Peggio dell’Italia solo la Serbia Ma il Dap: spazio vitale assicurato

by redazione | 30 Aprile 2014 10:02

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Men­tre il Con­si­glio d’Europa dif­fonde (come sem­pre un anno e mezzo dopo) i dati delle car­ceri in Europa rela­tive all’anno 2012 che con­fer­mano la situa­zione ita­liana come tra le peg­giori del con­ti­nente – seconda per sovraf­fol­la­mento solo alla Ser­bia e per sui­cidi solo alla Fran­cia, ma prima, in quella tri­ste clas­si­fica, per numero di reclusi stra­nieri e, nell’Europa a 28, di dete­nuti in attesa di giu­di­zio – il Dap pre­cisa al mani­fe­sto che «non c’è alcuna guerra di cifre sui dete­nuti», come scritto su que­ste colonne ieri. «Con­tra­ria­mente a quanto sostiene anche il sin­da­cato di poli­zia peni­ten­zia­ria Sappe — spiega Luigi Pagano, vice capo del Dap, il dipar­ti­mento di ammi­ni­stra­zione peni­ten­zia­ria – oggi il pro­blema del sovraf­fol­la­mento che ci è costato la con­danna della Corte euro­pea dei diritti umani è supe­rato. Nel senso che siamo cer­ta­mente sopra quel limite minimo vitale dei tre metri qua­dri a testa che cor­ri­sponde al trat­ta­mento inu­mano e degra­dante. Anche se non abbiamo ancora rag­giunto lo stan­dard che le nostre leggi ci impon­gono di sei metri qua­dri a testa e il regime di “cella di per­notto”. Il pro­blema però ora è arri­vare a una riforma di tutto l’ordinamento peni­ten­zia­rio e dell’esecuzione penale, in modo da inci­dere sulla qua­lità della vita in car­cere e sull’efficacia della pena detentiva».
Anche il capo del Dap, Gio­vanni Tam­bu­rino, ieri è tor­nato a ripe­tere che rispetto alla situa­zione del 2012, un anno prima della con­danna di Stra­sburgo, quando nelle car­ceri ita­liane c’erano 145 car­ce­rati per ogni 100 posti, con 66.271 dete­nuti a fronte di 45.568 letti dispo­ni­bili secondo il rap­porto del Con­si­glio d’Europa, oggi «la pre­senza dei dete­nuti in car­cere è quan­ti­fi­ca­bile in 59.700, ai quali – pre­cisa Tam­bu­rino – vanno tolti 800 mila che sono in semi­li­bertà e quindi si tro­vano in sezioni esterne al car­cere». E i posti dispo­ni­bili? «Su circa 58 mila rego­la­men­tari – pre­cisa Luigi Pagano – sono real­mente dispo­ni­bili 54 mila per­ché alcune strut­ture sono da ristrut­tu­rare». Dun­que sem­bre­rebbe che secondo il Dap la situa­zione sia com­ple­ta­mente cam­biata rispetto all’ottobre scorso, quando la pre­ce­dente Guar­da­si­gilli Anna Maria Can­cel­lieri aveva rico­no­sciuto come buona la cifra dif­fusa da Anti­gone di 37 mila posti real­mente disponibili.

D’altra parte la cir­co­lare che vieta ai diret­tori degli isti­tuti di for­nire dati all’associazione Anti­gone non è stata ancora riti­rata. «In que­sto momento di grande dif­fi­coltà a inqua­drare tutti i pro­blemi e fare dei cal­coli pre­cisi – spiega Pagano che è il fir­ma­ta­rio di quella cir­co­lare – gli unici che pos­sono dare dati atten­di­bili siamo solo noi del Dipar­ti­mento cen­trale. Non è per man­canza di fidu­cia nell’associazione, ma è per coe­renza e per dare un minimo di tra­spa­renza al sistema».

For­tu­na­ta­mente la tra­spa­renza, sia pure in ritardo, ce la garan­ti­sce il Con­si­glio d’Europa che che nel report 2012 dif­fuso ieri col­loca l’Italia al secondo posto per sovraf­fol­la­mento dopo la Ser­bia che ha quasi 160 dete­nuti per ogni 100 posti. Allora – e non è cam­biato pra­ti­ca­mente nulla –il 36% della popo­la­zione car­ce­ra­ria era stra­niera e il 45% in attesa di giu­di­zio. Ma a fine marzo la Com­mis­sione euro­pea di Giu­sti­zia ha inviato nel nostro Paese una dele­ga­zione di quat­tro osser­va­tori capeg­giata da un giu­ri­sta socia­li­sta spa­gnolo per fare il punto della situa­zione a due mesi dalla sca­denza impo­sta dalla sen­tenza Tor­reg­giani. E nel rap­porto, che non assolve affatto le car­ceri ita­liane, il peg­giore è Pog­gio­reale dove «le con­di­zioni igie­ni­che pre­ca­rie fanno pro­li­fe­rare le malat­tie, i tos­si­co­di­pen­denti non rice­vono cure ade­guate e i pri­gio­nieri (anche quelli afflitti da pro­blemi psi­chici) ven­gono sca­ra­ven­tati nelle celle di sicu­rezza. I sui­cidi e gli atti di auto­le­sio­ni­smo sono all’ordine del giorno». Non solo nel car­cere napo­le­tano, si potrebbe aggiun­gere: ieri, per esem­pio, a Padova si è sui­ci­dato un poli­ziotto di 49 anni, padre di tre figli: «Cento casi dal 2000 ad oggi sono una enor­mità», com­menta il Sappe dan­done noti­zia. E se nel 2011 solo in Fran­cia si tolse la vita un numero supe­riore di dete­nuti che in Ita­lia (100 fran­cesi e 63 ita­liani), nei primi quat­tro mesi del 2014 sono già 12, secondo le stime di Ristretti oriz­zonti. E 45 sono le morti die­tro le sbarre. Molte delle quali ancora senza un perché.

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