Taglio dell’Irpef e dell’Irap Il governo cerca 10 miliardi

by redazione | 9 Marzo 2014 9:05

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ROMA — I l ministero dell’Economia non ha ancora trovato tutte le risorse per coprire il taglio del cuneo fiscale, che il presidente del Consiglio vorrebbe di 10 miliardi, mentre lo stesso Matteo Renzi, non ha ancora deciso come distribuire lo sconto sul prelievo sul lavoro, cioè se darlo tutto alle imprese (taglio dell’Irap), tutto ai lavoratori come è tentato di fare (meno Irpef, anche attraverso le detrazioni, o taglio dei contributi) o in parte alle imprese e in parte ai lavoratori. Queste le notizie che filtrano dal governo, insieme con la previsione che difficilmente nel consiglio dei ministri di mercoledì verrà approvato il decreto legge col taglio del cuneo, a meno di una accelerazione imposta da Renzi.
Più probabilmente il governo approverà un decreto legge per potenziare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende fornitrici, il piano casa con il taglio della cedolare secca sugli affitti dal 15 al 10%, lo sblocco di 2 miliardi per l’edilizia scolastica e un provvedimento per avviare la riforma degli ammortizzatori sociali e potenziare la flessibilità in entrata nel mercato del lavoro. Le ipotesi allo studio prevedono un esaurimento entro quest’anno della mobilità in deroga e un anticipo dell’andata a regime dell’Aspi, la nuova indennità di disoccupazione, che verrà estesa anche ai collaboratori a progetto. Sulla flessibilità il governo sta valutando se puntare sulla semplificazione dell’apprendistato, sull’estensione da 1 a 3 anni del contratto a termine senza causale o sul contratto di inserimento a tutele progressive che renderebbe possibile il licenziamento nei primi tre anni di lavoro.
In attesa di sciogliere il nodo del taglio del cuneo (per le coperture bisogna andare oltre i 4 miliardi che deriverebbero dalla spending review), potrebbero anche arrivare i nuovi incentivi alle assunzioni di giovani, donne e nei settori della ricerca e innovazione, finanziati riprogrammando fino a 2,5 miliardi dei fondi europei. Quasi pronta anche la stretta sui dirigenti pubblici, che dovrebbero avere incarichi a termine e una retribuzione maggiormente legata ai risultati.
Ma è chiaro che tutti gli occhi sono puntati sul taglio del cuneo perché è da lì che dovrebbe venire la spinta principale per l’occupazione e la crescita. Le posizioni in campo sono diverse e tutte si scaricano su Palazzo Chigi. I sindacati premono perché il taglio avvenga in favore di lavoratori dipendenti e pensionati. Quindi con un aumento delle detrazioni e non con una riduzione delle aliquote di cui beneficerebbero tutti i contribuenti, dicono Camusso, Bonanni e Angeletti. Il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, che a suo tempo chiese un taglio minimo di 10 miliardi dell’Irap preferisce non commentare l’ipotesi che lo sconto vada tutto all’Irpef e si augura solo che Renzi «passi dalle dichiarazioni ai fatti». Secondo il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, bisogna tagliare sia l’Irpef sia l’Irap mentre il presidente della Confartigianato, Giorgio Merletti, osserva: «È inutile discutere di Irap o Irpef. Quello che serve è qualcosa che aumenti il salario netto e permetta alle imprese di creare nuovi posti di lavoro. Occorre per questo liberalizzare l’apprendistato e ridurne il costo».
E Renzi? «Stiamo lavorando su diverse soluzioni — ha spiegato ai suoi collaboratori — . Ma è buffo che mentre cerchiamo risorse per far ripartire il Paese ci si divida in uno sterile derby tra chi è per l’Irap e chi per l’Irpef». Derby che coinvolge anche il suo governo, con il viceministro dello Sviluppo Carlo Calenda che ieri si è espresso per tagliare l’Irap mentre il sottosegretario al Tesoro Enrico Zanetti, anche lui di Scelta civica, preferirebbe alleggerire i contributi all’Inps per aumentare i salari netti.
Enrico Marro

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