Tensioni, ma vince la piazza

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ROMA. Non è stato un altro 15 ottobre. Non era scontato, tanto che venerdì fino a notte tarda si sono susseguite le riunioni tra le varie componenti del movimento preoccupate dalla possibile presenza nel corteo di gruppi decisi a rovinare tutto cercando di devastare Roma. Non che i momenti di tensione, anche alta, non siano mancati. Ma se la situazione non è degenerata come due anni fa si deve solo al fatto che sia da parte degli organizzatori della manifestazione che delle forze dell’ordine c’è stata la capacità di gestire una piazza difficile, emarginando e contenendo i violenti da una parte e sapendo reagire senza eccessive e inutili prove di forza dall’altra. A sera sono 15 i manifestanti fermati, tutti giovanissimi, alcuni anche minorenni, mentre tre bombe carta inesplose sono state ritrovate dalla forze dell’ordine, una delle quali davanti alla sede di Trenitalia. 10 invece gli agenti feriti, tra i quali un ispettore del reparto mobile colpito da un infarto e ricoverato al Policlinico Umberto I.
«Non permetteremo a nessuno di modificare il significato del corteo», era stata la promessa fatta dagli organizzatori della manifestazione alla vigilia del corteo. Il diritto alla casa e al reddito, la difesa dell’ambiente, i diritti degli immigrati e dei rom dovevano prevalere sulla paura della violenze. E così è stato, grazie anche al servizio d’ordine messo in campo che ha saputo guidare la manifestazione ed isolare, quando è servito, i soliti gruppetti di giovanissimi bardati di nero e decisi a rovinare tutto.
Il primo vero momento di tensione si ha quando la manifestazione sfila a piazza Santa Maria Maggiore, a poche decine di metri dalla sede di Casapound in via Napoleone III. Da ore decine e decine di militanti dell’estrema destra presidiano la sede controllati da polizia e carabinieri. Inquadrati in cordoni, facce coperte e bastoni in mano restano schierati senza che la polizia intervenga per disarmarli. «E’ una provocazione», dicono i manifestanti. Che però non sortisce alcun effetto grazie a un cordone che blocca la strada impedendo a chiunque di avvicinarsi a Casapound. «E’ una trappola, non ci caschiamo», dice una ragazza rimandando indietro alcuni ragazzi.
Ma è a piazza Esedra che le cose cominciano a cambiare e la paura che la giornata possa finire male si fa concreta. Si sapeva che una volta vicino ai ministeri il livello delle contestazioni si sarebbe alzato.
La prima è solo una scaramuccia, con un lancio di uova e qualche petardo verso i finanzieri. Che subiscono senza reagire. Ma si tratta, per l’appunto, solo un anticipo di quanto accadrà poco dopo.
A qualche centinaio di metri di distanza, infatti, la scenografia di una piccola parte del corteo comincia a cambiare. Dagli zainetti vengono fuori felpe e caschi che danno vita a nutrito blocco di giovani vestiti di nero e con le facce coperte da sciarpe e fazzoletti. Quando tocca a loro sfilare davanti l’ingresso principale del ministero in via XX Settembre i finanzieri schierati davanti al portone vengono bersagliati con un fitto lancio di sassi, bottiglie e bombe carta. Si arriva anche a un veloce corpo a corpo, con gli agenti che reagiscono con i manganelli restando però fermi al loro posto. Fino a quando alcuni blindati arrivano dal fondo di via XX Settembre caricando i manifestanti che fuggono nelle vie Laterali dove alcuni cassonetti vengono usati per fare delle barricate e incendiati. In via Bissolati vengono infrante le vetrine della sede Unicredit, mentre alcune bombe carta e fumogeni vengono lanciati anche contro il portone dell’ambasciata tedesca in via San Martino della Battaglia.
Momenti di tensione, che però non hanno nulla a che vedere con le scene di devastazione di due anni fa. Anche perché, contrariamente a quanto accaduto allora, questa volta il movimento ha saputo darsi un servizio d’ordine che in più di un’occasione è riuscito a isolare la componente più violenta e perfino ad allontanarla dal corteo come accade in viale del Policlinico.
A Porta Pia, davanti al ministero delle Infrastrutture, nel solito gruppetto vestito di scuro circola la voce di un possibile tentativo di sfondamento da via XX Settembre, presidiata in forze da polizia e Guardia di finanza, per dirigersi nuovamente verso il ministero dell’Economia. Tentativo che però, se mai è esistito, rientra subito. Ormai è sera e il movimento si prepara a montare le tende per la notte.


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