Alitalia, ecco gli esuberi chiesti da Etihad

Alitalia, ecco gli esuberi chiesti da Etihad

Loading

ROMA . Etihad ha chiesto 2.600 esuberi tra i dipendenti Alitalia. E le indiscrezioni dei giorni scorsi, anticipate da Repubblica, sono state comunicate nelle ultime ore in forma ufficiosa alle quattro sigle sindacali. Gli
arabi — che ieri hanno archiviato il primo trimestre 2014 con un fatturato di 1,4 miliardi, in rialzo del 27% — confermano quindi l’intenzione di tagliare buona parte del personale di terra che, nell’ottica di una integrazione con le altre compagnie del gruppo Etihad, non troverebbe posto in Alihad .
In particolare, i documenti mostrati alle parti sociali mettono nel mirino almeno 650 dipendenti degli uffici, oggi in cassa integrazione. Altri 1.100
sempre del comparto terra, tutti in cig fino a 13 giorni al mese, secondo le richieste di Abu Dhabi, dovranno uscire da Alitalia. La scure di Etihad non risparmierà nemmeno i naviganti e calerà anche su almeno 500 assistenti di volo e, come minimo, 300 piloti. Ma le ricadute occupazionali saranno meno pesanti visto che le due categorie potrebbero accettare l’ipotesi ventilata già da qualche settimana di spostare piloti, hostess e steward in altre basi. In questo
caso si tratta di una sorta di “affitto” che, ad esempio per i comandanti, comporterebbe lo spostamento nelle basi che oggi hanno più bisogno di personale, e cioè Abu Dhabi, l’hub principale di Etihad (dove sono in arrivo ordini per centinaia di aeroplani nei prossimi 5 anni), e gli scali serviti da Air Serbia, altro vettore entrato nell’orbita degli emiri e considerato in forte sviluppo.
Ma se per chi lavora in volo si stanno studiando ipotesi alternative, restano molti punti interrogativi
su come evitare i licenziamenti tra i dipendenti di terra. Per gli impiegati il governo sta studiando alcune soluzioni che punterebbero a ridurre il numero degli esuberi totali ad un massimo di mille. Tra le ipotesi, quella di estendere gli ammortizzatori agli addetti per poi trasferirli in altre aziende di Stato, approfittando del “credito” incassato dall’esecutivo nei confronti dei nuovi manager saliti ai vertici delle società partecipate dal Tesoro. In particolare, si parla
di Poste e Finmeccanica, società ad alto tasso di turn-over e nelle quali potrebbero trovare una parziale collocazione i lavoratori.
Si attende che la lettera di intenti di Etihad arrivi a Fiumicino per dare il via alla trattativa vera e propria. Anche se fonti vicine al dossier non escludono il “recapito” della missiva già oggi, il nodo esuberi, la trasformazione di metà del credito delle banche in azioni e la grana Malpensa potrebbero allungare i tempi. Intanto Alitalia incassa un 2013 positivo per i passeggeri: ne ha trasportati 24 milioni mentre a Pasqua voleranno con la compagnia 280mila persone (+12,5%).
Ma ci sono altri grandi europei pronti a fare shopping in Italia. Meridiana ieri ha siglato un importante accordo con Avios, il gestore di punti e premi di Iag (British-Iberia). Un primo approccio strategico che se per l’ad del vettore sardo, Roberto Scaramella, «rappresenta unicamente delle positive sinergie », potrebbe invece portare entro il 2015 ad un’acquisizione. Con una società ripulita dal debito ma anche da una buona fetta di dipendenti che ieri hanno protestato a Roma.


Tags assigned to this article:
AlitaliaEtihad

Related Articles

Monti: la patrimoniale? Non sono contro

Loading

«Ma è difficile tecnicamente e ora non è in agenda». No da Cicchitto e Gasparri

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment