L’Onu accusa: «Il Vaticano permise gli abusi»
ROMA — «La Santa Sede ha adottato sistematicamente politiche e pratiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi sui minori e all’impunità dei colpevoli. La Santa Sede ha sempre posto la salvaguardia della reputazione della Chiesa e la tutela degli interessi dei colpevoli sopra a quella dei bambini». È la dura accusa della Commissione Onu per i diritti dei minori nei confronti del Vaticano a proposito dei preti pedofili, espressa nel Rapporto reso pubblico alle 12 di ieri dopo un’indagine svolta in base a documentazione raccolta e con audizioni pubbliche. Immediatamente la notizia è diventata top trend su Twitter in tutto il mondo con l’hashtag #Vaticano.
In un documento di sedici pagine, l’organismo delle Nazioni Unite ha denunciato le politiche della Santa Sede che hanno permesso a religiosi di continuare ad abusare sessualmente di decine di migliaia di bambini e ragazzi. E ha chiesto «l’immediata rimozione» dei responsabili di quegli atti, che dovrebbero essere «consegnati» alle autorità civili, oltre all’apertura degli archivi sui pedofili e sugli uomini di Chiesa che hanno coperto i loro crimini. Il presidente del Comitato Onu per i diritti dei bimbi, Kristen Sandberg, ha poi anche dichiarato che il Vaticano ha violato la Convenzione Onu per i diritti dei minori.
Dopo oltre due ore, e con un comunicato che sembrava rivelare un certo imbarazzo, è arrivata la risposta del Vaticano: la Santa Sede in una nota, «prende atto delle Osservazioni Conclusive sui propri Rapporti», ma vede in «alcuni punti» delle Osservazioni un «tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica» con riferimento alla parte del documento in cui essa è stata criticata aspramente anche per il suo atteggiamento verso l’omosessualità, la contraccezione e l’aborto. Poi nel pomeriggio è intervenuto direttamente il Segretario di Stato Pietro Parolin, che ha detto: «Questo rapporto bisogna studiarlo. La Santa Sede si riserva di rispondere dopo aver preso conoscenza e aver approfondito i rilievi fatti». Parolin ha assicurato che «una risposta ci sarà e sarà una risposta articolata. Da parte nostra non possiamo che ribadire la volontà di adempiere a quelle che sono le esigenze della Commissione e della Convenzione». «Il fatto che la Santa Sede abbia aderito — ha sottolineato monsignor Parolin, rimasto un po’ sorpreso per il riferimento all’aborto — significa la sua volontà di adempiere a tutte le indicazioni della Convenzione».
Il rapporto Onu è stato redatto dopo un’indagine condotta il mese scorso con audizioni pubbliche anche di alti esponenti della Santa Sede. Al punto 14 del Rapporto, il Comitato raccomanda alla Santa Sede una revisione del suo assetto normativo, in particolare del Codice di diritto Canonico in modo di assicurare una completa aderenza alla Convenzione Onu per la protezione dei bambini. Perché — come il Comitato scrive a pagina 10 — «gli abusi sessuali nei confronti dei bambini non sono “delitti contro la morale”, ma crimini». Il Comitato raccomanda ancora «un meccanismo che ad un alto livello abbia il mandato e la capacità di coordinare le normative a favore dei diritti dei bambini attraverso tutti i consigli pontifici, le Conferenze episcopali e le istituzioni religiose che sono sotto l’autorità della Santa Sede».
Il Rapporto chiede anche che a questo scopo siano previsti bugdet adeguati, che la Santa Sede conduca approfondimenti sul personale religioso che ha lavorato nelle lavanderie di Magdalene in Irlanda (il caso che ha ispirato il film «Philomena» con Judy Dench) e che i risultati vengano resi noti alle autorità civili.
Il Documento fa quindi riferimento alla Commissione di indagine decisa da Papa Francesco lo scorso dicembre al termine del cosidetto G8 dei cardinali e annunciata dal cardinale Sean O’Malley, sottolineando l’opportunità che i risultati dell’indagine diventino pubblici. Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, a questo proposito, spiega che la Chiesa affronta il fenomeno «con un’esigenza di trasparenza» e la prova è che «nei prossimi giorni o settimane» dettaglierà il piano e «il funzionamento della Commissione creata per prevenirli».
Per «Save the Children» il Rapporto Onu è la conferma della assoluta necessità di predisporre «procedure efficaci per la tutela di bambini e adolescenti nei luoghi organizzati che frequentano abitualmente».
I numeri, forniti dal Vaticano a inizio 2013, mostrano che il picco delle denunce canoniche di abusi ricevuti dalla Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio, è stato nel 2004, con 800 denunce, mentre negli ultimi tre anni ci si è attestati sui 600 casi all’anno, che in maggioranza riguardano abusi commessi dal 1965 al 1985.
M.Antonietta Calabrò
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