Manifestazioni dopo il funerale del 15enne: scontri e 150 arresti a Istanbul

by redazione | 13 Marzo 2014 11:51

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Il movi­mento con­tro la svolta auto­ri­ta­ria del governo Erdo­gan nato per difen­dere il parco Gezi quest’estate è tor­nato a riem­pire, ieri, le strade di tutto il paese nella seconda gior­nata con­se­cu­tiva di pro­te­ste dopo la morte di Ber­kin Elvan, l’ottava vit­tima degli scon­tri di quest’estate. Il gio­vane, che aveva appena 15 anni, col­pito alla testa da un lacri­mo­geno nel quar­tiere popo­lare di Okmey­dani, a Istan­bul men­tre andava a com­prare il pane, ha perso la vita dopo nove mesi di coma dopo che le sue con­di­zioni si erano aggra­vate a ini­zio marzo.

Nella città sul Bosforo, decine di migliaia di per­sone hanno accom­pa­gnato la bara del quin­di­cenne fino al cimi­tero di Feri­koy scan­dendo slo­gan con­tro il governo. “L’assassino di Ber­kin è Recep Tayyip Erdo­gan”, “Siamo tutti Ber­kin, ucci­den­doci non ci toglie­rai di mezzo” hanno urlato i mani­fe­stanti, per la mag­gior parte gio­va­nis­simi, molti gli stu­denti liceali. Quando dopo la sepol­tura di Elvan, nel primo pome­rig­gio, il cor­teo si è diretto verso piazza Tak­sim la poli­zia ha cari­cato facendo largo uso di lacri­mo­geni e idranti su via Haskar­gazi. Gli scon­tri sono pro­se­guiti fino a notte inol­trata nel cen­trale quar­tiere di Sisli, dove i mani­fe­stanti fug­giti nelle vie late­rali hanno mon­tato bar­ri­cate, ma anche nei pressi di piazza Tak­sim, off-limits dallo sgom­bero del parco Gezi il 15 giu­gno. Segnate dalle vio­lenze anche le mani­fe­sta­zioni di Ankara, Smirne e Eskisehir.

Nella capi­tale, dove erano stati gli stu­denti dell’Università tec­nica del medio oriente a scen­dere in piazza in migliaia, le forze dell’ordine hanno disperso con idranti e gas lacri­mo­geni il pre­si­dio nella cen­trale piazza Kiz­lay e nel quar­tiere di Tuz­lu­cayir arre­stando più di 70 per­sone ha reso noto l’ordine degli avvo­cati di Ankara. Al cor­teo di Istan­bul ha par­te­ci­pato anche Mustafa Sari­gul, can­di­dato sin­daco per Istan­bul del prin­ci­pale movi­mento d’opposizione, il Par­tito repub­bli­cano del popolo (Chp) e Sirri Sur­reya Onder, il par­la­men­tare che ha bloc­cato le ruspe che demo­li­vano i primi alberi del parco Gezi il 27 mag­gio, diven­tato un sim­bolo per il movi­mento con­tro il governo che ora corre per il pro-curdo Par­tito demo­cra­tico dei popoli (Hdp) alle ammi­ni­stra­tive del 30 marzo.

Ieri il com­mis­sa­rio Ue per l’Allargamento Sefan Fule si è detto “dispia­ciuto” per la morte di Ber­kin Elvan e ha defi­nito le mani­fe­sta­zioni: “una richie­sta di demo­cra­zia del popolo turco”. Che cos’ho fatto? Ho forse ucciso qual­cuno? Ho rubato qual­cosa?” ha detto, invece, Erdo­gan ieri mat­tina a Siirte durante un comi­zio elet­to­rale, sfer­rando un duro attacco al movi­mento pro-Gezi: “Gli alberi erano una scusa. La demo­cra­zia si con­qui­sta lan­ciando molo­tov e sfon­dando vetrine? I van­dali di gruppi mar­gi­nali di sini­stra, il Par­tito di azione nazio­na­li­sta (Mhp), il Chp e il (pro-curdo) Bdp e Fetul­lah Gulen fanno fronte comune per ali­men­tare gli scon­tri, la paghe­ranno” ha aggiunto il pre­mier che dopo gli scon­tri di quest’estate aveva defi­nito “degno di un poema epico” l’operato delle forze dell’ordine. Kemal Kilic­da­ro­glu, il lea­der del prin­ci­pale movi­mento d’opposizione, il Par­tito repub­bli­cano del popolo (Chp), dal canto suo, lunedì ha pun­tato il dito con­tro il pre­mier “Un bam­bino, Ber­kin Elvan è uscito per com­prare il pane e ha perso la vita. Pen­sate che il pre­mier tele­fo­nerà alla fami­glia per pre­sen­tare la e sue con­do­glianze? State sicuri che non lo farà”.

Nel corso dell’indagine par­tita a fine gen­naio gli inqui­renti non sono riu­sciti a indi­vi­duare l’agente respon­sa­bile del feri­mento del ragazzo. Tutti gli agenti inter­ro­gati hanno dichia­rato, infatti, di non ricor­darsi o non sapere chi ha spa­rato il lacri­mo­geno che ha ucciso Elvan: “Gio­cano al gioco delle tre scim­mie, come se Ber­kin fosse stato col­pito dallo spa­zio – ha dichia­rato ieri sera il padre del ragazzo Sami Elvan nel corso di un’intervista tra­smessa dall’emittente Cnn Turk che ha rivolto un appello al pre­mier per­ché indi­vi­dui i col­pe­voli della morte di suo figlio: “se si muove lui in un’ora l’assassino del mio bam­bino uscirà allo scoperto.

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