La difesa di Letta: piena fiducia «Nel governo c’è sintonia»

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TORONTO — «Saccomanni ha la mia piena fiducia, insieme, e d’intesa con il capo dello Stato, siamo impegnati a definire quella legge di stabilità che è fondamentale per impostare una politica economica necessaria al futuro del Paese».
Enrico Letta arriva in Canada, incontra il primo ministro Harper, l’influente comunità italiana, si informa, appena atterrato, del risultato delle elezioni tedesche, ma soprattutto tiene a far sapere che il ministro dell’Economia ha la più totale copertura politica da parte del presidente del Consiglio. In altri termini Saccomanni non è solo, e non sarà costretto a fare delle scelte che mettano a repentaglio i conti, la reputazione dell’esecutivo, l’equilibrio stesso dell’azione di governo.
È un messaggio diretto ai partiti, al Pd e al Pdl, che tirano per la giacca il ministro, in primo luogo sull’Iva, ma è anche una rassicurazione allo stesso Saccomanni. Il governo, rimarca Letta, si regge sulla fiducia della maggioranza, ma anche su una sintonia politica molto forte sia fra Palazzo Chigi e il ministero di via XX Settembre, sia fra il governo e il Colle. Tutto il resto sono polemiche di cui non c’è traccia nei resoconti recenti del Consiglio dei ministri: «Alfano e Letta sembrano appartenere non allo stesso partito, ma addirittura alla stessa corrente, quando si discute dei provvedimenti economici», taglia corto un ministro che ha il gusto dell’ironia.
Insomma le fibrillazioni appartengono al dibattito politico che si svolge lontano da Palazzo Chigi e Letta resta convinto che saranno le misure economiche inserite nella legge di Stabilità a depotenziare gli aut aut provenienti dai partiti. Misure necessarie per correggere la deviazione dai parametri del deficit, quello 0,1 in più rispetto alla soglia del 3%, e per trovare le coperture adatte ai provvedimenti in cantiere: tutti passaggi «cruciali per il futuro dell’Italia», che non possono non essere sottratti allo scontro continuo fra i due maggiori azionisti della maggioranza, Pd e Pdl: «L’ultima cosa di cui il Paese ha bisogno oggi è l’irresponsabilità di chi antepone le proprie sorti personali e di parte a quelle generali della comunità», è il commento di Letta, filtrato dal suo staff.
Quando il capo del governo atterra a Toronto in Italia sono ormai le dieci di sera: il dibattito sul ruolo di Saccomanni ha tenuto banco per tutto il giorno. Gli attacchi più duri sono quelli del Pdl, da Gasparri a Matteoli sino alla Santanchè: nel mirino un ministro che sarebbe privo di visione, insieme al suggerimento diretto a Letta, che assuma lui direttamente la responsabilità della politica economica.
Letta non risponde alle accuse dirette al ministro, non entra nel merito di un dibattito che spera venga superato con la prossima legge di Stabilità.
È la prima visita in Canada di un premier italiano da oltre dieci anni: l’ultimo, nel 2001, era stato Amato. Il capo del governo viene accolto dal governatore generale del Canada, David Johnston, e dal primo ministro, Stephen Harper. Insieme ad Harper Letta partecipa alla cena di benvenuto con circa un migliaio di persone, in rappresentanza di una comunità, quella italocanadese, che qui è sia molto numerosa che molto influente, anche elettoralmente. Un dettaglio che per Harper, con cui Letta ha costruito in questi mesi un rapporto abbastanza solido, non è indifferente. Proprio qui a Toronto c’è la più alta concentrazione di italiani all’estero.
Il presidente del Consiglio, rivolgendosi alla comunità di origine italiana, esprime «ammirazione e sincero orgoglio per i sacrifici fatti e per i traguardi raggiunti». Un riferimento particolare è diretto alla presenza in Canada di oltre 3.000 ricercatori italiani attivi nell’ambito della collaborazione scientifica e tecnologica tra i due Paesi, «i cui progetti hanno spesso importanti ricadute industriali e potenzialità di grande interesse in termini di crescita economia e relazione tra i due Paesi».
Marco Galluzzo


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