?Spionaggio: Il momento Sputnik dell’Europa

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Edward Snowden ha già ricevuto il premio “talpa dell’anno”. Adesso per completare l’opera il ministero tedesco dell’economia dovrebbe consegnare un altro premio all’esule dell’Nsa per aver dato un forte impulso al settore tedesco delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (itc). In questi ultimi anni, infatti, nessun presidente d’azienda, nessun esperto o scienziato, nessun responsabile politico era riuscito a stimolare i settori tedeschi ed europei delle telecomunicazioni come ha fatto Snowden con le sue rivelazioni sui servizi d’intelligence americani e britannici.

Sulla scena politica berlinese l’allegria è tuttavia assai contenuta, e per vari motivi. Perché se da un lato lo scandalo delle intercettazioni dell’Nsa aumenta in maniera insperata la domanda di software per le codificazioni, la politica tedesca è sotto shock: con queste rivelazioni Snowden ha confermato una volta per tutte che l’Europa non è in grado di proteggere i dati personali dei suoi cittadini e di non essere nemmeno competitiva in tema di itc.

Prodotti, software, linee e offerte internet provengono per lo più da grandi società americane o cinesi. L’infrastruttura della rete è anch’essa dominata per lo più dagli Stati Uniti, dove è concentrata la maggior parte dei server più importanti. La Germania e altri paesi membri dell’Ue sono nel migliore dei casi semplici “colonie digitali”.

Ciò che però si è omesso quasi sempre di vedere fino a questo momento è che a margine della spy story di cui è il protagonista, Snowden ha anche stimolato la concorrenza transatlantica al riguardo di fasce di mercato nel settore dell’Itc. Lo scandalo delle intercettazioni dell’Nsa offre all’Europa la sua ultima chance per recuperare il ritardo accumulato nei confronti degli americani. La situazione attuale richiama un po’ alla mente lo shock che provocò il lancio dello Sputnik negli Stati Uniti nel 1957, quando i russi divennero la prima nazione a mandare un satellite nello spazio. Gli americani in un primo tempo ne furono sgomenti, ma poi fecero di tutto per diventare il numero uno dell’esplorazione spaziale e riuscirono a portare il primo uomo sulla Luna.

La situazione odierna è simile: l’Europa adesso dovrà fare di tutto per non essere seminata definitivamente nella corsa alle tecnologie strategiche. “Siamo vincolati alle società americane di Itc. Ci voleva uno scandalo di questa portata per prenderne coscienza”, dice Octave Klaba, proprietario del gruppo francese Ohv che offre server cloud nei quali i singoli utenti e le imprese possono archiviare i loro dati online.

Eppure i segnali d’allarme non erano mancati: il governo francese ribadisce dal 2011 la necessità di opporre una sorta di resistenza europea, tenuto conto dell’importanza strategica che riveste il settore dell’itc. La Francia incoraggia la creazione di un sistema di server propri per una spesa di 200 milioni di euro. Certo, rispetto ai miliardi investiti dai colossi di internet come Microsoft, Amazon o Google si tratta di pochi spiccioli. Ma grazie a Snowden la commissaria europea competente in materia, Neelie Kroes, potrà disporre di fondi per dare nuovo impulso al settore europeo dell’itc e dotarsi di un’infrastruttura europea. La commissione prevede di prelevare alcuni miliardi dai fondi strutturali europei per destinarli alla realizzazione di questi obiettivi.

Giù dalla nuvola

La Germania, che dovrebbe rivestire un ruolo decisivo in questa rimonta, finora ha fatto più che altro ostruzione. Berlino per tradizione guarda con scetticismo alle iniziative politico-industriali di Parigi. Tuttavia adesso si palesa all’orizzonte una svolta radicale nelle posizioni tedesche. Fin da quando ad aprile ha inaugurato la Hannover Messe (il salone industriale di Hannover), Angela Merkel ha dichiarato che l’Europa e soprattutto la Germania devono riconquistare la loro posizione di leader mondiali grazie all’“industria 4.0”, ovvero la fusione di produzione e di itc.

Il forte shock provocato dalle rivelazioni sulle intercettazioni del telefono cellulare di Merkel da parte dell’Nsa costituisce oggi un forte pungolo emotivo per imporre le decisioni politiche necessarie. Anche negli Stati Uniti divampa il dibattito sulle ripercussioni economiche delle rivelazioni di Snowden. Lo studio di Itif, un think tank indipendente di Washington, dimostra che il predominio dei colossi americani nello sviluppo delle capacità planetarie di archiviazione nel Cloud è a rischio: a causa della perdita di fiducia che ne è nata, gli esperti dell’Itif contano su una riduzione del loro giro di affari compreso tra i 22 e i 35 miliardi di dollari entro i prossimi tre anni.

Neelie Kroes ha provato una certa soddisfazione a girare il coltello nella piaga quando al congresso del settore a Tallinn ha dichiarato: “Se i clienti europei dei servizi cloud non possono fidarsi del governo americano o delle sue promesse, forse non si fideranno neanche più dei servizi cloud”. In altre parole: la ridistribuzione di una cifra compresa tra i 22 e i 35 miliardi di dollari di giro d’affari (persi dagli americani) dovrebbe mettere le ali alle società tedesche ed europee di servizi cloud da investire in blocco in un mercato che esse credevano già perduto.

Si afferma così un discorso insolito, in controtendenza rispetto alla globalizzazione che è prevalsa fino a questo momento: i provider francesi, come il gruppo Sfr, si fanno pubblicità affermando che in Francia i dati personali saranno più protetti. Ormai anche la concorrenza sull’altra sponda del Reno ne segue i passi. Stando ai sondaggi oltre la metà delle piccole e medie imprese tedesche ora vuole archiviare i propri dati esclusivamente presso società tedesche. Se ancora utilizzeranno i servizi cloud.

Traduzione di Anton Baer


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