«Palestina povera grazie a Israele»

by Sergio Segio | 9 Ottobre 2013 8:14

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Lo scrive, in un rapporto appena pubblicato, la Banca mondiale. «Più della metà della Cisgiordania, un buona parte della quale ricca di potenzialità agricole e di risorse, è inaccessibile ai palestinesi», denuncia la Banca mondiale che stima in 3,4 miliardi di dollari il mancato introito dovuto all’occupazione militare israeliana.
Se fosse autorizzata tutta quanta questa potenzialità, cioè lo sviluppo dell’imprenditoria locale e lo sfruttamento agricolo nell’area C, il Prodotto interno lordo palestinese crescerebbe d’un balzo di un 35 per cento, sottolinea l’istituzione finanziaria internazionale. A favorire questa crescita – spiegano con precisione gli autori del rapporto – sarebbero l’agricoltura e lo sfruttamento dei minerali delle rive palestinesi del Mar Morto, laddove venissero eliminati sia le restrizioni di movimento e accesso in vigore e tutti gli altri ostacoli amministrativi agli investimenti e alle iniziative economiche palestinesi nell’«area C». Ciò migliorerebbe di molto, grazie a queste entrate supplementari, la situazione delle casse pubbliche palestinesi. Vi entrerebbero almeno 800 milioni di dollari, sostiene la Banca mondiale, una somma rilevante in grado di alleggerire notevolmente la dipendenza dell’Autorità Nazionale Palestinese del presidente Abu Mazen dall’intervento dei donatori stranieri.

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