Il commissario Ue: pronti a procedere contro l’Italia

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BRUXELLES — Se non miglioreranno le condizioni a Lampedusa e in altri centri d’accoglienza dei migranti, la Commissione Europea non esiterà ad avviare una procedura di infrazione: è il monito lanciato da Cecilia Malmström, svedese, commissario europeo agli Affari interni.
Due tragedie in mare in pochi giorni, con centinaia di vittime. Per Italia e Malta, un problema europeo, ma per il resto d’Europa un problema soprattutto nazionale. Qual è la sua opinione?
«Non dimenticherò mai le centinaia di bare che ho visto a Lampedusa, o la disperazione negli occhi dei sopravvissuti. Questi tragici eventi chiedono risposte immediate a livello nazionale ed europeo. A livello nazionale, gli Stati hanno la responsabilità di controllare i confini e soccorrere le barche in difficoltà, adempiendo alle leggi internazionali. Ricevono fondi e assistenza dalla Ue, per farlo. Nel 2007-2013, per esempio, l’Italia ha avuto 478 milioni per gestire i flussi migratori e dell’asilo, e 136 milioni in fondi speciali per la gestione speciale dei confini».
E il ruolo più proprio dell’Unione Europea?
«È chiaro che la pressione accresciuta sperimentata da Italia, Malta, Grecia e altri Paesi mediterranei è un problema Ue, e richiede risposte della Ue. Spero che questi orribili eventi forniranno l’occasione per accrescere gli sforzi e discutere le iniziative e misure europee».
Quali, in concreto?
«Il vertice Ue del 24-25 ottobre offrirà ai leader un’opportunità unica di dimostrare che l’Europa è basata sul principio della solidarietà e del mutuo sostegno. I recenti soccorsi comuni Italia-Malta hanno salvato centinaia di vite, e provato che una sorveglianza aumentata e coordinata è la chiave per prevenire le morti nel Mediterraneo. Perciò la Commissione Europea propone un’operazione estesa di ricerca e soccorso della Frontex (agenzia Ue per il pattugliamento dei confini, ndr ) nel Mediterraneo, da Cipro alla Spagna, diretta a salvare vite umane».
Quando scatterà?
«La missione è ben definita, insieme con altre misure, nel quadro di una task-force per il Mediterraneo, guidata dalla Commissione Europea in stretta collaborazione con le autorità italiane. Il lavoro preparatorio è già in corso dall’inizio di ottobre, e la prima riunione ufficiale della task-force avrà luogo fra due giorni, il 24 ottobre. Lo scopo sarà quello di definire misure concrete da presentare al Consiglio Ue degli Affari interni, il 6 dicembre».
È necessaria una nuova direttiva Ue sui temi dell’asilo e della ridistribuzione dei migranti fra i vari Stati?
«Nel breve periodo no, abbiamo appena adottato un pacchetto di misure. Bisogna però evitare anche un errore di prospettiva, per esempio nell’analizzare la situazione dei flussi di richiedenti-asilo in Italia, che sono sostanzialmente ridotti rispetto a quelli di altri Paesi Ue. Delle 330.000 richieste di asilo compilate nel 2012, il 70% è stato registrato solo in cinque Stati-membri: Germania (75.000), Francia (60.000), Svezia (44.000), Belgio (28.000) e Gran Bretagna (28.000). Nello stesso 2012, l’Italia ha ricevuto 15.700 richieste: non è tra i Paesi che subiscono la pressione maggiore».
La ministra italiana all’Integrazione, Carole Kyenge, ha definito «vergognose» le condizioni del centro di accoglienza di Lampedusa. Che cosa pensa di fare Bruxelles?
«L’Italia sta compiendo degli sforzi per migliorare la situazione generale e la Commissione Europea ha individuato fino a 30 milioni di euro aggiuntivi per sostenere Roma: credo che potrebbero essere utili anche per alleviare le condizioni nel centro di Lampedusa. È mia ferma intenzione garantire che tutti gli Stati Membri attuino efficacemente la legislazione Ue, che prevede condizioni degne e umane di accoglienza per i migranti: diversamente, non esiterò a ricorrere a procedure di infrazione».
A maggio del 2014, nel periodo delle elezioni europee, lei parteciperà al Global Forum di Stoccolma sulle migrazioni. Con quali obiettivi?
«La Commissione Europea considera questo Forum come una piattaforma molto importante per il dialogo informale e la cooperazione fra gli Stati del mondo sull’immigrazione. Senza dubbio, gli echi della tragedia di Lampedusa si percepiranno in quella sede, e dovranno ispirare tutti noi — soprattutto i Paesi Ue — a fare un progresso reale verso una politica migratoria europea più centrata sul migrante. Una politica che dimostri compassione e sostegno per le persone in cerca di protezione».
Luigi Offeddu


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