«La sicurezza? Passa per le comunicazioni via cavo L’unica garanzia rimane la bandiera europea»

by Sergio Segio | 26 Settembre 2013 6:40

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«Mi sembra che la partita sia già stata giocata. Ci si può illudere e sognare che non sia così, ma mi sembra che l’accordo sia già stato fatto».
Il governo non potrebbe intervenire?
«Telecom è un’azienda privata, sono gli azionisti che decidono. Certo, dispiace».
Ma esiste davvero un problema di sicurezza nazionale come denuncia il presidente Copasir, ricordando che la «rete telefonica è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate»?
«Sicuramente tutte le telecomunicazioni fanno parte del sistema di sicurezza nazionale. Ma c’è da dire anche che tutte le telecomunicazioni, eccettuate quelle via cavo, sono già intercettate da Echelon che è il sistema che fa capo alla Nsa, la National security statunitense, venuta alla ribalta con il caso Snowden».
Intende dire che opporsi sarebbe come «chiudere la stalla dopo la fuga dei buoi»?
«Ci sono già comunicazioni che passano attraverso gestori telefonici stranieri. Non c’è più l’Omnitel di De Benedetti».
E dunque?
«E dunque, certo, concordo sul fatto che malgrado la Spagna sia un Paese dell’Unione Europea, e malgrado nell’Unione Europea ci siano regole sulla privacy, non fa piacere vedersi sfuggire un colosso delle comunicazioni. Anche perché un tempo eravamo noi che facevamo acquisizioni. E purtroppo, anche questa è una prova del declino dell’Italia».
Dal punto di vista economico è chiaro a tutti. Ma dal punto di vista della sicurezza nazionale pensa che il governo dovrebbe mettere in campo contromisure?
«Ci sono comunicazioni via cavo difficilmente intercettabili. Tuttavia occorrerebbero sistemi di cifratura capaci di garantire una sicurezza maggiore».
C’è chi sospetta che dietro la difesa della rete più che l’allarme sicurezza ci sia il tentativo di scaricare su Cassa depositi e prestiti i costi di una rete obsoleta che richiederà investimenti.
«Io penso che i termini dell’accordo siano già stati trovati. Non credo si possa intervenire».
Dunque, il suo giudizio complessivo sull’operazione qual è?
«Non è certamente piacevole. Ma ritengo che sarebbe stato ancora più problematico dal punto di vista della sicurezza nazionale se invece che da un’azienda spagnola Telecom fosse stata acquistata da un’azienda russa o cinese».
Virginia Piccolillo

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