Letta sale al Quirinale Sul tavolo le riforme e il bis da scongiurare

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ROMA — Dopo 15 ore di volo, uno scalo tecnico in New Jersey, Enrico Letta rientra dal Messico nel primo pomeriggio. Va direttamente a Palazzo Chigi, sente Angelino Alfano, riunisce il comitato delle privatizzazioni, insieme al ministro Fabrizio Saccomanni, poi si reca al Quirinale: al capo dello Stato Giorgio Napolitano riferisce della missione appena compiuta e illustra alcuni dei punti del contratto di coalizione.
Il ritorno al lavoro, a Palazzo Chigi, è comunque all’insegna del riserbo assoluto. Nessuna comunicazione ufficiale, nessun commento sulle polemiche delle ultime ore. Oggi Letta potrebbe vedere il ministro Nunzia De Girolamo, per farsi un’idea più compiuta su un caso scoppiato mentre era all’estero. Potrebbe, anche se non è in agenda, avere anche un incontro con Matteo Renzi: a Palazzo Chigi o nel corso della riunione della segreteria del Partito democratico.
Voglia di polemizzare con il segretario del Pd, che nei suoi confronti non è stato tenero, non se ne riscontra: «Non ha mai polemizzato con nessuno in quindici anni di carriera politica, figuriamoci se inizia ora», dicono i suoi. Di certo alcune preoccupazioni esistono e vengono attutite dal silenzio comunicativo: con Napolitano il capo del governo ha discusso di tutto, ovviamente, anche dell’ipotesi di un Letta bis. Ipotesi che per entrambi va scongiurata, troppo pericolosa per la stabilità dell’esecutivo.
In Parlamento circola la voce che sia il segretario del Pd che il presidente del Consiglio abbiano ognuno una propria lista con tanto di nomi e di caselle che potrebbero rientrare in un rimpasto. Ma sono rumors ; ancorché, forse, fondati. Ufficialmente il rimpasto non lo vuole nessuno: «È una noia per Renzi, lo è per noi, si discute di una cosa che nessuno ha mai chiesto», ironizzano a Palazzo Chigi, mentre ammettono che in questa fase c’è un eccesso di tattica. Sulla composizione del governo come sulla legge elettorale: «Non sono pochi che vogliono attribuirsi un merito e al momento la cosa fa premio sui contenuti».
Proprio sulla legge elettorale, mentre Renzi conferma che è più che legittimo incontrare Silvio Berlusconi e cercare un accordo anche con Forza Italia, nel governo aggiungono che le basi di una possibile intesa esistono in primo luogo entro il perimetro della maggioranza, sul modello del sindaco d’Italia, con un doppio turno. Lo avevano già detto la scorsa settimana, non sembra cambiato il convincimento. Di più, almeno dai collaboratori di Letta, non arriva, se non che il tema resterà comunque fuori dal contratto di coalizione, in quanto materia in primo luogo parlamentare.
Di sicuro, aggiungono nello staff del presidente del Consiglio, è tornato dal Messico carico e ottimista, nonostante tutte le polemiche: entro la prossima settimana, ha assicurato anche a Napolitano, «sarò in grado di chiudere il contratto di coalizione».
Marco Galluzzo


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