Stop all’Imu con acconti maggiorati per tutti

by Sergio Segio | 21 Novembre 2013 9:28

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ROMA — Stop anche alla seconda rata dell’Imu per la prima casa e via libera alla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Oggi il consiglio dei ministri dovrebbe chiudere questa partita anche se non è ancora chiara la copertura. E, secondo indiscrezioni, l’ammanco strutturale di 2,4 miliardi della seconda rata Imu (che scendono a 2 se vengono esclusi dal blocco i terreni e fabbricati agricoli come chiedono a gran voce Forza Italia e gli alfaniani) potrebbe essere finanziato dall’aumento degli acconti Ires e Irap estesi a tutte le imprese e non solo a banche e assicurazioni. Palazzo Chigi dovrebbe occuparsi anche della cessione degli immobili pubblici mentre la partita delle privatizzazioni slitterà probabilmente a martedì prossimo insieme al decreto sviluppo, il cosiddetto «Fare 2».
Il rincaro degli acconti da versare entro il 2 dicembre — che dovrebbe valere 2-3 punti — rientra nell’uso della clausola di salvaguardia che il governo pare deciso a esercitare per non correre il rischio di superare il 3% nel rapporto tra deficit e Pil, legge sacra per gli accordi di Maastricht. Nella clausola è previsto anche un aumento a partire da gennaio delle accise sui carburanti.
Mentre l’esecutivo è alle prese con l’Imu — la cui abolizione potrebbe arrivare a costare quasi 3 miliardi di euro, se coinvolgesse anche la parte agricola e se venissero accolte le richieste di maggiori trasferimenti dei comuni — procede a fatica l’iter parlamentare della legge di Stabilità e appare destinato a slittare l’approdo in aula previsto per domani. «È difficile mantenere la scadenza — ha ammesso il relatore Pd Giorgio Santini — con la mole degli emendamenti da valutare». Tra quelli arrivati ieri, firmati dal governo, alcuni significativi. Come quello che accorcia i tempi delle autorizzazioni fino a 14-15 mesi per la costruzione di nuovi stadi sportivi a partire da un minimo di 500 posti per i coperti e 2000 per quelli all’aperto. Nella bozza che rifinanzia il fondo-stadi si prevede che «l’intervento può prevedere uno o più impianti sportivi nonché insediamenti edilizi anche non contigui agli impianti sportivi».
Un altro emendamento presentato dai relatori Santini e Antonio D’Alì (Ncd) prevede interventi della Cassa depositi e prestiti a favore delle imprese a più ampio raggio con la possibilità di garanzia da parte del Tesoro. Piccoli provvedimenti riguardano più risorse (1,5 milioni) all’anno per il personale della Protezione civile, un aumento di 200 milioni per il fondo famiglia ma nel triennio, 20 milioni per l’emergenza immigrazione a Lampedusa. C’è anche la rottamazione per i veicoli sequestrati se entro due anni dalla custodia non è stato possibile alienarli alle aste. Contestualmente si profila, a leggere un altro emendamento governativo, un nuovo rinvio al prossimo giugno del blocco delle elezioni provinciali «in attesa della riforma».
L’aumento degli anticipi per le imprese (che per banche e assicurazioni potrebbero salire anche al 120%) e la scarsezza del cuneo fiscale del quale ormai nessuno più parla, hanno fatto crescere la delusione nelle parti sociali. Sia il direttore di Federmeccanica Roberto Santarelli che il Centro studi di Confindustria (nella sua analisi-flash) hanno definito questa legge di Stabilità «non all’altezza per rilanciare lo sviluppo e dare spinta alla crescita». Il problema della casa sta diventando un incubo per il governo. Anche l’introduzione della service Tax a partire da gennaio sta cominciando a mostrare scricchiolii finanziari. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni (Anci) Piero Fassino, che ieri si è incontrato col ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni, per garantire ai Comuni gli stessi incassi del 2013 mancano 1,5 miliardi.
Roberto Bagnoli

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