Violenza sulle donne, oltre 60 milioni le vittime in Europa
BRUXELLES – “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”. Così cantava Fabrizio De André nella Canzone del maggio, e mai versi furono più appropriati per definire i risultati della prima relazione dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) sulla violenza fisica, sessuale e psicologica subita dalle donne in ambito domestico, lavorativo, pubblico e su internet. Non c’è infatti nessun paese dell’Unione Europea che può dirsi esente dal problema. Nella più completa indagine al mondo sulla violenza contro le donne, emerge che il 33% delle intervistate sopra i quindici anni ha subito violenza fisica e/o sessuale, in pratica una donna su tre. Se proiettato sullo scenario europeo, il dato è sconvolgente: sarebbero sessantadue milioni le donne ad aver sperimentato una tal forma di violenza. Inoltre il 22% delle intervistate ha subito violenza da parte del partner e il 5% è stata vittima di stupro, indicando come stupro la violenza sessuale fatta usando la forza, e quindi con una definizione in senso molto stretto. Come dire, le vittime di stupro potrebbero essere molte di più. Continuiamo con i dati: quasi il dieci per cento delle intervistate che hanno subito violenza da un uomo diverso dal proprio partner indica che nell’episodio più grave era coinvolto più di un autore della violenza stessa.
Il 43% ha subito violenza psicologica da parte di un partner attuale o precedente, come ad esempio l’umiliazione pubblica, l’obbligo a restare chiusa in casa, l’obbligo della visione di materiale pornografico e minacce di violenza fisica. Il 33% ha subito violenza fisica o sessuale durante l’infanzia, e il 12% in particolare ha subito violenza sessuale (nella metà dei casi da sconosciuti).
Il 18% ha dichiarato di essere stata vittima di stalking e il 5% di esserlo stato nell’anno precedente all’intervista.
L’11% ha ricevuto avance sessuali online, tramite i social network o tramite messaggi, e la percentuale sale al 20% se si considerano le donne fra i 18 e i 29 anni. Il 55% delle donne ha subito una qualche forma di molestie sessuali, che nel 32% dei casi sono state commesse da parte di un superiore, di un collega o di un cliente. Infine grave il dato sulle mancate denunce della violenza alla polizia o ad altre organizzazioni, che riguarda il 67% delle intervistate.
La ricerca chiarisce l’esigenza – da parte dei datori di lavoro, dei servizi sanitari e dei provider internet – di mettere in atto misure per arginare il problema. Inoltre formula una serie di raccomandazioni per gli Stati membri e per i responsabili politici a livello nazionale ed europeo. In particolare chiede a tutti i paesi Ue di ratificare la convenzione di Istanbul per combattere la violenza sulle donne, di considerare la violenza sulle donne e quindi lo stupro come materia di interesse pubblico e non privato (ci sono ancora paesi in cui lo stupro avvenuto all’interno del matrimonio non è considerato tale) e di adattare le legislazioni nazionali in merito alle molestie sessuali per far fronte alle nuove minacce provenienti da Internet e dalle nuove tecnologie mobili. Viene inoltre auspicata una maggiore formazione per la polizia, per i datori di lavoro, per le autorità sanitarie e per i servizi di sostegno alle vittime di violenza. Ai gestori dei social network e ai provider internet viene chiesto di assistere le vittime di violenza telematica nelle denunce e di mettere in atto misure per prevenire tale violenza alla base. Si sottolinea come le campagne di sensibilizzazione sul problema debbano essere dirette sia agli uomini che alle donne. Infine, rileva la relazione, c’è bisogno di una raccolta di dati più sistematica sul fenomeno sia a livello europeo che paese per paese. (Maurizio Molinari)
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Violenza sulle donne, Italia al di sotto della media europea
Relazione dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali. Nel nostro paese 27 su cento dichiarano di aver subito violenza, mentre la media europea è del 33%. Ma il dato più basso potrebbe essere conseguenza della maggiore ritrosia delle italiane a rispondere sulla violenza sessuale
BRUXELLES – I dati della relazione dell’Agenzia sui Diritti Fondamentali FRA sulla violenza subita dalle donne ci dicono che l’Italia risulta leggermente al di sotto della media europea per la maggior parte delle domande a cui le oltre 42 mila intervistate nei ventotto Stati membri hanno dovuto rispondere. Eppure il fenomeno è molto diffuso e il fatto di risultare, una volta tanto, leggermente meno peggio della media, non deve essere una consolazione.
Il direttore della Fra, il danese Morten Kjærum, ha sottolineato come anche un solo caso di violenza sulle donne è da considerare inaccettabile e come nessuno Stato membro può dormire sugli allori per quanto riguarda questa piaga.
Nel nostro paese, ad esempio, 27 donne su cento hanno riportato di aver subito violenza fisica e-o sessuale dall’età di quindici anni, mentre la media europea è del 33%. Il paese in cui si registra il riscontro più basso in tal senso è la Polonia, col 19%, mentre quello col dato più alto è la Finlandia, col 47%.
Per quanto riguarda la violenza subita dal partner, l’Italia si colloca al 19%, a fronte di una media UE del 22%, con la Slovenia ad avere la percentuale più bassa (13%) e i Paesi Bassi quella più alta (25%).
Un dato particolarmente allarmante è, per l’Italia, quello riguardante la violenza fisica, psicologica e/o sessuale subita dalle donne quando erano bambine, con un terzo delle intervistate che ha dichiarato di esserne stato oggetto (l’11% ha denunciato di aver subito violenza sessuale durante l’infanzia).
Le donne cipriote sono quelle che hanno dichiarato in minor numero di aver subito violenza di qualsiasi tipo quando avevano meno di 15 anni, con il 15%, mentre addirittura il 53% delle finlandesi ha risposto sì a questa particolare domanda. La Finlandia, insieme alla Francia, detiene anche l’invidiabile record delle donne che hanno denunciato di aver subito violenza sessuale subita sotto i quindici anni, con la Romania che registra un solo caso su cento.
Infine per quanto riguarda lo stalking, il 18% delle italiane hanno dichiarato di esserne state vittime, in linea con la media europea, con il record che spetta alla Svezia (33%) e la percentuale più bassa in Lituania (8%). E il 6% delle italiane ha subito quello che il rapporto chiama cyberstalking, ovvero stalking per via telematica (la media europea è del 5%).
In generale, la relazione sembra mostrare più casi di violenza nei paesi del Nord Europa (Scandinavia e Paesi Bassi), ma questo può dipendere da diversi fattori quali, ad esempio, le abitudini differenti legate al consumo di alcol o un diverso modo di vedere la propria sessualità.
A confermarlo è Joanna Goodey, curatrice della ricerca, che sul nostro paese spiega: “A far sì che l’Italia risulti, per molte delle domande, al di sotto della media europea può aver contribuito il fatto che le donne italiane confessino con più difficoltà di aver subito, ad esempio, molestie sessuali o violenza sessuale”.
La Goodey conferma però che non ci sono, nell’indagine che ha condotto per conto della FRA, discrepanze sostanziali fra le risposte date dalle intervistate nelle due fasi in cui il sondaggio è stato articolato: una faccia a faccia, e l’altra anonima e in busta chiusa.
Per chiudere un dato in qualche modo significativo che riguarda l’Italia: alla domanda se sapessero di leggi o iniziative a livello politico per contrastare la violenza nel loro paese, a rispondere con la più alta percentuale di no – il 58% – sono state proprio le donne italiane. (Maurizio Molinari)
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