È caccia ai funzionari fedeli a Yanukovich

Loading

Lustra­zione, parola chiave del les­sico post-rivoluzionario. Deriva dal latino lustrum. Puri­fi­ca­zione. Cade un regime, si scava alla ricerca delle respon­sa­bi­lità, s’affibbia una squa­li­fica dalla vita pub­blica. Più o meno lunga. L’Europa cen­trale ha spe­ri­men­tato que­sto pro­cesso dopo l’89. Con gra­da­zioni diverse la Polo­nia, l’Ungheria e l’allora Ceco­slo­vac­chia hanno fatto puli­zia nella buro­cra­zia, rimuo­vendo per­so­naggi, in modo par­ti­co­lare nel ramo dei ser­vizi, che s’erano mac­chiati di com­pli­cità evi­denti con i governi comu­ni­sti. Anche la Geor­gia, caso raro nell’universo post-sovietico, ha pro­mosso la lustra­zione. A scop­pio ritar­dato, nel 2007.
Adesso tocca all’Ucraina mar­ciare su que­sta strada. Nei giorni scorsi il par­la­mento ha appro­vata una norma – fir­mata gio­vedì dal pre­si­dente prov­vi­so­rio Olek­sandr Tur­chy­nov – che mette sotto scru­ti­nio i giu­dici. Potranno essere con­vo­cati davanti alla com­mis­sione sulla lustra­zione isti­tuita dal nuovo ese­cu­tivo i magi­strati che hanno preso misure volte a vie­tare raduni di pro­te­sta nel periodo tra il 21 novem­bre 2013 e il 21 feb­braio 2014 (l’inizio e la fine della rivolta anti-Yanukovich) o quelli che hanno emesso nell’esercizio delle loro fun­zioni una sen­tenza con­te­stata dalla Corte euro­pea per i diritti umani.

Tutte le toghe sono poten­zial­mente sotto tiro. Severe le pene (inter­di­zioni fino a 20 anni), se i chia­ri­menti for­niti non saranno repu­tati suf­fi­cienti. In can­tiere ci sono altre misure ana­lo­ghe, che riguar­dano molte altre cari­che: diret­tori e vice diret­tori di agen­zie sta­tali, sia nazio­nali che regio­nali; uffi­ciali del fisco, pro­fes­sori uni­ver­si­tari, gior­na­li­sti. Volendo tagliare corto, chiun­que potrà essere chia­mato a giu­sti­fi­care le pro­prie azioni nel periodo in cui Yanu­ko­vich ha dete­nuto il potere. Il pro­mo­tore della legge appena pas­sata e delle altre che pre­sto potreb­bero diven­tare effet­tive è Yegor Sobo­lev, ex gior­na­li­sta datosi all’attivismo. È stato uno dei volti più noti della Maj­dan. Pre­siede la com­mis­sione sulla lustrazione.

Non sfug­gi­ranno le dif­fe­renze tra la lustra­zione ucraina e quelle nelle ex demo­cra­zie popo­lari dell’Europa cen­trale. Nel secondo caso si trattò di accom­pa­gnare la tran­si­zione dal par­tito unico alla demo­cra­zia. Nel primo, invece, c’è l’impressione che il tutto si tra­duca in una cac­cia alle stre­ghe che spazzi via dal campo ogni retag­gio dell’epoca Yanu­ko­vich. Sta­gione segnata da clep­to­cra­zia e giu­sti­zia a oro­lo­ge­ria, que­sto è indub­bio. Ma il punto è che, come ha soste­nuto Human Rights Watch, si rischia di fare molta macel­le­ria e iniet­tare in paese già spac­cato un’ulteriore fat­tore divi­sivo. «È com­pren­si­bile che gli ucraini vogliano che i giu­dici non siano cor­rotti e che non abbiano infranto i diritti dell’uomo.

Tut­ta­via, più che restau­rare la fidu­cia nella magi­stra­tura, que­sta legge, infor­mata da pre­giu­di­zio poli­tico, vasta nell’ambito di appli­ca­zione e lesiva dell’indipendenza dei giu­dici, può solo com­por­tare ulte­riori frat­ture», ha spie­gato in una nota l’organizzazione. Con que­sta mossa il governo di Kiev può solo aggra­vare le attuali ten­sioni. Ai limiti della lace­ra­zione, nelle regioni dell’est.

Hanno mani­fe­stato dubbi, sulla lustra­zione ucraina, anche due poli­to­logi della McGill Uni­ver­sity, Maria Popova e Vin­cent Post. Inter­ve­nendo sul Washing­ton Times hanno spie­gato che in Polo­nia, Repub­blica ceca e Ceco­slo­vac­chia si sta­bilì di non cri­mi­na­liz­zare il rap­porto con l’apparato comu­ni­sta, rite­nuto ine­vi­ta­bile a quei tempi. In Ucraina si pro­fila invece l’intento di dare una chiara colo­ri­tura alla col­la­bo­ra­zione, più o meno diretta, con il sistema di potere di Yanu­ko­vich. I due stu­diosi argo­men­tano inol­tre che nell’Europa cen­trale c’era una volontà dif­fusa di lustrare, essendo le società di quei paesi for­te­mente a favore della tran­si­zione. In Ucraina que­sto aspetto non pare troppo solido.

Ma tutto som­mato il con­fronto tra le lustra­zioni post-’89 e que­sta di Kiev regge solo in una certa misura, essendo gli sce­nari diversi tra di loro. Ciò non toglie che l’esigenza di sra­di­care la cor­ru­zione – una delle istanze più genuine della Maj­dan – s’è sovrap­po­sta a quella di rego­lare i conti con il regime Yanukovich.



Related Articles

La NATO in allarme per l’arrivo in Turchia degli S400 russi

Loading

Ieri la prima consegna. Spettro sanzioni dagli Stati uniti, ma Erdogan ha le sue armi di ricatto

Riabilitato il partito di Mubarak

Loading

EGITTO Il testo della nuova costituzione voluta dai militari abolisce la messa al bando del Pnd
Verso l’esclusione di Libertà e giustizia, il partito dei Fratelli musulmani, dalle prossime elezioni

Dalla Cassazione appello al governo «Il reato di clandestinità è inutile»

Loading

Il presidente Canzio: la lotta al jihadismo nel rispetto della Costituzione

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment