Caso Magherini Morto dopo l’arresto Indagati a Firenze carabinieri e medici

Caso Magherini Morto dopo l’arresto Indagati a Firenze carabinieri e medici

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Da ragazzo era una promessa del calcio. Nel quartiere fiorentino di San Frediano dov’era nato e cresciuto, era conosciuto e amato da tutti. E proprio in una strada nell’Oltrarno, la notte tra il 2 e il 3 marzo scorsi, Riccardo Magherini ha trovato la morte, a soli 40 anni. Il suo cuore ha smesso di battere mentre i carabinieri lo stavano arrestando, dopo che il giovane, in preda di un terribile attacco di panico, aveva dato in escandescenze: in evidente stato di alterazione, aveva cominciato a correre per strada e ad urlare, strappando il telefono a un pizzaiolo, per chiedere aiuto. Ora, all’indomani della denuncia presentata dal fratello e dal padre della vittima, i quattro militari che quella sera furono impegnati nell’intervento sono stati indagati per omicidio preterintenzionale.
Il pm Luigi Bocciolini, che da due mesi è al lavoro per fare chiarezza sulla tragedia, ha iscritto sul registro degli indagati anche i sanitari che arrivarono sul posto: un medico, un infermiere e tre volontari. Per loro, l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Un atto, quello della procura, che permetterà a tutti coloro che sono coinvolti in questa drammatica storia di nominare propri consulenti nel caso, molto probabile, in cui vengano disposti nuovi accertamenti tecnico-scientifici.
Ma cos’è accaduto davvero quella sera? Tanti i punti su cui occorre fare chiarezza. Ci sono più di settanta testimoni, e alcuni, tra loro, parlano di un comportamento scorretto da parte dei carabinieri. Qualcuno riferisce che il giovane è stato preso a calci, anche mentre si trovava a terra, ormai immobilizzato. Circostanza, questa, smentita dai militari. Ma lo stesso pm che indaga, in una mail indirizzata all’avvocato dei familiari, ha confermato l’esistenza di percosse, da parte di un militare. Anche se la procura, in un comunicato, ha precisato: «Non sono state riscontrate lesioni riconducibili a percosse».
Di quella serata, c’è anche un video girato da un residente, che mostra alcune sequenze dell’arresto: la scena, ripresa dall’alto, è dominata dalle urla strazianti della vittima, che chiede disperatamente aiuto. Certo è che quella sera, dopo averlo bloccato, i militari lo immobilizzano a terra e lo ammanettano con le mani dietro la schiena e lo mantengono in quella posizione, anche se a un certo punto, dicono i testimoni, il giovane smette di divincolarsi e di chiedere aiuto. Così lo trovano i sanitari della prima ambulanza che tentano di rilevare il livello dell’ossigeno nel sangue, ma il valore è zero. Quando, una decina di minuti più tardi, arriva la seconda ambulanza, è già troppo tardi: le manovre rianimatorie non servono a niente. I familiari decidono di dare battaglia legale, assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo, lo stesso del caso Aldrovandi, convinti che Riccardo abbia subito un abuso. I carabinieri, attraverso l’avvocato Francesco Maresca, negano «ogni addebito e si mettono a disposizione del pm per ogni accertamento».


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1 comment

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  1. Dino
    Dino 1 Maggio, 2014, 21:40

    Chissa’ come mai…. cucchi aldovrandi e magherini tutti e tre drogati tutti e tre contro i carabinieri e tutti e tre morti,mi chiedo non saranno morti per la droga che avevano in corpo?

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