I fiori di casa: 30 mila euro Le spese dei ricchi londinesi

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LONDRA — Capita di vedere davanti ad Harrods la Lamborghini colore viola di Nasser Al Thani, il ventiquattrenne rampollo della famiglia reale del Qatar che è famoso per la sua collezione di auto da fantascienza. Fa niente che parcheggi regolarmente in divieto di sosta e che torni a casa con una multa da 350 sterline, spiccioli, perché magari non ha neppure i documenti con sé.
Oltre ai bolidi personalizzati, a Nasser Al Thani piacciono tanti piccoli, si fa per dire, sfizi che può togliersi in Brompton Road: in fin dei conti i grandi magazzini sono suoi, appartenendo al fondo sovrano dell’emirato. Un orologio da 50 mila sterline. Un gioiello che non è da meno. Un guinzaglio da 500 sterline. E la mattinata è volata via.
Londra, ha certificato Eurostat, è la città-regione più facoltosa (e quella con le diseguaglianze più grandi) del Vecchio Continente. Si eclissano la piccola e media borghesia che non reggono il tormento del caro prezzi e nelle periferie vanno a concentrarsi gli «Oliver Twist del ventunesimo secolo». Ma nel cuore londinese si rincorrono gli ultraricchi del globo, un esercito variopinto di signore e di signori che nel 2011 e 2012 si sono permessi di spendere alcuni miliardi di sterline in investimenti immobiliari. Al di là delle dimore, la loro è un’opulenza spesso cafona. L’eleganza, anche lussuosa, è altra cosa. Ognuno, però, dispone come meglio crede del patrimonio che ha.
Curioso e interessante è fiutare, cosa che è ben riuscita al Times , lo stile di vita dei paperoni e delle relative consorti, i loro hobby e le loro debolezze nella capitale degli eccessi e delle diversità. Lo spunto lo ha offerto la cronaca, il processo nel quale Nigella Lawson, l’ex moglie di Charles Saatchi, compare in qualità di testimone. Le sue aiutanti di campo, le collaboratrici domestiche, hanno dipinto il quadro: 55 mila sterline per lo shopping da Donna Karan, 4.744 sterline per la bicicletta da camera (la cyclette), 3.733 sterline per qualche bottiglia di vino, 28 mila sterline per i concerti, 2.240 sterline per le lenzuola di Ralph Lauren, 2.200 sterline per i golfini di cachemire. Poi i fiori, 25 mila sterline che sono niente rispetto alle 300 mila sterline spese, qualche anno fa da Elton John, particolare raccontato dall’allora immacolata reporter Nigella.
Nessun moralismo. Perché mai? Si è padroni del proprio portafoglio. Osservare questo mondo significa puntare i fari sul costume londinese e delle classi privilegiate, o simile. Squarci di shopping dissoluto per soddisfare, di questi tempi, le voglie personali, dei figli, delle mogli e dei mariti.
L’attrice Gwyneth Paltrow regala 62 mila sterline all’insegnante di scacchi del suo bambino. Se serve rispondere a qualche capriccio basta rivolgersi all’agenzia «Bright Young Things», fondata da un’erede dei Guinness (birra) e tutto si risolve. Sono cinque i tutor che mediamente hanno i bimbi di genitori danarosi. Il miliardario perfetto, osserva il Times , non raccoglie gli escrementi del cane ma paga 25 sterline al dog-walker affinché provveda. Ha in casa opere d’arte che sono state selezionate nei continenti da esperti pagati per le consulenze, migliaia di banconote e alla figlioletta o al figlioletto (che porta il cognome Beckham) dona un braccialetto da 4 o 5 mila sterline al mese o un diamante da Cartier (Irina Malandina, la ex moglie di Roman Abramovich) e si permette viaggi-vacanza da 100 mila, sempre sterline (Scott Dunn è l’agenzia specializzata).
La cura del corpo è fondamentale. Massaggi a domicilio. Fitness, body shopping e bodyism (l’alimentazione taglia calorie) all’hotel Bulgari a Knightsbridge. Dove al mattino alle nove le limousine scaricano le mamme reduci dalle scuole della prole e dei nipoti (Elle Macpherson e Charlene de Carvalho, erede degli Heineken), per affidarle al trainer di moda e pure lui milionario James Duigan.
Si spende (a volte per la cocaina sul comodino). E si ostenta. Così vivono gli ultraricchi di Londra, lo stile Nigella è diffuso. Non tutti uguali, ovvio. La regina Elisabetta si riscalda con una stufetta elettrica da 30 sterline. Scuola diversa. Classe diversa. E poi c’è quel 28 per cento, due milioni di londinesi, che secondo il New Policy Institute vive in povertà.
Fabio Cavalera


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