Sull’aborto scontro Parigi-Madrid I francesi: ritorno all’età della pietra

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PARIGI — Conquiste sociali contro «età della pietra». Non ha fatto ricorso a troppa diplomazia Marisol Touraine, ministro francese degli Affari sociali e della Sanità, quando ieri ha duramente criticato il progetto di legge spagnolo che punta a limitare il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Touraine se l’è presa con la Spagna, ma parlava soprattutto all’opposizione francese, che in questi giorni si batte in Parlamento contro la legge sulla parità uomo-donna e la nuova, più liberale, disciplina dell’aborto.
«Se il testo spagnolo dovesse essere adottato riporterebbe le donne all’età della pietra»; «Sarebbe una regressione senza precedenti»; «Occorre mobilitarsi per fare in modo che quella legge non passi», sono alcune delle frasi pronunciate dal ministro, che ha tralasciato la circospezione di solito osservata dagli uomini di governo a proposito della vita politica e sociale degli altri Paesi.
Il testo spagnolo è stato proposto dal ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón e approvato a fine dicembre dal Consiglio dei ministri. Più restrittivo rispetto alla legge precedente del 1985, riconosce la possibilità di interrompere la gravidanza solo in presenza di una di queste due condizioni: pericolo per la vita e la salute fisica o psicologica della donna, violenza sessuale seguita da una denuncia.
In Spagna il progetto di legge arriverà in Parlamento entro due mesi per l’approvazione definitiva, ma viene già salutato come la strada da seguire nelle manifestazioni dei militanti francesi contro l’aborto: domenica migliaia di persone sono scese in piazza a Parigi per sostenere la politica spagnola ed esporre manifesti provocatori che raffiguravano un feto e la scritta «dovremo andare in Spagna per tenerlo?».
Quanti in Francia si erano opposti al mariage pour tous , il matrimonio aperto agli omosessuali voluto da Hollande, hanno trovato un nuovo fronte di contrapposizione con la maggioranza socialista: lunedì è cominciato all’Assemblea nazionale il dibattito sul progetto di legge per la parità uomo-donna, fortemente voluto dal ministro Najat Vallaud-Belkacem.
Oltre alle misure per incoraggiare gli uomini a prendere il congedo di paternità, due articoli puntano a facilitare il ricorso all’aborto, sopprimendo il requisito di «donna in situazione di difficoltà» previsto dalla legge Veil del 1975, e sanzionando chi intralcia l’interruzione di gravidanza (per esempio negando alla donna le informazioni necessarie).
Nel centrodestra francese c’è chi cavalca la marcia indietro spagnola per ipotizzare un mutato clima sociale in tutta Europa e opporsi alla nuova disciplina dell’aborto proposta in patria. Il ministro Touraine (54 anni, figlia del sociologo Alain) ha chiesto a Jean-François Copé, segretario del partito di opposizione Ump, se l’emendamento per il «no al rimborso dell’aborto» presentato da una ventina di deputati rappresenti la posizione ufficiale del partito: «È importante, i francesi hanno il diritto di sapere».
A quattro mesi dalle elezioni europee di maggio, Touraine sostiene che «il diritto delle donne dovrà essere un tema della campagna elettorale», e invoca una mobilitazione transnazionale.
Stefano Montefiori


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