Napolitano: proporzionale da superare

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ROMA — Dopo la bocciatura di punti chiave dell’attuale legge elettorale da parte della Corte costituzionale, interviene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo il quale «il Parlamento resta pienamente legittimato ad operare» e «la riforma del Porcellum è ormai un imperativo». Sulla sentenza della Consulta, e sul modo di porre rimedio, è scontro tra i partiti ma anche tra i due rami del Parlamento, visto che l’iter della riforma, avviato al Senato, potrebbe ricominciare dalla Camera.
Il capo dello Stato rivendica la legittimità del Parlamento e non usa mezzi termini per sollecitare le forze politiche a riformare la legge elettorale e a «mostrare una espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito, dal 1993, superamento del sistema proporzionale». A questo riguardo, entrando a Palazzo Reale a Napoli, il presidente della Repubblica chiarisce: «La decisione della Corte non può avere stupito chiunque ricordi le numerose occasioni in cui io sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento a modificare la legge elettorale del 2005 almeno nei punti di più dubbia costituzionalità». Napolitano ha ribadito la necessità di riforme «che riguardino almeno la riduzione del numero dei parlamentari e il superamento del bicameralismo paritario».
La giornata dopo la sentenza choc comincia in Parlamento con uno scontro con i 5 Stelle. Dopo l’occupazione dei banchi del governo, protestano definendo «illegittimi» tutto il Parlamento e il governo e chiedendo di tornare al voto con il Mattarellum. Preso atto del diniego alla richiesta di sospensione dei lavori per una riunione congiunta, i 5 Stelle abbandonano l’Aula per protesta. Scontro, e non è la prima volta, anche con il presidente della Camera, Laura Boldrini, che sostiene la «piena legittimità» delle Camere.
Sulla stessa posizione dei 5 Stelle converge, in un asse inedito, anche Forza Italia. Renato Brunetta denuncia l’illegittimità del Parlamento e, di conseguenza, «del presidente della Repubblica, eletto due volte da un parlamento votato con il Porcellum». Secondo Brunetta, la bocciatura del premio di maggioranza renderebbe «abusivi» 148 deputati di sinistra e il centrodestra avrebbe così solo due seggi meno del centrosinistra.
La riforma della legge elettorale è impantanata da tempo in Senato. La Camera chiede, attraverso la conferenza dei capigruppo, che la riforma passi a Montecitorio. Roberto Calderoli, padre leghista di un Porcellum che ha però molti «genitori», si oppone. E lo stesso fa il Nuovo centrodestra, con Maurizio Sacconi: «Il presidente del Senato è avvertito. Se si piega, reagiremo in maniera proporzionata». Sulla stessa linea Angelino Alfano: «La riforma ora è incardinata al Senato e lavorerà il Senato». Il Pd, invece, è diviso: Roberto Speranza plaude alla Conferenza dei capigruppo, mentre Anna Finocchiaro è ferma nel voler proseguire l’iter al Senato.
Chi è convinto che è il momento giusto per varare una legge è Matteo Renzi: «La legge si farà perché in Parlamento ci sono gruppi che hanno una fifa matta di tornare alle elezioni».
Alessandro Trocino


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