Par condicio sull’Europa. Ma Landini fa più presa sull’Arci

by redazione | 15 Marzo 2014 12:36

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Di fronte ai pur meri­tori inter­venti regi­strati dei tre can­di­dati Mar­tin Schulz, Ale­xis Tsi­pras e Jose Bové, alla fine, sull’Europa, pre­vale l’immediatezza del mes­sag­gio lan­ciato da Mau­ri­zio Lan­dini sul palco del con­gresso Arci: «In que­sti anni si è affer­mato un modello in cui sono stati defi­niti vin­coli, eco­no­mici e mone­tari, che stanno met­tendo in discus­sione l’idea stessa di un Europa sociale e dei popoli. In Ita­lia siamo arri­vati a inse­rire il pareg­gio di bilan­cio in Costi­tu­zione, e subire senza bat­tere ciglio la lettera-diktat della com­mis­sione Ue.
Da que­sto ‘punto di fondo’ — avverte il segre­ta­rio della Fiom — dob­biamo ripar­tire, con un’azione comune. E se vogliamo dav­vero riaf­fer­mare l’idea di una tra­sfor­ma­zione sociale, di un cam­bia­mento sociale, non dob­biamo con­tarci ma agire assieme».Gli applausi, for­tis­simi, che salu­tano l’intervento di Lan­dini non ridu­cono comun­que la por­tata — anche sim­bo­lica — dei saluti e dei rapidi rias­sunti dei temi fon­danti la cam­pa­gna elet­to­rale di Schulz, Tsi­pras e Bové.
Il can­di­dato del Par­tito socia­li­sta euro­peo inter­viene in ita­liano: «Il dibat­tito si è tal­mente appiat­tito sugli spread, il debito, il defi­cit e il Pil, che è pro­prio la cul­tura a pagarne il prezzo. La cul­tura della diver­sità, della socia­lità, della con­di­vi­sione di cono­scenza e di espe­rienza». Di qui il rico­no­sci­mento del valore dell’associazione: «L’Arci è baluardo di que­sta cul­tura, e anche di molti valori fon­da­men­tali dell’Ue, con­tro le sirene del nazio­na­li­smo, della xeno­fo­bia e dell’euroscetticismo. Il vostro impe­gno in favore della soli­da­rietà, dell’integrazione e della diver­sità è un con­tri­buto indispensabile».Schulz però fini­sce per bana­liz­zare, par­lando dell’Arci come di una «realtà che var­rebbe la pena espor­tare». Per­ché l’associazione da anni opera a tutto campo, nello sce­na­rio euro­peo e in quello extra­con­ti­nen­tale. Ben lo sa Ale­xis Tsi­pras, che subito ricorda le pra­ti­che di mutua­li­smo avviate da Syriza, in tan­dem con l’Arci, in una Gre­cia che resta sim­bolo delle poli­ti­che di auste­rity.
«I nostri rap­porti – sot­to­li­nea Tsi­pras — nascono dal Social forum di Genova, e non sono mai venuti meno».A seguire, il cuore della pro­po­sta della Sini­stra euro­pea per le ele­zioni di mag­gio: «La nostra bat­ta­glia è per non lasciare nes­suno da solo. I popoli devono uscire dalla crisi in piedi e non in ginoc­chio, met­tendo al bando l’austerità e il fiscal com­pact, varando un piano per abbat­tere il debito e favo­rire gli inve­sti­menti pub­blici.
L’Europa va rico­struita nel segno della coe­sione sociale, per resti­tuire alle nostre società la dignità perduta».In ultimo Jose Bové, che insieme a Ska Kel­ler è il can­di­dato dei Verdi euro­pei, pone invece l’accento sul con­tra­sto al popu­li­smo, con­si­de­rato come uno dei prin­ci­pali peri­coli. «Biso­gna com­bat­tere per rico­struire un’Europa soli­dale, com­bat­tere la crisi anche con­tro gli estre­mi­smi e i neo­po­pu­li­smi che cer­cano di stru­men­ta­liz­zarla. Un’Europa della soli­da­rietà, per otte­nere più giu­sti­zia sociale».

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