Grillo vira. E per una sera torna comico
MILANO — Autoironia, anzitutto. Un cartoon di Makkox per prendersi in giro. Un Beppe Grillo stilizzato che fa domande sul web per ogni cosa agli attivisti. Il caffè schiumato o macchiato? Risposta della base: «Il latte ha le scie chimiche». È così, in un Teatro Linear4Ciak gremito, che Milano riabbraccia il leader del Movimento. Uno show in parte diverso dalla prima del tour teatrale di una settimana fa a Catania. Grillo scherza. «È un comizio a pagamento: ne faccio 4 gratis e uno a pagamento, voi siete caduti in quello a pagamento». Il capo politico dei Cinque Stelle saluta il capoluogo lombardo. «L’ultima volta che sono stato a Milano era il 2011: io sono cambiato, ma anche voi, grazie al blog». Parla di Expo: «Un milione di metri quadri per fare un orto edificabile». Il suo giudizio sulla città è negativo: «Diventa sempre più invivibile, così poi invadete la Liguria». Affronta poi la politica. Attacca Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il Veneto? «Non li avrei messi in galera, li avrei presi per il culo. Ma poi come fai se un presidente della Repubblica mentre li arresti riceve un condannato in via definitiva al Quirinale?». Giù applausi. «Ho detto psiconano e l’associazione nani mi ha detto: la prossima volta ti denunciamo». Altra battuta: «La differenza tra l’ebetino e il nano? Il nano aveva sublimato le cose che diceva, ci credeva davvero». Affronta le critiche: «Siamo 9 milioni di persone e non è mai successo nessun episodio di violenza. La nostra è una rabbia evangelica». Ironizza: «Gli ultimi sondaggi ci danno al 92-93%». Snocciola i dati per le Amministrative: 700 liste, 20 persone per lista, sono 14 mila attivisti in più sul territorio. Tra risate e applausi va avanti. Ne ha anche per Obama: «Ho amato quel presidente, ci abbiamo creduto tutti, ma io se posso mi tengo la mia Europa». Tocca le battaglie politiche dell’ultimo anno e la sua idea di Europa. Gag e risate.
È la conclusione di una lunga giornata. Il leader si palesa a Milano dopo pranzo. Con lui due fidati «scudieri» dello Tsunami Tour: il cognato Walter Vezzoli e Pietro Dettori, suo braccio destro anche per lo show teatrale. Per strada, vicino al Teatro alla Scala, lo blocca una signora: parlano di medicina del lavoro. Lui si ferma, ascolta, le dà un indirizzo email. Respinge la stampa, glissa sulle domande di politica, si concede una foto con un militante. «Ah, i selfie…», mormora. Si lascia scappare il suo mantra elettorale («alle Europee vinciamo noi») e poi parla dello spettacolo. Una battuta sola prima di imboccare il portone della Casaleggio associati. «A Catania è stata una prova generale, qui sarà diverso, un altro spettacolo. Io se non faccio qualcosa di nuovo non mi diverto, improvvisiamo». Il vertice nella sede dello stratega milanese dura un’ora e mezza. Alle sei Grillo prende un taxi e si dirige in hotel, in via dell’Orso, nel cuore di Brera. Due ore di riposo per stemperare la tensione prima dello spettacolo. Si presenta in hotel anche l’ex dj de La Cosa, escluso alle Parlamentarie, Matteo Ponzano. Tra i due un abbraccio fugace. Grillo poi dribbla di nuovo, filmandoli, i cronisti assiepati davanti all’ingresso e si invola verso la sua serata teatrale.
A Roma, invece, la situazione è ancora magmatica. Al Senato si litiga tra i Cinque Stelle e gli ex passati al Misto. Al centro della querelle gli uffici da assegnare ai fuoriusciti. L’alternativa è tra i nuovi spazi a disposizione nel palazzo di largo Toniolo o gli uffici al quarto piano di Palazzo Madama, dove lavorano attualmente alcuni senatori M5S. Una delibera dei questori del Senato ha assegnato ai nuovi componenti del Misto proprio questi spazi ma, afferma Luis Alberto Orellana, «ancora gli uffici non sono stati liberati» dagli attuali occupanti.
Emanuele Buzzi
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