I più amati dalle “grandi marche”
Un morto lo scorso 12 novembre, quattro la scorsa settimana: sono i risultati delle ultime proteste dei lavoratori del settore tessile in Cambogia. Gli operai cambogiani (paese con il 70% della popolazione che ha meno di trent’anni) sono diventati tra i più ambiti al mondo: costano poco e – fino a poco tempo fa — non protestavano. Secondo i dati di una ong locale, in Cambogia ci sarebbero almeno 580 fabbriche tessili (394 nella capitale Phnom Penh, 82 nella provincia del Kandal province, 28 in quella di Kampong Speu e 16 in quella di Sihanoukville) che producono vestiti per Adidas, Calvin Klein, Clarks, H&M, Levi’s, Macy’s, Nike, Old Navy, Puma, Reebok oltre a numerose marche cinesi, di Singapore e Hong Kong.
Si tratta di un settore fondamentale del paese: 650 mila operai impiegati, per un giro d’affari di oltre 5 miliardi di dollari che rappresenta da solo oltre l’80% delle esportazioni della Cambogia.
Secondo i dati forniti dall’agenzia di stampa cambogiana, l’esportazione verso l’Unione europea porterebbe in Cambogia oltre 532 milioni di dollari, con un aumento nel 2013 del 45% rispetto al 2012, mentre le esportazioni per gli Stati uniti sarebbero cresciute del 17% per un totale di 660 milioni di dollari.
In Cambogia il régime gonfia i muscoli
Se il suo intento era quello di spaventare e disperdere i manifestanti delle industrie tessili di Phnom Penh, il piano di Hun Sen sembra aver avuto successo. A tre giorni dagli…
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