Brics, la carta alternativa per la salute globale

by redazione | 21 Maggio 2014 10:34

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La 67ma assem­blea dell’Organizzazione Mon­diale della Sanità (Oms) ha aperto i lavori que­sta set­ti­mana con un evento rile­vante sotto il pro­filo geo­po­li­tico. I paesi Brics – Bra­sile, Rus­sia, India, Cina e Suda­frica – hanno debut­tato orga­niz­zando il loro primo evento pub­blico, con tanto di mini­stri della salute e altri ver­tici isti­tu­zio­nali, all’Onu di Gine­vra. Ini­zia­tiva annun­ciata all’ultimo momento la pre­mière dei Brics, sul tema dell’accesso ai far­maci essen­ziali, ha cat­tu­rato l’attenzione della comu­nità inter­na­zio­nale con la forza visiva di un inat­teso poli­ti­cal sta­te­ment. Que­sto pic­colo potente gruppo, che con­cen­tra il 43% della popo­la­zione del mondo e il 21% del pro­dotto interno glo­bale, ha le carte in regola per gio­care un ruolo di lea­der­ship nel campo della salute glo­bale, in forza della pro­pria capa­cità eco­no­mica e finan­zia­ria, per col­mare gli squi­li­bri sani­tari glo­bali e dise­gnare le sorti della salute del pia­neta. La pre­senza di mol­tis­simi dele­gati dei paesi del sud glo­bale evi­den­zia la forte aspet­ta­tiva intorno allo svi­luppo di que­sta nuova alleanza. L’affermazione dei Brics nelle poli­ti­che della salute potrebbe offrire una sponda a molti paesi allo sbando di fronte alla sostan­ziale tra­sfor­ma­zione del governo della salute mon­diale in corso in que­sti anni. Non sono pochi.

La deci­sione di uscire allo sco­perto segna un punto di svolta – secondo i com­menti rac­colti in sala dalla dele­ga­zione bra­si­liana e suda­fri­cana, e da alcuni fun­zio­nari dell’Oms — per­ché defi­ni­sce un primo supe­ra­mento delle diver­genze stra­te­gi­che in seno ai Brics e palesa la volontà di una lea­der­ship comune. Il tema dell’accesso alle tera­pie sal­va­vita spiana un ter­reno di impe­gno para­dig­ma­tico quanto basta.

Non c’è dub­bio che i Brics offrono modelli di respon­sa­bi­lità pub­blica ai 194 stati mem­bri dell’Oms. Lo dice il mini­stro della salute bra­si­liano ricor­dando il sistema unico sani­ta­rio che ha per­messo le poli­ti­che uni­ver­sa­li­sti­che di accesso gra­tuito ai far­maci anti­re­tro­vi­rali sin dal 1996, e una nuova poli­tica sui bre­vetti far­ma­ceu­tici che estende la cura gra­tuita con­tro altre pato­lo­gie. Il Suda­frica, con le sue annose bat­ta­glie per varare poli­ti­che di accesso per curare i malati di Aids (sono 2,4 milioni i suda­fri­cani in cura con gli anti­re­tro­vi­rali) e assi­stere la popo­la­zione col­pita dalle malat­tie infet­tive, è un caso allo stu­dio degli ultimi decenni. È un mero para­dosso che il paese sia di nuovo sotto attacco delle lobby far­ma­ceu­ti­che per­ché la legge di riforma della pro­prietà intel­let­tuale in esame intro­duce norme che ampliano le maglie dell’ accesso ai far­maci neces­sari ad affron­tare le nuove sfide (non solo la TB multi-resistente, ma anche le malat­tie cro­ni­che: can­cro, obe­sità, dia­bete, etc.). L’India poi ha fatto dell’equità e dell’accesso gra­tuito alle medi­cine sal­va­vita il suo cavallo di bat­ta­glia, con un ambi­zioso pro­gramma che inten­dere abbat­tere le spese di tasca pro­pria (out of poc­ket) da parte dei pazienti.

L’agenda sani­ta­ria indiana tra­va­lica i con­fini del resto: il 90% dei gene­rici usati nei paesi poveri sono pro­dotti in India, il cui ruolo glo­bale è messo a repen­ta­glio dal nego­ziato com­mer­ciale bila­te­rale con l’Unione euro­pea. La Cina, impe­gnata sui pro­getti di inno­va­zione, intende raf­for­zare la rego­la­men­ta­zione del far­maci e la loro qua­lità, pun­tando alle capa­cità pro­dut­tive locali. Una stra­te­gia che segue anche la Rus­sia, quella dell’autosufficienza nel set­tore far­ma­ceu­tico, in un’ottica di tra­sfe­ri­menti di tec­no­lo­gia interni ai Brics, per sop­pe­rire ai biso­gni fon­da­men­tali dei cit­ta­dini. «È chiaro che le regole attuali non garan­ti­scono ade­guata inno­va­zione e accesso», secondo il mini­stro suda­fri­cano. Un com­mento appro­priato. Pec­cato che i paesi Brics non abbiano ancora mostrato la capa­cità di attac­care le ragioni pro­fonde che met­tono a repen­ta­glio il loro svi­luppo, attratti come sono anch’essi dal mercato.

Oggi, per la terza volta in nove anni, la fami­glia Gates è ospite d’onore dell’Oms. Una pre­senza che pog­gia sul potere finan­zia­rio incon­tra­stato della fon­da­zione nel campo della salute, ma che ha susci­tato l’immediata pro­te­sta della società civile. È sem­pre più oscura la linea di con­fine tra gli obiet­tivi della Fon­da­zione e il suo por­ta­fo­glio d’affari con le aziende far­ma­ceu­ti­che e, più di recente, con Coca Cola e McDo­nald (solo per citare le più note). I governi devono ripren­dere in mano la barca, prima che affondi sotto il peso della plu­to­cra­zia e del con­flitto di inte­resse. È utile che i Brics si attrez­zino a que­sto scopo.

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