manifestazione di violenza h a da parte mia il più assoluto dissenso» ha ancora ribadito. «La mia storia è una storia di contrapposizione alle Br».

E, perciò, Rodotà si sarebbe aspettato parole «più prudenti» da parte di Alfano. «Trovo inaccettabile che venga strumentalizzata una dichiarazione che registrava un drammatico dato di realtà, trasformandola in una forma diretta o indiretta di giustificazione di quelle posizioni». Sarebbe bastato al ministro dell’Interno ascoltare l’intervento di Rodotà, al convegno di Torino, imperniato sul valore della legalità. Ieri, a Chiomonte, è arrivato il capo della polizia, Alessandro Pansa, che ha visitato il cantiere della Maddalena, insieme al procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, alla vigilia dello scavo della maxi talpa, che completerà il tunnel esplorativo. Gli inquirenti temono nuove violenze. Continuano, invece, le critiche all’invio di ulteriori militari in Valle: «È in atto una colossale provocazione di Stato» commenta Ezio Locatelli, segretario Prc Torino.


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