Il Papa e le coppie gay: sfida per la Chiesa
ROMA — I figli di coppie gay e di genitori separati pongono sfide educative nuove alla Chiesa, ha detto papa Francesco. Quasi a conclusione del lungo colloquio con i Superiori generali degli ordini religiosi il cui resoconto è stato stilato dal direttore della rivista dei Gesuiti, Civiltà Cattolica , Antonio Spataro, il Papa si è soffermato sul tema dell’educazione, sottolineando che essa «deve essere all’altezza delle persone che educa, deve interrogarsi su come annunciare Gesù Cristo a una generazione che cambia».
Bergoglio ha citato alcune sue esperienze a Buenos Aires sulla preparazione che si richiede per accogliere in contesti educativi bambini, ragazzi e giovani che vivono situazioni complesse, specialmente in famiglia. E ha fatto un esempio molto chiaro, riguardante una coppia di donne lesbiche. Ha spiegato Bergoglio: «Ricordo il caso di una bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: “la fidanzata di mia madre non mi vuol bene”». «La percentuale di ragazzi che studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è elevatissima» ha quindi aggiunto il Pontefice. «Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Come annunciare Cristo a questi ragazzi e ragazze?», ha quindi domandato ai suoi interlocutori. «Come annunciare Cristo a una generazione che cambia? Bisogna stare attenti a non somministrare a essi un vaccino contro la fede».
Per il Papa, i pilastri dell’educazione sono: «Trasmettere conoscenza, trasmettere modi di fare, trasmettere valori. Attraverso questi si trasmette la fede». Quindi ha insistito: «Il compito educativo oggi è una missione chiave, chiave, chiave!». Naturalmente l’attenzione educativa del Papa ha destato particolare attenzione in Italia dove il neosegretario del Pd, Matteo Renzi, ha avanzato la proposta di disciplinare le unioni civili delle coppie omosessuali, sulla falsariga della legge inglese voluta dal governo Blair. Un «no» tondo alla proposta di Renzi è arrivato dalla Chiesa italiana. Enrico Solmi, responsabile Cei per la famiglia, il vescovo competente per materia, è stato intervistato dalla Radio Vaticana.
La proposta di Renzi potrebbe però essere, secondo il vaticanista americano John Allen ,l’occasione per papa Francesco di esprimere la sua posizione sul problema. Allen, nel suo blog sul National Catholic Reporter , martedì scorso ha messo in evidenza che «non capita spesso che la vita reale generi un esperimento per aiutare a risolvere un dibattito storico» sulla posizione dell’allora cardinale di Buenos Aires sulle unioni gay. L’Argentina nel 2010 è stato il primo Paese del Sudamerica a riconoscere il matrimonio omosessuale. La tesi espressa da Allen all’indomani dell’elezione di papa Francesco e mentre gli Stati Uniti aspettavano la sentenza della Corte suprema, è che il cardinale Bergoglio avesse una posizione diversa rispetto alla maggioranza dell’episcopato argentino. Il cardinale aveva inviato una lettera a tutti i monasteri di clausura del Paese invitando le suore a pregare perché la legge sui matrimoni gay non passasse: «Non siamo ingenui — scrisse — non si tratta solo di una legge, ma il Padre della Menzogna cerca di confondere e ingannare i figli di Dio»… «è un tentativo di distruggere il piano di Dio». Ma sul piano pratico, Bergoglio avrebbe giudicato l’introduzione delle unioni civili come un male minore rispetto ai matrimoni tra partner dello stesso sesso.
Apprezzamento per le parole del Papa per i ragazzi figli di coppie gay è stato espresso dal portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo: «Sarebbe un fatto storico se il Papa incontrasse le famiglie di coppie gay. La sua è un’attenzione inedita per un Pontefice a cui bisogna guardare con fiducia».
M.Antonietta Calabrò
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