Forza Italia sul Colle Napolitano: governo, sì al passaggio in Aula

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ROMA — Il presidente Giorgio Napolitano auspica che ci sia «un passaggio parlamentare che segni la discontinuità politica tra il governo di larghe intese e il governo che ha ricevuto la fiducia sulla legge di stabilità». Tempi e modi di questa verifica costituiranno l’oggetto di una consultazione tra il presidente della Repubblica e il capo del governo Enrico Letta. È questa la conclusione alla quale si è pervenuti dopo il lungo incontro (un’ora e mezzo) al Quirinale tra lo stesso Napolitano e una folta delegazione di Forza Italia, composta dai capigruppo di Senato e Camera (Paolo Romani e Renato Brunetta), affiancati da Maurizio Gasparri, Simone Baldelli, Anna Maria Bernini, Mariastella Gelmini, Nitto Francesco Palma, Altero Matteoli, Elio Vito e Giancarlo Galan. In pratica, erano rappresentate tutte le varie componenti del movimento berlusconiano che è passato all’opposizione in occasione del voto di fiducia sulla legge di stabilità varata l’altro giorno dall’assemblea di Palazzo Madama e in attesa di essere esaminata dalla Camera. Un incontro sollecitato con urgenza da Forza Italia mercoledì, nelle ore immediatamente dopo il voto di Palazzo Madama che ha decretato la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
L’incontro è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, dopo che Angelino Alfano e ministri del Nuovo centrodestra avevano rimarcato due questioni. La prima: «Noi abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo, ma anche viceversa». La seconda: dopo l’8 dicembre va scritto un nuovo patto di governo. In questo contesto contrassegnato da forti fibrillazioni i forzisti sono saliti al Quirinale. «Abbiamo manifestato — ha sostenuto Brunetta — la nostra ferma protesta per quanto è avvenuto ieri e abbiamo chiesto al presidente della repubblica che si apra la crisi di governo». Il capogruppo della Camera ha fatto riferimento anche alle procedure seguite nel voto di decadenza e stigmatizzato il comportamento del presidente del Senato e della giunta per le elezioni che avrebbero, a dire degli esponenti di Forza Italia, «forzato il regolamento». Per quanto riguarda l’aspetto propriamente politico, Brunetta ha affermato che «la delegazione di Forza Italia ha chiesto l’apertura formale della crisi di governo con le dimissioni del presidente del Consiglio nelle mani del capo dello Stato per affrontare in Parlamento la nuova situazione che scaturisce dalla fine del governo delle larghe intese».
La maggioranza è cambiata, hanno insistito quelli di Forza Italia. «Non bastano i numeri per considerare legittimo l’esecutivo», ha argomento puntigliosamente Brunetta. Il capogruppo ha poi rilevato che «la piattaforma politico-programmatica che era alla base del governo delle larghe aveva la stessa maggioranza con cui si era avviato in Parlamento il percorso delle riforme istituzionali. Un processo di discontinuità che coinvolge l’esistenza stessa del governo non può non avere lo stesso tipo di influenza per quanto riguarda l’iter delle riforme». Il che significa che la riscrittura dell’architettura istituzionale è davvero messa in forse.
Ed è appunto mosso da questa preoccupazione che, già in mattinata, Napolitano aveva avviato una verifica con i ministri Dario Franceschini (Rapporti con il Parlamento) e Gaetano Quagliariello (Riforme) sulle prospettive concrete del percorso avviato per il riordino istituzionale, esaminando al contempo le proposte di revisione della legge elettorale. Va tenuto a questo proposito che il 3 dicembre la Consulta comincerà a discutere del Porcellum, che potrebbe essere dichiarato incostituzionale creando serissimi problemi di legittimità del Parlamento. Per questo Franceschini ha osservato che «se il Parlamento non si muovesse il governo potrebbe ricorrere a un disegno di legge».


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