Anti-Stato e complottista La follia solitaria del killer di Los Angeles

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Un tipo solitario, introverso, con pochi amici, forse vittima di atti di bullismo al liceo. Un giovane che aveva problemi nell’interagire con gli altri: «Quando era in classe e lo chiamavano a leggere a volte alta sembrava a disagio — ha raccontato un ex compagno —. Forse aveva difficoltà ad esprimersi». Faceva parte della banda della scuola e spesso indossava la lunga palandrana nera, anche se questo non era richiesto. Altri coetanei tracciano il quadro del «bravo ragazzo», «troppo silenzioso e isolato, così lo prendevano in giro», uno che «alla mensa mangiava sempre da solo». Tutto questo basta a spiegare il gesto violento costato la vita ad un agente della sicurezza e il ferimento di 6 persone? Per gli investigatori servono altre risposte e in queste ore «lavorano» per definire meglio la figura di Paul, così come le sue passioni (apparenti) verso i movimenti anti-Stato.
In una tasca della giacca, la polizia ha trovato un foglietto con minacce rivolte al governo, all’agenzia TSA e un breve riferimento al Nuovo Ordine Mondiale (NWO), teoria cospirativa per la quale il mondo è oppresso e controllato da un unico governo, con lo Stato che soffoca attraverso mille tentacoli. E la TSA è considerata come uno strumento di oppressione. Sulle pagine Facebook dei simpatizzanti del NWO l’agenzia è dipinta alla stregua della Gestapo, con la svastica nazista al posto del suo simbolo tradizionale. Questo spiegherebbe perché Ciancia, una volta entrato nell’aeroporto, ha dato la caccia solo agli addetti della sicurezza, caduti sotto il fuoco del suo fucile d’assalto. «Voglio uccidere quelli della TSA e i maiali», avrebbe gridato. Le teorie del Nuovo Ordine spesso si sovrappongono a quelle di chi è insofferente per qualsiasi forma di regola imposta dallo Stato.
Ciancia — secondo gli investigatori — ha sparato durante l’assalto 150 colpi ed altri ne aveva nei caricatori. Era convinto di non uscirne vivo, infatti ha mandato di prima mattina un messaggino al fratello annunciando il suo suicidio. Sorpresi, i familiari hanno contattato la polizia nella speranza di trovarlo, ma il giovane aveva già fatto perdere le sue tracce. Non è invece chiaro come il killer sia entrato in possesso di un’arma così potente, la copia civile del fucile d’assalto M4 già usata in molte stragi nelle scuole e sui posti di lavoro americani.
L’altro aspetto nel dramma di Los Angeles è quello della sicurezza. Paul Ciancia, nell’arco di pochi minuti, ha ucciso una guardia, ha superato i posti di controllo raggiungendo un’area definita «sterile». Tra lui e gli aerei parcheggiati sulle piazzole c’erano solo delle porte non presidiate. Un’azione favorita dalla scarsa presenza di poliziotti. Ecco che ora molti esperti suggeriscono una revisione delle misure di sicurezza. Non basta il filtro dei dipendenti TSA — non hanno armi — e gli agenti vicino ai varchi sono troppo pochi. Di solito le pattuglie restano all’esterno dell’aeroporto e a queste si aggiungono altre, ma nulla di comparabile a quanto vediamo in Europa o in Israele, spesso citato ad esempio.
Sarà probabilmente necessario creare altri perimetri di difesa, magari meno visibili ma che siano in grado di reagire e ostacolare non solo un terrorista ma anche il folle. Il pericolo dell’emulazione è concreto, al pari delle conseguenze sui trasporti. L’aeroporto di Los Angeles sta tornando alla normalità dopo una paralisi senza precedenti: oltre 1.500 i voli e 160 mila i passeggeri coinvolti.
G.O.


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