Mossa di Saccomanni: avanti con il rientro capitali, addio all’anonimato
ROMA — Una “finestra” permanente, attraverso la quale far rientrare in Italia i capitali esteri non dichiarati, pagando le tasse dovute, ma con meno sanzioni, perdendo l’anonimato garantito dai precedenti scudi fiscali, ma con la garanzia di non avere conseguenze penali. Il piano per il rientro dei capitali nascosti all’estero, è ormai pronto. «Il governo intende adottare misure per favorire il rimpatrio dei capitali non dichiarati», ha confermato ieri il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
L’esecutivo, ha aggiunto il ministro, si ispirerà alle proposte fatte dal gruppo di lavoro coordinato dal procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, che già nella passata legislatura aveva consegnato al governo, allora guidato da Mario Monti, una proposta di legge rimasta inattuata. Il gruppo guidato dal magistrato milanese, esperto di reati finanziari, ha lavorato essenzialmente sul fenomeno dell’«autoriciclaggio», ma ha ravvisato anche l’esigenza di una norma che agevoli la denuncia volontaria dei capitali nascosti all’estero. Se il contribuente fornisce al fisco informazioni sui capitali detenuti illecitamente all’estero «spontaneamente», e prima che l’amministrazione fiscale abbia avviato verifiche o contestato violazioni, si prevede la riduzione delle sanzioni alla metà del minimo ed un notevole alleggerimento dei profili penali, che grazie ad un complesso meccanismo di attenuanti, di fatto, vengono meno.
Lo schema, che prevede il pagamento delle tasse dovute su tutte le annualità accertabili dal fisco (cinque anni) ricalca quello della «Voluntary disclosure» predisposto dall’Ocse, e già applicato da alcuni paesi come la Gran Bretagna. La misura potrebbe arrivare come emendamento alla Legge di Stabilità, ma è intenzione del governo non attribuirgli, per ora, alcun gettito. Solo a posteriori, se il meccanismo funzionerà, il ricavato potrà essere usato per ridurre le tasse.
È un nuovo passo nella strategia del governo nella lotta contro l’evasione fiscale che, ha detto ieri Saccomanni inaugurando l’anno accademico della Scuola di Polizia Tributaria, dovrà essere «portata avanti con mano ferma quanto calibrata» ed attenta agli effetti della crisi su persone e imprese. Altri passi si faranno con l’attuazione della delega, in particolare per combattere l’elusione delle multinazionali, attraverso «lo spostamento artificioso delle basi imponibili».
Mario Sensini
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