Povertà, per sperimentare la nuova Social card ora ci sono 557 milioni

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ROMA – Spuntano fra Natale e Capodanno dalla riprogrammazione dei fondi europei e vanno a rendere più corposo il fondo destinato al contrasto alla povertà assoluta per il 2014: sono i 300 milioni di euro che il governo ha scelto di assegnare al rafforzamento della sperimentazione della cosiddetta “nuova social card”, una misura già estesa e irrobustita nel corso del 2013 e che sempre più rappresenta dunque la via maestra scelta dal governo per rispondere al crescente disagio sociale causato dalla povertà. I 300 milioni – che andranno tutti al Sud – si vanno ad aggiungere a quelli già stanziati in precedenza, e – fa notare il ministro del Welfare Enrico Giovannini – “portano il totale a 560 milioni di euro” interamente destinati alla sperimentazione della nuova social card. Una cifra che, considerando anche i 250 milioni di euro che la legge di stabilità ha stanziato per il rifinanziamento della social card tradizionale, la prima e ormai “vecchia” carta acquisti, sale fino “a quota 810 milioni”. “Negli ultimi dieci anni, ma probabilmente anche prima – fa notare Giovannini – non si trovano misure di analoga intensità e ampiezza nella lotta alla povertà”. In realtà il documento del ministro della Coesione territoriale Trigilia specifica che i 300 milioni liberati oggi consentiranno di “prolungare la sperimentazione nell’area del Mezzogiorno per un secondo anno, fino a tutto il 2015”. Ma è anche vero che il governo potrebbe scegliere di concentrare, se servisse, una parte o l’intera somma nel solo 2014.

Una card, quattro tappe. Il finanziamento deciso oggi va a rafforzare un intervento già in essere, cioè la sperimentazione di una versione, riveduta e corretta rispetto a quella tradizionale, della social card. Un intervento che è stato prima deciso e poi via via rafforzato, tanto che lo si può dividere in ben quattro tappe. La prima è quella originaria: di fronte ad una “carta acquisti” che fin dal principio ha mostrato tutti i suoi evidenti limiti, si sceglie di mantenerla in vita sperimentandone parallelamente una nuova versione nelle 12 città italiane con più di 250 mila abitanti (Torino, Milano, Genova, Venezia, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo e Catania). A questo scopo, viene previsto un finanziamento di 50 milioni di euro. In un secondo momento la sperimentazione è estesa anche a tutti i comuni delle regioni del cosiddetto Obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), con un finanziamento complessivo di 167 milioni, recuperati attraverso una riprogrammazione di fondi europei destinati proprio a quella zona d’Italia (l’ultima divisione parlava di 120 milioni per il 2014 e 27 per il 2015). In un terzo momento (cronaca di qualche settimana fa, con l’ultima legge di stabilità) vengono stanziati altri 40 milioni da destinare per il 2014 all’estensione della sperimentazione a tutto il resto del territorio nazionale non ancora coperto dalla misura (e dunque al centro- nord). Infine, la quarta tappa di oggi, con un’ulteriore e sostanzioso rafforzamento dello strumento nel Mezzogiorno grazie ai 300 milioni di nuovi fondi europei appositamente riprogrammati (serviranno ad allargare la platea degli interventi e a prolungare la sperimentazione anche al 2015). I 50 milioni iniziali delle 12 grandi città, i 167 della prima estensione al sud, i 40 dell’allargamento al centro-nord e i 300 del rafforzamento al sud portano il totale a 557 milioni.

L’operatività della misura. A che punto siamo nella pratica lo spiega il ministro Giovannini: “Per quanto riguarda le dodici grandi città, il ministro dell’Economia Saccomanni ha firmato il decreto che consente di erogare la prestazione alle prime 50 mila persone”. Infatti tutte le città, con la sola esclusione di Roma (in cui il bando è comunque imminente) hanno concluso le procedure e si attendono solamente le prime erogazioni effettive di denaro e servizi. Sul resto, spiega Giovannini, “abbiamo già contatti con tutti i comuni del mezzogiorno a cui la sperimentazione è destinata e prenderemo da gennaio i primi contatti anche con il centro-nord, in modo che per aprile si possa partire con il completamento dei bandi e con le erogazioni”. “Sui quasi 5 milioni di poveri assoluti presenti in Italia queste misure impatteranno su 400-450 mila persone, un impatto certamente rilevante, anche se non sufficiente”.

La vecchia social card. Come già detto, parallelamente al cammino di sperimentazione continua la copertura standard della carta acquisti tradizionale, che in legge di stabilità è stata rifinanziata per il 2014 con 250 milioni di euro: l’unica novità rispetto al passato sarà l’allargamento della platea dei beneficiari anche agli stranieri comunitari e i lungosoggiornanti. Riepilogando, i circa 560 milioni della sperimentazione doppiano abbondantemente i 250 della carta tradizionale, a testimonianza della volontà del governo di migrare da un sistema ad un altro, e portano il totale disponibile oltre quota 800 milioni di euro. (ska)

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