Beppe Grillo fotocopia di Marine Le Pen

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I seguaci che oggi si indignano con il capo ignorano l’assoluta coerenza di Grillo sulla questione. Nel 2007 parlava dei «sacri confini della patria» violati dai Rom. In seguito, si è espresso contro la cittadinanza ai figli dei migranti nati in Italia. Poi, tempo fa, ha detto che «i veri extracomunitari siamo noi». E oggi, ecco la presa di posizione sulla clandestinità. La spiegazione di questo indurimento progressivo, ma lineare, si chiama Marine Le Pen.
Proprio come Grillo non vuole essere confuso con la sinistra, lei non vuole essere chiamata di estrema destra. Per entrambi, l’opposizione all’«invasione» crea rosee prospettive elettorali. Marine Le Pen è in testa nei sondaggi in Francia. E Beppe Grillo sa che il contrasto dell’immigrazione è un tema popolare non solo nell’elettorato del Pdl e della Lega, ma anche in una parte di quello del Pd, per non parlare della massa dei non votanti. Grillo l’ha detto brutalmente ai suoi senatori: «Se avessimo messo l’abolizione del reato di immigrazione nel nostro programma avremmo ottenuto percentuali da prefisso telefonico». D’altronde, su questo tema, la destra ha vinto in Norvegia, come già in Danimarca e Austria. E in Francia la «sinistra» si allinea, al punto tale che il ministro degli interni di Hollande fa di tutto per scavalcare a destra Marine Le Pen.
E così, in Italia, si assiste a un’alleanza, per nulla sorprendente, tra Grillo, Alfano e Bossi. E lo stesso avverrà, probabilmente, sulla questione dell’amnistia. L’attacco di Grillo a Napolitano e la fesseria dell’impeachment sono mosse calcolate per smarcarsi dal «lassismo» di cui avrebbe dato prova il centro-sinistra (un lassismo del tutto immaginario, anche se agitato polemicamente dalla destra, visto che sia il contrasto dell’immigrazione, sia l’infernale degrado del sistema carcerario vanno imputati anche al centro-sinistra).
E intanto le barche affondano. Noi saremo anche anime candide, ma in questo speculare sulle centinaia di morti – come fanno Alfano, Grillo e Bossi – c’è qualcosa di indicibile, per cui non si possono trovare parole adeguate. Quattrocento morti sul tavolo delle prossime elezioni. Ma non solo sono i politicanti a speculare. Giorni fa un conduttore di un famigerato programma radiofonico ha detto che gli annegati conoscevano benissimo i rischi che correvano. Anche i bambini? Anche le partorienti? E i vecchi? E quelli che sarebbero comunque morti di fame in Eritrea, Somalia, Siria, Libia e così via? Tutti consapevoli dei loro rischi e responsabili della loro morte, come vuole l’ignobile ideologia individualistica che ci governa?
Ed ecco che l’unica proposta che sembra mettere d’accordo tutti è intensificare i pattugliamenti. Geniale. Così i disgraziati potranno morire di sete nel deserto, invece che in mare. E già ci immaginiamo i solerti servizi segreti europei negoziare con le bande libiche dei Centri di internamento ben lontani dalle coste, sorvegliate dalle marine di mezzo mondo. E non uno in Europa, dico non uno, che si sforza di immaginare una soluzione diversa dal pattugliamento, dall’internamento, dai fili spinati.
In tutto questo, lo confesso, la presa di posizione di Grillo mi è sembrata una ventata d’aria fresca. Perché finalmente fa chiarezza su un movimento non solo eterodiretto dal comico e dal suo guru, ma anche strutturalmente populista. Questione dell’immigrazione e questione delle carceri sono la cartina di tornasole per stabilire che cosa è il M5S. Non conta più se tanti di sinistra vi aderiscono in buona fede. Perché «ognuno vale uno» solo se è bianco, cittadino e incensurato. Ogni altro vale nulla e non è nessuno.


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