Il Cavaliere: se si vota io il leader Marina leonessa, ma non vuole

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ROMA — «Se si votasse tornerei in campo direttamente io», rivela Silvio Berlusconi a Bruno Vespa, che in tempo reale aggiorna il suo nuovo libro atteso in libreria la prossima settimana. Il Cavaliere non ha alcuna volontà di farsi da parte e di passare il testimone ad Angelino Alfano, cosa che lo stesso vicepremier gli avrebbe richiesto nel faccia a faccia dell’altro giorno. Un incontro interlocutorio, al quale ne seguirà un altro la prossima settimana per trovare un’intesa o, qualora ciò sia impossibile, per arrivare a una separazione consensuale. Entrambi infatti sono rimasti sulle proprie posizioni. Alfano gli avrebbe rinnovato la richiesta di un riconoscimento del ruolo assunto e di garanzie sul futuro del governo. Berlusconi non gli ha detto di no e confida che il suo giovane ex delfino si stacchi dal gruppo dei moderati. Il Cavaliere, cioè, sarebbe pronto a ricucire. E, rispetto alle rivendicazioni di Alfano, non vuole essere lui a rompere. E così, proprio perché non vuole offrire pretesti, non ha ancora deciso la data di convocazione del Consiglio nazionale, ha preso ulteriore tempo in attesa del nuovo faccia a faccia che si terrà tra qualche giorno. Sintetizza un lealista che chiede di restare anonimo: «Berlusconi cammina sulle uova». Il ping pong polemico tra le due componenti prosegue. Da un lato Bondi, Capezzone Santanchè che continuano a indicare che tutto è nelle mani di Berlusconi, dall’altra Cicchitto che replica: «Gli ultralealisti fanno un pessimo servizio al Cavaliere».
L’ex premier con Vespa parla anche della figlia Marina, il cui nome è circolato ripetutamente, quale possibile candidato premier del centrodestra. «Marina, tutte le volte che si torna a parlare di lei, dice di no. Certo sarebbe in grado di adempiere al meglio questa missione», argomenta il Cavaliere. «Tutti hanno constatato — aggiunge — la sua autorevolezza e il coraggio da leonessa con cui mi ha difeso. Ma non è quella la sua vocazione. Io sono un padre che rispetta la vocazione e la libertà dei propri figli. Ma se li conosco sono sicuro che nessuno di loro si sente attratto dalla politica. Soprattutto da questa politica». Ecco perché sostiene che — e lo fa con l’atteggiamento di chi è costretto dalle circostanze — «è necessario, in una forma o nell’altra, il mio impegno personale. Nessuno può togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato, finché milioni di elettrici e di elettori lo vogliono. Ho un rapporto speciale con gli italiani che, come me, temono che la sinistra possa andare al governo e proprio per questo sento il dovere di stare in prima linea per corrispondere alla loro fiducia e al loro affetto».
Berlusconi pertanto è convinto di ritrovare la legittimazione politica attraverso il voto, come il front runner del centrodestra, nonostante non possa candidarsi a seguito della sentenza di condanna della Cassazione che prevede l’interdizione dai pubblici uffici per due anni. Il Cavaliere annuncia inoltre di «non avere alcuna intenzione di arretrare sulla legge di Stabilità». Abbiamo rispettato, insiste, gli impegni con i nostri elettori, cioè quello «sulla detassazione della prima casa che noi consideriamo sacra perché è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di fondare la sicurezza del proprio futuro e quello di un fisco meno oppressivo». Insomma, dichiara, «è giusto che su tutto — sulla mia vicenda, sulle tasse, sull’economia, sui nostri programmi riformatori — siano gli elettori a potere giudicare noi e i nostri avversari, il Pd, che, andando avanti così, confermerebbero i loro connotati di partito delle tasse e delle manette».
Prima di partire per Milano dove trascorrerà il fine settimana, l’ex premier ha di nuovo fatto il punto con alcuni lealisti (Mariastella Gelmini e Mara Carfagna), concentrandosi in particolare sulle cose da fare per il ritorno a Forza Italia. Pensa di creare di nuovo, come già avvenne nel 1994, i club attraverso cui selezionare le facce nuove provenienti dalle professioni e dal mondo dell’impresa, da schierare alle amministrative e alle europee della prossima primavera.
Lorenzo Fuccaro


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