Bankitalia volta pagina allo Statuto via Nazionale ora vale 7,5 miliardi

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MILANO — Proprio alla vigilia del Panettone, l’assemblea straordinaria della Banca d’Italia ha modificato il proprio Statuto, adeguando a prezzi più in linea con la realtà – il precedente capitale sociale fissato nel ’36 era pari a 300 milioni di lire, cioè 156 mila euro – il valore di Via Nazionale. Ma attenzione, non c’è nessun regalo di Natale sotto l’albero: «L’aggiornamento delle quote – si legge in una nota di Bankitalia – non avrà effetti sul patrimonio di vigilanza delle banche partecipanti al 31 dicembre 2013, data rilevante ai fini dell’esercizio di Asset Quality Review» da parte della Bce. Anzi, c’è persino il rischio che l’impatto positivo sul patrimonio di vigilanza slitti al 2015, se la Bace accoglierà i rilievi contabili della Bundesbank.
Il via libera alle modifiche ha sollevato le critiche di Adusbef e Federconsumatori (Elio Lannutti ha parlato di una  patrimonializzazione occulta delle banche in vista degli stress test») mentre è stato salutato con favore da Antonio Patuelli, presidente dell’Abi. Ieri l’assemblea ha confermato il nuovo valore di 7,5 miliardi per l’ex istituto di emissione. Si tratta del limite superiore dell’intervallo di valore (5-7,5 miliardi) individuato nel parere tecnico realizzato dalla stessa Banca d’Italia, con l’ausilio di tre esperti esterni. Il nuovo Statuto, ha sottolineato con forza il governatore Ignazio Visco, riafferma il principio «già sancito dalla normativa e costantemente seguito nella prassi secondo cui l’Assemblea e il Consiglio superiore non possono ingerirsi nelle materie relative all’esercizio delle funzioni pubbliche attribuite alla Banca d’Italia o al governatore ». Dunque, viene solennemente ricordata ancora una volta l’indipendenza della Banca d’Italia dai suoi azionisti privati, mentre una legge del 2005 – rimasta lettera morta – ne aveva deciso la pubblicizzazione.
Il che non significa che ora tutti i passaggi del nuovo assetto siano stati chiariti: su molti punti si rimanda alla legge (che deve ancora essere approvata) e non è escluso che si rende necessaria una nuova assemblea straordinaria di Bankitalia, se il nuovo testo parlamentare lo richiedesse.
Tra gli aspetti su cui il Parlamento deve ancora mettere un punto definitivo c’è il tetto massimo di possesso azionario (dovrebbe essere il 3%) e l’identikit preciso dei soci, così come le regole del periodo transitorio: «Viene operato un rinvio alla legge per quanto riguarda le categorie dei partecipanti, il limite alla singola partecipazione e il periodo transitorio durante il quale alle quote eccedenti il limite sono riconosciuti i dividendi, con esclusione del diritto di voto».
Ci sono tuttavia due punti fermi: la facoltà per la Banca d’Italia medesima di acquistare le quote in eccesso ai limiti indicati ma solo via temporanea, per favorire il rispetto dei tetti, e il livello massimo della remunerazione delle future azioni, il 6% del capitale (portato a 7,5 miliardi).


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