I 5 Stelle votano per il proporzionale

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MILANO — Alla fine tra i Cinque Stelle trionfa il caro, vecchio proporzionale, il sistema — per intenderci — della Prima Repubblica. Ieri c’è stata una accelerazione per la scelta del modello di legge elettorale voluto dai cittadini «certificati sul blog». Gli attivisti sono stati chiamati a scegliere tra maggioritario e, appunto, proporzionale. Il risultato è stato schiacciante: in 20.450 si sono schierati per il metodo pre-Mattarellum mentre 12.397 hanno sostenuto l’altro sistema. I votanti in tutto sono stati 32.847: una netta crescita (circa il 30% in più) rispetto ai 24 mila militanti che hanno espresso la loro preferenza sull’abolizione del reato di clandestinità. Nulla di definitivo, però. Si tratta di una prima tappa — dopo le delucidazioni di Aldo Giannuli sul sito e sul canale web La Cosa — per arrivare al modello pentastellato da sostenere in Parlamento. «Per fine febbraio la legge elettorale del M5S nelle sue linee essenziali sarà pronta», assicura Beppe Grillo, che prende la palla al balzo per attaccare l’incontro tra Renzi e Berlusconi. «Informazione e condivisione sono le parole della democrazia, ignote ai partiti che si riuniscono nelle loro sedi tra pregiudicati, pagate dai finanziamenti pubblici, in privato, per decidere le sorti di 60 milioni di cittadini italiani trattati come sudditi, tenuti fuori dalla porta del Potere», punge il leader.
E sempre sul blog Grillo replica al segretario democratico, che alla direzione del Pd aveva accusato il Movimento di «fuggire» dal confronto. «Il M5S ha il difetto della coerenza, gravissimo in un Paese in cui la madre dei quaquaraquà e dei bulli di provincia è sempre incinta», attacca il fondatore dei Cinque Stelle. «Chi scappa? Chi non rispetta i referendum? Chi disattende il programma con cui si è presentato ai cittadini? Chi non prende neppure in esame le leggi di iniziativa popolare?», incalza il leader. E sostiene: «Noi facciamo i fatti, manteniamo le promesse, gli altri fanno solo pugnette, in particolare i segretari del PDexmenoelle che cambiano ad ogni stagione ma in realtà non cambiano mai». Solo una prima puntata, facile che oggi a Roma, alla conferenza in programma all’Associazione della stampa estera (trasmessa in streaming sia sul blog sia sul sito dei parlamentari, ndr ), arrivi il bis. Ieri Grillo è arrivato nella capitale e ha cenato con i responsabili della comunicazione, i capigruppo e i parlamentari impegnati con lui sul palco questa mattina.
«Sarà l’occasione per scagliarci contro l’impoverimento che ci stanno imponendo», dicono fonti vicine al Movimento. Un secondo atto, dopo il V-day, per lanciare la campagna elettorale per le Europee. Si tratterà di un periodo — quello primaverile — particolarmente intenso e complesso (da organizzare) per Grillo e i pentastellati. Il leader sarà diviso, infatti, tra il tour del suo nuovo show «Te la do io l’Europa» e qualche comizio. I parlamentari, invece, potrebbero essere impegnati in modo capillare lungo la penisola, «a gruppi di quattro-cinque». L’intenzione è quella di superarsi, andando oltre anche alla manifestazione di piazza San Giovanni del febbraio scorso, con «un finale con i botti, al cuore dell’Europa». Intanto, continuano le fibrillazioni interne con i dissidenti. Mentre prendono quota le voci di una possibile mail di dissenso indirizzata anche a Gianroberto Casaleggio. Ieri si sono registrati altri affondi. «Solo una cosa: avvisare del voto in ritardo (è successo anche oggi) è una scelta?», ha scritto Francesco Campanella. «Beppe Grillo chiami i capigruppo e vada a confrontarsi con Matteo Renzi sulla legge elettorale ma soprattutto sulle riforme», ha detto all’Huffington Post Luis Alberto Orellana.
Emanuele Buzzi


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