Disoccupazione. «Garanzia giovani» al via, ma i fondi sono irrisori

Disoccupazione. «Garanzia giovani» al via, ma i fondi sono irrisori

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Nel 2013 erano circa 74,5 milioni i disoc­cu­pati al di sotto dei 25 anni nel mondo, quasi un milione in più rispetto all’anno pre­ce­dente. Sono que­sti i numeri di un «eser­cito» di gio­vani sui quali la crisi di è acca­nita di più. Per l’Organizzazione inter­na­zio­nale del lavoro (Ilo), il tasso di disoc­cu­pa­zione gio­va­nile ha supe­rato il 13%, quasi tre volte quello degli adulti?.In Ita­lia, per il momento, è arri­vato al 42,4%, un record da quando esi­stono le serie sto­ri­che dell’Isdtat dal 1997 ad oggi. Una per­cen­tuale desti­nata pur­troppo a salire anche tra il 2014 e il 2015 quando si pre­vede un’ulteriore impen­nata della disoc­cu­pa­zione. Tra que­sti ragazzi anche l’Ilo con­ta­bi­lizza i «Neet», quelli che non lavo­rano, non stu­diano e non si for­mano. Secondo Euro­stat, nel 2011 erano 7,5 milioni i ragazzi euro­pei tra i 15 e i 24 anni a ritro­varsi in que­sta con­di­zione. Altri 6,5 milioni si tro­ve­reb­bero tra i 25 e i 29 anni. In Ita­lia sono circa 2,2 milioni, secondo gli ultimi dati del 2012 rife­riti alla fascia 15–29 anni. Anche per l’Ilo quella della «garan­zia gio­vani» diventa in que­ste con­di­zioni un’«opportunità». Si tratta di un pro­gramma euro­peo voluto dai socia­li­sti a livello comu­ni­ta­rio e da tempo sban­die­rato dai governi ita­liani. Prima da quello Letta, oggi da quello Renzi che lo farà par­tire dal 1 mag­gio, quando aprirà un por­tale online dedi­cato agli under 25 che si sono diplo­mati o lau­reati. A loro verrà con­cesso un tiro­ci­nio o uno stage retri­buito entro 4 mesi dal con­se­gui­mento del titolo. Quanto alle pos­si­bi­lità di restare nell’azienda dove hanno effet­tuato il periodo di prova non si hanno noti­zie. Del resto, non si è ancora com­preso nem­meno con quale con­tratto potreb­bero restarci. Tutto dipende dalla volontà dell’imprenditore, dalla con­giun­tura (assai nega­tiva) del mer­cato, fatto salva la dispo­ni­bi­lità dei gio­vani, con­si­de­rati anche in que­sto caso «forza lavoro poten­ziale» e dun­que sem­pre dispo­ni­bile a qual­siasi inca­rico o lavoro, a qual­siasi prezzo. Ieri alla Camera, in un’iniziativa pro­mossa dall’Ilo e da «You­thIn­ter­group», la «Garan­zia gio­vani» è stata «una oppor­tu­nità da non per­dere». Nel frat­tempo emer­gono i primi pro­blemi. Cento milioni su 1,5 miliardi sono stati trat­te­nuti dallo Stato per poten­ziare i cen­tri dell’impiego. La somma è stata ripar­tita tra le regioni, in par­ti­co­lare quelle meri­dio­nali, dove la disoc­cu­pa­zione gio­va­nile è più alta. In testa c’è la Cam­pa­nia con 191,6 milioni, seguita da Sici­lia e Lom­bar­dia. Secondo Gianni Rosas (Ilo) per affron­tare l’emergenza sareb­bero neces­sa­rio un bud­get cin­que volte supe­riore rispetto a quello dispo­ni­bile. L’Italia dovrebbe spen­dere tra lo 0,5% e l’1,5% del Pil.


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