Complotti, alcove, bugie: il grado zero della politica e l’azzardo di François, presidente «normale»

Loading

La Storia innanzitutto, subito invocata. Come hanno fatto notare tutti i giornali, a cominciare dal Financial Times , i presidenti francesi non sono stati, e non sono mai voluti essere, modelli di virtù. Il «Love Affair» va dunque letto nel rispetto della tradizione — il presidente Félix Faure, nella Terza Repubblica, era morto fra le braccia della sua amante e, prima di lui, la vita sessuale di Napoleone III non aveva nulla da invidiare a quella di Dominique Strauss-Kahn — o come una conseguenza del Maggio 1968 e della liberazione dei costumi che ha accompagnato tale movimento? Fatto sta che la serie (nel senso quasi televisivo del termine) comincia con Valéry Giscard d’Estaing. Colui che un giorno disse a François Mitterrand: «Non divorzi mai!» in effetti non divorziò mai. Ma è rimasto celebre per le sue relazioni extraconiugali, scoperte in occasione di un incidente stradale all’«ora delle consegne del lattaio». Stesso debole per le donne lo troviamo in Jacques Chirac, ma il segreto fu ben custodito. Finché ci è stato recentemente spiegato che, nell’atteggiamento della moglie Bernadette, covava una voglia di rivincita. François Mitterrand aveva oltrepassato tutti i limiti poiché, nel massimo segreto, manteneva contemporaneamente due famiglie: una ufficiale, con la première dame , Danielle Mitterrand, e l’altra clandestina, con la madre di sua figlia Mazarine.
Le fortune/sfortune di Nicolas Sarkozy, invece, furono svelate ai quattro venti. Certo non tutte, ma l’abbandono da parte della moglie Cécilia, il fatto che quest’ultima non avesse votato al secondo turno delle presidenziali, infine l’idillio e il matrimonio con Carla Bruni, sì. L’idea del matrimonio, secondo Nicolas Sarkozy, era indissociabile dalla funzione presidenziale. Così, quando passava in rassegna gli avversari che avrebbe potuto affrontare nel 2012, scartava Laurent Fabius perché questi, diceva, aveva divorziato e non si era risposato.
La concezione di François Hollande è all’opposto. Ha vissuto quasi trent’anni con Ségolène Royal, con la quale ha avuto quattro figli, senza porsi il problema del matrimonio, così come con Valérie Trierweiler. O con Julie Gayet, se dovesse diventare la sua nuova compagna. E’ una scelta di vita assunta giorno dopo giorno in modo libero.
Parliamo infine dell’impatto politico. Tutte queste storie di alcova costituiscono un handicap politico? No, perché siamo in Francia e il puritanesimo all’anglosassone non è cultura dominante. Tuttavia, in una certa misura, anche sì.
I francesi considerano che i loro presidenti hanno diritto a una vita privata. Come per Nicolas Sarkozy, circa otto francesi su dieci ritengono che la vita privata di François Hollande riguardi soltanto lui. A Sarkozy veniva rinfacciata una frase pronunciata durante una conferenza stampa: «Con Carla è una cosa seria». Il che non era apparso molto serio…
Con François Hollande, il male è più insidioso. Gli si rimprovera spesso di essere indeciso, di avere un atteggiamento «vago» (l’espressione è di Martine Aubry). Ed ecco che, nella sua vita privata, proprio la «vaghezza», l’indecisione prevarrebbero. Hollande potrebbe cioè mantenere per Valérie Trierweiler la posizione di première dame , pur non vivendo più con lei. Qui l’immagine privata può sovrapporsi all’immagine pubblica.
Possiamo esserne certi, da parte dell’opposizione come dei mass media, sarà fatto di tutto per sfruttare politicamente questa vicenda. La storia è cominciata parecchie settimane fa nei circoli sarkozisti che interpellavano i giornalisti per aver la certezza che le voci di tale relazione venissero diffuse. L’obiettivo politico è stato formulato da Jean-François Copé, segretario generale dell’Ump, che ha giudicato l’episodio «disastroso», adducendo a pretesto che la vicenda offrirebbe all’estero un’immagine negativa della Francia.
La stampa non è da meno: ai commenti molto misurati degli editorialisti e alla prudenza cui sono chiamati lettori, ascoltatori o telespettatori, bisogna opporre lo spazio che la stessa stampa accorda a quello che è ben presto diventato un feuilleton . Con l’entusiasmo di sempre. Per esempio: si è parlato, senza verifiche, di un appartamento, prestato a Julie Gayet per incontrare il presidente, che apparterrebbe a un membro della mafia còrsa. Di qui, l’equazione rapidamente promossa: Hollande = vicinanza alla mafia. Senza curarsi delle proteste sollevate dal vero proprietario dell’appartamento…
Si dirà, con ragione: è il mestiere della stampa scandalistica quello di cercare, di mettere in evidenza qualsiasi argomento un po’ piccante. Con una sfumatura: la direttrice di Closer si è giustificata spiegando che si trattava, da un anno almeno, di un «segreto di pulcinella». Ma allora, perché non averne parlato quando questa relazione non fosse stata più un segreto, secondo quella che dovrebbe essere la regola? Perché scegliere proprio i giorni precedenti la conferenza stampa di inizio anno del presidente?
La mia reazione è stata: se non resta che una faccenda come questa per attaccare Hollande, significa voler impedire un clima migliore per lui. Migliore? Un messaggio di auguri coerente e stavolta convincente: due francesi su tre hanno approvato la volontà del presidente di stringere con gli imprenditori un «patto di responsabilità». La ripresa, che Hollande era stato l’unico ad annunciare, fa ormai parte delle previsioni dell’Ocse come della Banca di Francia. La curva della disoccupazione? In effetti dovrebbe, se pur di poco, confermare un inizio di inversione con le cifre di dicembre 2013. L’opposizione? Da quando Nicolas Sarkozy ha deciso di impegnarsi di nuovo in prima persona, è sempre più presa nelle sue liti interne. Insomma, il momento è stato scelto bene!
Ma, più seriamente, le domande che occorre porsi riguardano la sicurezza del presidente. Come mai i poliziotti incaricati di proteggerlo non sono stati messi in guardia, o non l’hanno messo in guardia, sul pedinamento di cui era oggetto? Infatti, se al posto delle macchine fotografiche ci fossero stati fucili di precisione, cosa sarebbe successo? Nel Partito socialista c’è chi non è lontano dal condividere quanto scritto dal celebre giornale satirico Le Canard Enchainé , che qualche giorno fa spiegava fino a che punto il ministero dell’Interno e la polizia fossero ancora nelle mani di fedeli di Nicolas Sarkozy. Questo potrebbe spiegare perché François Hollande sia stato tenuto all’oscuro della caccia di cui era oggetto. François Mitterrand aveva come abitudine, ogni giorno o quasi, di camminare una o due ore per le strade di Parigi, accompagnato semplicemente da un amico. Ma mai, salvo alcune foto autorizzate, la sua protezione è stata colta in fallo. Comunque, questa situazione riflette l’imprudenza del presidente. Il quale, a dir la verità, commette lo stesso errore del suo predecessore: Nicolas Sarkozy ha voluto imprimere alla presidenza uno stile molto personale, là dove i francesi si aspettavano una maggiore solennità.
François Hollande vorrebbe essere un presidente «normale». Ma i francesi non vogliono questa normalità, che non rientra nella natura del suo ruolo. Dovrà quindi adattarsi meglio all’idea di essere, ad ogni ora del giorno e della notte, il presidente della Repubblica. Nello stesso tempo, difficile non vedere che, nel momento in cui certi media pretendono di esercitare una polizia del pensiero, l’informazione scandalistica minaccia i nostri dirigenti. E dunque un giorno potrebbe minacciare noi stessi con una polizia dei costumi che non sarebbe accettabile.
(traduzione di Daniela Maggioni)


Related Articles

Perché il piano delle Nazioni Unite in Libia non può funzionare

Loading

Migranti. L’Oim calcola dai 700mila a 1 mln i migranti prigionieri in Libia. Da 37 a 50 mld il costo per evacuarli. E verso dove? I respingimenti aumentano solo morti e violenze

Guerra in Ucraina. Le truppe russe non sfondano, si combatte a sud di Kiev

Loading

Nella capitale si diffondono video sulla presenza dei sabotatori. Coprifuoco dalle 17. Registrati violenti scontri nella zona di Zhuliavny, vicino all’aeroporto. Per Reuters sarebbero pronti a intervenire anche battaglioni di ceceni

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment