La Borsa scommette, rialzo del 3,1% Rehn avverte: ora serve stabilità

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BRUXELLES — I mercati hanno parlato. E anche l’Unione europea, con quasi tutti i suoi leader. Alle 17.37 in punto, quasi in tempo reale, la Borsa di Milano segnala il suo sollievo per le parole di Angelino Alfano e degli altri «ribelli» del centrodestra, cioè per la promessa di una rinnovata fiducia all’attuale governo italiano: chiusura in forte rialzo, +3,11 per cento e cioè il miglior risultato fra tutte le Borse europee, bene le azioni delle banche (Intesa +6,43%, Unicredit +5,31%) e benissimo anche quelle di Mediaset (+6,60%), che nei giorni scorsi avevano sbandato vistosamente.
Venti minuti dopo il brindisi di Piazza Affari, rimbalza da Parigi il monito dell’Unione europea: garantite la vostra stabilità, perché è anche la nostra. Olli Rehn, commissario Ue agli affari economici e monetari, parla a una conferenza dell’associazione della stampa francese, naturalmente parla della Francia ma a un certo punto sospende cambia discorso: «Lasciatemi dire una parola sull’Italia… esprimo la mia forte speranza che torni alla stabilità politica il più presto possibile». È molto importante, aggiunge, che «ristabilisca la sua capacità di prendere decisioni», in vista delle prossime scadenze fissate dal patto di Stabilità. E queste sono «le molte importanti decisioni che sono necessarie per il ritorno alla crescita e alla creazione dei posti di lavoro». Rehn si dice comunque fiducioso nel fatto che governo e Parlamento, «nonostante l’instabilità, riusciranno a garantire che il Paese rispetti i suoi impegni» sul deficit, «per il bene dell’economia e del popolo italiano in primo luogo».
Il commissario Ue aveva esordito con un preambolo diplomatico, «naturalmente spetta ai leader politici italiani trovare la via giusta nell’interesse dei loro cittadini»: consueto antidoto preventivo alle accuse di interferenza politica. Ma subito dopo, ecco il monito forse più severo, se non drammatico, delle ultime settimane: «al tempo stesso, dobbiamo essere consapevoli che c’è molto in ballo e che adesso riguarda tutti i cittadini europei. L’Italia è la terza economia dell’euro e l’impatto di ciò che avviene là non si ferma ai confini del Paese. Viene percepito da tutta l’Europa. Il progresso, o la mancanza di progresso, dell’Italia, i risultati da lei ottenuti o non ottenuti, sono anche quelli dell’Europa».
Sempre ieri, più o meno le stesse parole le ha pronunciate il presidente del Parlamento europeo, il tedesco Martin Schulz: «Una caduta del governo creerebbe enormi turbolenze politiche e sui mercati finanziari». Schulz ha parlato con Guglielmo Epifani, per avere conferma della compattezza del Pd, poi si è rivolto al centro-destra italiano: chi oggi voterà la fiducia a Letta «non sarà né un traditore né un eroe, ma un deputato e un senatore responsabile». Infine anche Angel Gurrìa, segretario generale dell’Ocse — l’Organizzazione per la cooperazione e e lo sviluppo economico — ha detto indirettamente la sua, ricordando a Roma che la stessa Ocse «è sempre stata contraria all’abolizione dell’Imu».
I mercati e la Ue hanno parlato: oggi si vedrà se l’Italia ascolta, e se ha capito.
Luigi Offeddu


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«Dare e avere» Tutti i numeri dell’Italia

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I numeri li ha tutti la Ragioneria generale dello Stato presso il nostro ministero dell’Economia, e un po’ fanno impressione: dicono che, nel secondo trimestre del 2012, l’Italia ha versato alla Commissione europea circa 3.216,08 milioni di euro. Mentre ha ricevuto 1.576,41 milioni. In due parole, ha dato più o meno il doppio di quanto ha avuto: «Saldo netto negativo — certifica ancora la Ragioneria — di circa 1.639,67 milioni».

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