Gli italiani che si curano senza medicine “Ecco perché il corpo può guarire da solo”

by Sergio Segio | 7 Febbraio 2014 8:05

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OMEOPATIA, fitoterapia e agopuntura sono scelte da almeno il 15-20 per cento degli italiani. La loro convinzione e la loro fiducia sono un pezzo importante della cura.
Chi cerca prove scientifiche sulla forza del cervello troverà risposte nell’effetto placebo, un meccanismo ben noto che viene utilizzato anche per testare
il funzionamento dei farmaci. Il professor Fabrizio Benedetti di Torino è il più importante studioso italiano in questo campo. In alcuni casi il placebo, cioè la pasticca di zucchero, è efficace più delle medicine stesse. «Ci sono studi che dimostrano come il 75 per cento dell’effetto antidepressivo deriva da questo fattore. Ma le percentuali di efficacia sono alte anche se viene confrontato a medicinali per il dolore, per i disordini del movimento, per il morbo di Parkinson e per i problemi del sistema immunitario ed endocrino». Come funziona il placebo? «È un meccanismo psicologico e sociale, nel senso che è richiesta l’interazione con un terapeuta. L’aspettativa di un beneficio mette il cervello in un determinato stato, inibisce il dolore, migliora la performance motoria. Per certi versi si tratta di un inganno per far agire i neuroni».
Non hanno a che fare con la menzogna ma puntano sulla forza del cervello altre due discipline, che richiedono invece un ruolo attivo della persona: la meditazione e il neurofeedback. I copiosi studi sulla prima sono stati raccolti dallo psichiatra bolognese Alberto Chiesa. «È stato visto che otto settimane di meditazione riducono l’attivazione dell’amigdala, una parte del cervello che risponde prepotentemente agli stimoli di rabbia, paura, ansia, desiderio incontrollato. Inoltre si sviluppa l’attività della corteccia prefrontale, deputata alla gestione in tempo reale delle emozioni». Chi medita riduce stress e ansia ma stimola anche il sistema immunitario. «In generale queste persone sono più stabili, e questa pratica infatti aiuta anche contro le dipendenze». Il neurofeedback invece è utilizzato per deficit di attenzione, iperattività, dolori cronici, insonnia e stress. Consiste nel mettere il paziente davanti a uno schermo dove viene proiettato un oggetto (per i bambini può essere un trenino) che si sposta seguendo i segnali del suo encefalogramma. Questa specie di “specchio” della mente serve ad insegnare al soggetto, facendogli cambiare il percorso del trenino, ad intervenire sul suo cervello. Daniela Palomba, professore di psicologia a Padova, spiega che «è un po’ come imparare a camminare: la persona deve cavarsela da sola e capire come agire sulle varie fasi encefalografiche, quella rilassata, quella vigile e così via».
Agire sull’organismo per contrastare le malattie vuol dire fare anche attività fisica. Non la corsa nel parco di chi è sano, bensì la ginnastica in palestra di persone malate, anziani che hanno avuto infarto o ictus e soffrono di problemi cronici. Molte Asl italiane, per prime quelle toscane, offrono questa attività ai cittadini. Poi c’è lo sconfinato fronte dell’alimentazione. Vari i benefici dimostrati di alimenti come mandorle e nocciole, broccoli, succo di melagrana, pesce.
La capacità del corpo di curarsi da solo, o comunque senza medicinali, sta alla base delle cosiddette medicine complementari. «Se vai dall’omeopata o dall’agopuntore — spiega Sonia Baccetti, che dirige il “Fior di prugna” di Campi Bisenzio (Firenze), il primo ambulatorio pubblico di agopuntura e fitoterapia in Italia — ti chiederanno di fare attenzione agli stili di vita. Le nostre sono medicine curative e preventive, e agiscono anche attraverso la psiche. Partono cioè dal potere dell’organismo di affrontare i problemi di salute da solo. Ma aggiungono anche altro: la fitoterapia punta sui principi attivi delle erbe e l’agopuntura stimola zone dell’organismo attraverso gli aghi».

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