Obamacare, i repubblicani scatenati per far fallire la riforma sanitaria

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NEW YORK. L’hanno chiamata «la legge più pericolosa mai passata in questo paese», paragonata a un «disastro ferroviario», definita «distruttiva delle libertà quanto il Fugitive Slave Act del 1850», che autorizzava i padroni sudisti a rientrare in possesso degli schiavi scappati al Nord. Per incoraggiare i ragazzi a starne alla larga, il più incredibile di una fitta serie di spot, The Exam, ritrae una visita ginecologica in cui, a far capolino tra le gambe della giovane paziente, non è la dottoressa ma un grottesco Uncle Sam (simbolo del governo Usa, qui come pupazzo horror, tipo il Chuckie di Child Play) che ghigna con in mano un divaricatore. Nella versione maschile dello spot, The Glove, Chuckie/Uncle Sam, dopo aver intimato al nervosissimo paziente di togliersi i pantaloni, indossa soddisfatto un guanto di gomma blu….. «Tenete fuori il governo» ammonisce un testo sullo schermo.
L’obbiettivo di tanto odio è l’Affordable Care Act, aka Obamacare, la nuova legge sulla sanità americana e, dal momento della sua approvazione, nel 2010, una specie di nemico pubblico numero uno della Destra, simbolicamente e non. Parzialmente in vigore da un paio d’anni, la riforma sanitaria si appresta a un giro di boa importante: a partire dal primo ottobre, martedi prossimo, la maggioranza degli stati dell’Unione introdurrà infatti dei consorzi assicurativi (exchanges), che dovrebbero offrire polizze a tariffe più basse di quelle sul mercato. Il successo complessivo della legge dipenderà molto da quante persone, oggi prive di copertura sanitaria (sarebbero 48 milioni), si iscriveranno agli exchanges: un numero troppo basso di nuovi iscritti, specialmente tra i giovani, potrebbe non permettere l’abbassamento delle tariffe assicurative anticipato dall’amministrazione Obama che, non ha caso, questa settimana ha dato il via a una mega-campagna promozionale di sei mesi per convincere il maggior numero di americani possibile ad assicurarsi e per spiegare loro come beneficiare della nuova legge. La campagna spazierà da Madison Avenue (dove le compagnie assicurative anticipano un miliardo di dollari d’investimento in spot pubblicitari), alle organizzazioni di base (previste ovunque visite porta a porta) a Hollywood (gli attori Jennifer Hudson, Kale Penn e Amy Pohler, e la cantante Katy Perry si sono gia attivati).
Uno sforzo, alrettanto massiccio e d’intento opposto, è scattato da parte dei repubblicani: assicurare che Obamacare fallisca. Meglio ancora, venga eliminata del tutto. La promessa di revocare l’Affordable Care Act non aveva aiutato le prospettive presidenziali di Mitt Romney, anzi. E non sono serviti a nulla tutti i voti simbolici che i conservatori alla Camera hanno inscenato per fare lo stesso (una quarantina in 3 anni). Ma questo non ha impedito alla stessa Camera (a maggioranza repubblicana), qualche giorno fa, di vincolare un voto per l’approvazione del bilancio federale, alla possibilità di tagliare I fondi della riforma sanitaria. La proposta è destinata ad esssere stroncata in Senato (a maggioranza democratica) ma non prima che, per cercare di bloccare quel voto (previsto venerdì), il teapartista texano Ted Cruz ci offrisse 21 ore di performance/discorso non stop contro Obamacare. Il filibustering non ha funzionato e alla fine persino Cruz ha votato perché il bilancio venisse messo al voto. Una «perdita di tempo», hanno commentato sul suo exploit quasi tutti i colleghi (furioso persino McCain: «C’e’ stata un’elezione. E Obamacare è ormai una legge questo paese!»), che però’ -tra le file delle base del partito- ha mandato alle stelle gli indici di gradimento del neoeletto senatore ispanico, che già si sogna candidato alla Casa bianca nel 2016.
Ad oggi, se il Congresso non si mette d’accordo per autorizzare la spese dei prossimi tre mesi, l’intero governo americano potrebbe fermarsi a partire da martedì primo ottobre (il timing con l’arrivo degli exchanges sembra studiato ad arte). Uno shut down analogo, nell’inverno del 1995, fu catastrofico per i repubblicani capitanati da Newt Gingrich. Ma l’attuale speaker, John Bohner, sotto pressione dei deputati del Tea Party, non accenna a voler cedere. Non solo: ha gia promesso che, una volta superato il problema delle spese (se si supererà..), la Camera prevede comunque un’altra alzata di scudi contro il presidente in occasione di un secondo voto cruciale per l’economia Usa, e cioè l’autorizzazione ad alzare il tetto del deficit. Scadenza di quell’autorizzazione è il 17 ottobre. Regolarmente alzato sotto presidenti democratici e repubblicani, il tetto del deficit è diventato un’arma di ricatto su questo Congresso. Anche lì, prima tra le cose che la Camera intende introdurre sul piatto della trattativa sarà ….Obamacare.
«A questo punto, la paura dei repubblicani non è che l’Affordable Care Act fallisca. Temono che sarà un successo….Quello che sta succedendo sarebbe buffo, se non fosse una totale follia» ha dichiarato Obama, esasperato, giovedì, ad un pubblico di studenti del Maryland. «Mi rendo conto che queste situazioni implichino sempre una dose di aria fritta e di opportunismo politico. Ma, i repubblicani del Tea Party hanno portato le cose ad un livello tutto diverso: stanno minacciando di chiudere il governo, e di sabotare l’intera economia del paese impedendo per la prima volta nelle storia all’America di pagare i suoi debiti, se io non distruggo una legge che aiuterà milioni di persone». Per ora, Obama ha promesso che non accetterà nessuna tattativa sul tetto del deficit.
È troppo presto per sapere o meno se la riforma sanitaria Usa sarà un grosso successo. Più di metà del paese la guarda ancora con sospetto. La disinformazione è tale che, da un sondaggio ripostato dalla MSNBC, moltissimi americani pensano che l’Affordable Care Act e Obamacare siano due cose diverse (e preferiscono di gran lunga la prima!). Ma i repubblicani non sbagliano a temere il suo potere trasformazionale. Nei tre anni da cui è entrata in vigore, Obamacare ha già determinato cambiamenti quasi sismici spostando un sistema sanitario che remunerava la quantità (dei trattamenti) in direzione di un sistema che ricompensa qualità e risultati, alzando l’età in cui I figli possono rientrare nel piano assicurativo dei genitori, imponendo tasse sulla polizze più costose, vietando alle assicurazioni la possibilità di negare copertura a pazienti con malattie preesistenti. Sembrano cose a cui è facile abituarsi. Oltre che giusto.


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