Sull’autostrada del rincaro record Da Milano a Como con l’11% in più

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COMO — «Viaggio attraentissimo su un cemento liscio come un parquet, senza callaie insidiose o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo». Scrivevano così i cronisti di novant’anni fa raccontando con toni trionfali l’inaugurazione dell’Autostrada dei Laghi, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Era, quella, la prima «via per sole automobili» del mondo, nata da un’idea del conte Piero Puricelli, l’imprenditore che in soli 15 mesi di lavori riuscì a realizzare il suo sogno. Nel 1924 fu aperto il tratto Milano-Varese, qualche mese dopo toccò alla Milano-Como. E questo tracciato, l’A9, continua a mantenere ancora oggi alcuni record, primo fra tutti quello del pedaggio: l’aumento dell’11,5% appena scattato, un primato assoluto, ne fa una delle autostrade più care d’Italia (per percorrere 30 km si pagano 3,90 euro).
Per gli automobilisti è il regalo di Capodanno del governo che ha accordato alle concessionarie autostradali aumenti medi del 3,9%, scatenando un coro di proteste, soprattutto al Nord, dove quella percentuale è molto più alta, mentre nel resto dell’Italia le cifre sono più basse della media e alcuni tratti del Sud sono addirittura senza pedaggio. Un aumento che finirà per pesare (oltre che sulle merci) soprattutto sulle tasche dei pendolari perché, come spiega Dario Balotta di Legambiente, «in generale i rincari sono maggiori per le piccole autostrade e qui l’80% di coloro che si spostano sono appunto pendolari».
Il motivo di questo maggiore sacrificio che colpisce in particolar modo la Lombardia, sta forse nelle parole del ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi che, annunciando gli aumenti del 3,9% (contro il 4,8% chiesto dai gestori) ha voluto precisare come «incrementi lievemente superiori alla media sono stati riconosciuti a quei concessionari impegnati nella realizzazione di opere di rilevante interesse per lo sviluppo del Paese». E in Lombardia, dove sono in funzione 560 km di autostrade, ce ne sono in progetto o in costruzione altre per 370 km, proprio in un periodo in cui il traffico è in continuo calo (-2% il valore medio nazionale nel 2013). Non a caso l’aumento maggiore dei pedaggi(8,01%) è stato concesso a Centropadane spa che dovrà realizzare il terzo ponte sul Po a Cremona e la Cremona-Mantova attraverso la sua controllata Stradivaria.
Tornando alla Milano-Como, in concessione ad Autostrade per l’Italia e percorsa ogni giorno da 40 mila veicoli, bisogna dire che si tratta di un’autostrada «aperta» con pedaggio fisso all’entrata (2,20 euro) e all’uscita (1,70 euro), ma tra le due barriere di Milano e Como ci sono cinque entrate-uscite di cui quattro «libere». Questo consente localmente l’uso gratuito dell’A9. Ma l’utilizzo maggiore resta ovviamente quello della tratta intera, percorsa dai pendolari sia in direzione della Svizzera che verso l’area metropolitana di Milano.
Lo stato del manto stradale (oggi in asfalto drenante) è perfetto proprio come quello in cemento di 90 anni fa, grazie anche ai lavori di costruzione della terza corsia, ultimata (in anticipo) nel luglio 2012 con un costo di 186 milioni. Il biglietto da visita, per chi viene da Milano, poco prima della diramazione per Como, è l’Autogrill Villoresi Est, fatto a forma di vulcano. Inaugurato nel gennaio 2013 è una struttura unica nel suo genere, ecosostenibile, realizzata con materiali ecologici e al 100% riciclabili, che per funzionare usa un sistema energetico misto geotermia-fotovoltaico. Nella vasta area ci sono servizi di tutti tipi, dalla ricarica rapida per veicoli elettrici, alla zona fitness, a quella per i bambini sino al parco per i cani.
Un altro primato dell’Autolaghi è costituito dal car pooling , qui sperimentato per la prima volta in Italia. Attraverso un sito internet è possibile cercare un passaggio per le varie tratte e al casello c’è un entrata/uscita dedicata: alle auto con quattro passeggeri a bordo il pedaggio viene scontato del 68,5%. Un sistema di condivisione delle spese che tra i pendolari ha riscosso un buon successo. Altri si stanno invece ingegnando con altri sistemi. Per esempio, se diretti a Milano, invece di entrare a Como, utilizzano il casello successivo, quello di Fino Mornasco dove il pedaggio di ingresso è solo di 70 centesimi.
Il pedaggio è troppo caro? Gli storici ricordano che 90 anni fa per le auto più potenti era di 20 lire (l’equivalente del prezzo di 8 quotidiani dell’epoca) mentre oggi costa come sei giornali. Ma erano altri tempi: allora viaggiare era un lusso e, in tutta Italia, circolavano meno di 90 mila veicoli.
Luigi Corvi


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