Scuola, il pasticcio dei fondi per combattere la dispersione

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PER contrastare la dispersione scolastica, il ministero assegna più fondi alla Lombardia, dove il fenomeno è meno grave, che alla Campania, regione con una vera emergenza in corso. Il ministero per l’Istruzione ha pubblicato ieri il decreto che fissa la ripartizione dei 15 milioni di euro stanziati col decreto- scuola per combattere un fenomeno nel quale, purtroppo, l’Italia eccelle in Europa. Spulciando tra i numeri forniti dallo stesso provvedimento, emerge una situazione paradossale: alle regioni del mezzogiorno, dove abbandoni scolastici e bocciature abbondano e le competenze in lettura e matematica sono tra le più scarse d’Europa, arrivano meno fondi rispetto alle regioni dell’Italia settentrionale e centrale. Alla Lombardia, per esempio, dove la dispersione tocca il 15,34 per cento, il decreto assegna 2,2 milioni di euro, mentre alla Campania, dove il fenomeno sfiora il 22 per cento, ne dà 1,8.
Com’è possibile? La ripartizione dei fondi è stata effettuata non tenendo conto delle cifre della dispersione, ma in base al numero di alunni iscritti in ogni singola regione. Così la Sicilia, che ha più alunni del Lazio e una dispersione di 10 punti più alta – 25 contro 13 per cento – riceve 1,56 milioni contro il milione e 361mila della regione Lazio. Il sottosegretario Marco Rossi Doria spiega le ragioni di questa scelta: «La dispersione scolastica è una grande questione nazionale. E i dati ci dicono che anche nelle periferie urbane del centro-nord gli abbandoni hanno raggiunto e superato i livelli di guardia. Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, inoltre, hanno avuto 50 milioni di fondi europei per il biennio in corso e stanno lavorando già per battere la dispersione. Il bando punta a rispondere alle diverse esigenze dei territori, fra cui anche l’integrazione e il successo formativo degli alunni di cittadinanza non italiana ». Ma il decreto non convince i sindacati, che «non sono stati neppure interpellati per progetti che con tutta probabilità vedranno impegnati anche i docenti interni alle scuole». E contro quelle tabelle si schiera anche Davide Faraone, responsabile welfare nella segreteria pd di Matteo Renzi: «Nella ripartizione dei fondi – attacca Faraone – si è tenuto conto più della popolazione scolastica che della dispersione: così facendo però il divario tra scuola del Nord e del Sud non si ridurrà mai. Il Pd propone invece una vera e propria task force sul mezzogiorno che studi le realtà più a rischio e tenga conto di tutte le problematiche esistenti e, sulla base di questi dati, trovi soluzioni mirate e ad hoc».


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