Arriva la riforma dello spionaggio Stop alle intercettazioni di massa

Arriva la riforma dello spionaggio Stop alle intercettazioni di massa

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WASHINGTON — La conferma di un’iniziativa presidenziale e una promessa fatta qualche tempo fa. Poi bisognerà valutare i fatti. E i dettagli, talvolta insidiosi. I collaboratori di Barack Obama presenteranno questa settimana al Congresso alcuni cambiamenti sulla spionaggio condotto dalla Nsa, l’agenzia che «cura» l’intelligence elettronica su scala planetaria. Un tentativo di placare — ma solo un poco — le proteste dopo l’esplosione dello scandalo delle intercettazioni.
La proposta, annunciata a gennaio dopo una revisione interna, ruota attorno a tre punti confermati ieri da un articolo del New York Times : 1) Non sarà più l’Nsa a conservare i dati telefonici raccolti negli Usa ma il compito passerà ai gestori telefonici. 2) Per accedere a queste informazioni sarà necessario avere l’autorizzazione specifica di un giudice. 3) I «contatti» verranno tenuti in archivio per 18 mesi e non per 5 anni, quindi saranno eliminati.
Il presidente, in viaggio in Europa, ha sottolineato che il cambiamento non pregiudicherà la lotta al terrorismo (messaggio al Congresso) e al tempo stesso cercherà di rassicurare quanti sono furiosi per l’intrusione degli agenti: «In effetti c’è il rischio di abuso della tecnologia», ha aggiunto Obama rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa all’Aia.
La questione che più preoccupa cittadini e associazioni per i diritti civili è il rastrellamento massiccio di dati — email, messaggini, chiamate — che permettono di ricostruire il network sociale di una persona o di un gruppo di individui. Il presidente ha riconosciuto che è indispensabile «riconquistare la fiducia delle persone» dopo le rivelazioni, però ha anche parlato di «news diffuse in modo scandalistico». Una visione riduttiva di quanto avvenuto in questi ultimi mesi.
La storia, infatti, ha un fronte diplomatico serio, ad aprirlo è stata la stessa Nsa quando ha rivolto le sue antenne verso gli altri Stati, amici e nemici. Una delle operazioni emersa dai documenti trafugati da Edward Snowden, l’ex dipendente dell’agenzia autore della clamorosa fuga di notizie e oggi in Russia, dicono molto. L’Nsa è in grado di captare le telefonate di un intero Paese e le può riascoltare nell’arco di un mese. Un Grande Fratello che vede e sente ovunque. Obama, nei mesi scorsi ha provato a rassicurare i partner spiati, però non sembra disposto a cambiare di molto la «pesca» attuata dall’intelligence all’estero. Senza fermarsi davanti ad alcuna porta.
L’iniziativa della Casa Bianca deve essere recepita e poi approvata dal Congresso dove però stanno preparando un altro progetto di legge. Alla Camera un gruppo di deputati vuole ridurre, da una parte, il tempo di permanenza dei dati in archivio, ma, dall’altra, non prevede la firma di un giudice per frugare nella vita degli altri. L’Nsa può agire con la semplice autorizzazione del Dipartimento della Giustizia oppure della Dia, il direttore dell’intelligence.
È evidente che in questo secondo caso la discrezione e i parametri possono essere meno rigidi o, se volete, più elastici. Inoltre, sempre per i deputati basterà un «ragionevole sospetto» per mettere «sotto» un obiettivo e non ci vorranno indizi forti su probabili attività criminali.
Nella linea di difesa stabilita dalla Nsa la possibilità di ascoltare e captare l’impossibile è presentata con l’esigenza di proteggere l’America da avversari interni ed esterni. Formazioni eversive impegnate nella preparazione di attacchi o spie straniere. Tanto è vero che non c’è allarme terrorismo dove chi indaga non faccia riferimento alle «conversazioni» tra i «cattivi» intercettate all’altro capo del mondo.
I critici del sistema rispondono che, insieme all’intrusione, c’è un problema di gestione. Il massiccio rastrellamento di telefonate/contatti è un atto preventivo, a prescindere dall’esistenza di motivi reali. Ma questo comporta che nella rete finisca anche materiale inutile. E viene citato il caso degli attentatori alla maratona di Boston, passati indenni sotto qualsiasi tipo di radar, database, liste nere e viaggi sospetti. Alla fine sono riusciti a colpire lo stesso.
Guido Olimpio


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