Pakistan, strage nella capitale, 23 morti

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La strage di ieri mat­tina, par­ti­co­lar­mente odiosa per­ché avve­nuta in un affol­lato mer­cato nella zona di Sabzi Mandi, tra Isla­ma­bad e Rawal­pindi, avviene infatti men­tre è in corso un fati­coso nego­ziato di pace tra il governo e il Ttp, la sigla dei tale­bani pachi­stani, entrati in guerra con gli empi governi di Isla­ma­bad nel 2007 sulle orme e su ispi­ra­zione dei con­fra­telli afgani. E’ una guerra civile che esce dai con­fini delle aree tri­bali e dilaga nelle altre pro­vince e che, in soli sei anni, uccide 50mila per­sone. Poi, con l’arrivo del pre­mier Nawaz Sha­rif al governo, la svolta. Sep­pur fati­co­sa­mente ini­zia un nego­ziato, già prima ten­tato e più volte fal­lito. E’ la volta buona?

Fin dall’inizio le cose sfug­gono di mano agli stessi tale­bani. Gruppi e grup­petti con sigle dispa­rate riven­di­cano azioni esem­plari, rap­pre­sa­glie, deca­pi­ta­zioni. Un modo di con­te­stare la scelta nego­ziale. Il Ttp prende le distanze (come ha fatto ieri dalla strage al mer­cato) ma tutto sem­bra dimo­strare che l’Idra del ter­rore, per anni ali­men­tata anche dai ser­vizi segreti in chiave interna o oltre­con­fine, ha ormai preso la mano ai suoi idea­tori e ai suoi finan­zia­tori occulti. In serata arriva la riven­di­ca­zione del Balo­chi­stan Libe­ra­tion Army (Uba), orga­niz­za­zione sepa­ra­ti­sta della pro­vin­cia più occi­den­tale nata nel 2000, con­si­de­rata ter­ro­ri­sta dal 2006 e che molti pachi­stani dicono legata all’India. Ma non fa molta differenza.

E’ nota l’infiltrazione tale­bana nel movi­mento beluci, un movi­mento indi­pen­den­ti­sta con molte sfu­ma­ture in guerra col governo cen­trale sin dagli anni Venti del secolo scorso ma che, dopo il 2001, ha visto cre­scere pic­cole for­ma­zioni estre­ma­mente vio­lente. Sem­pre l’Uba ha riven­di­cato anche la strage alla sta­zione fer­ro­via­ria di Sibi di mar­tedì dove sono morte almeno 17 persone.


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