Expo, la rete del compagno G Frigerio: così sfruttiamo i ritardi

Expo, la rete del compagno G Frigerio: così sfruttiamo i ritardi

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MILANO — Di alcune cooperative rosse Primo Greganti era sicuramente l’ambasciatore negli organigrammi degli enti appaltanti i grandi lavori pubblici: ma nel Pd chi erano, per il « compagno G » di Mani Pulite, i contatti nazionali che lo rendevano così prezioso («abbiamo fatto una grande mossa a coinvolgo!») agli occhi dell’associazione a delinquere trucca-appalti che i pm D’Alessio e Gittardi contestano agli ex dc e pdl Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo? La risposta delle intercettazioni è, come sempre, da lavorare molto. Perché ad esempio un nome di peso lo colgono, ma l’interessato — il vicepresidente del Parlamento europeo ed ex candidato alle primarie del Pd, Gianni Pittella — dà una spiegazione diversa. Alle 20.30 del 6 marzo scorso, infatti, microspie vengono piazzate in fretta in un ristorante prima di un incontro tra Greganti e il general manager di Expo Angelo Paris, in quel periodo sensibile alle lusinghe della «squadra» Frigerio-Grillo-Greganti che lo sponsorizza per la successione di Antonio Rognoni alla direzione generale di «Infrastrutture Lombarde».
L’incontro a Roma
Come però tutte le intercettazioni ambientali in affollati luoghi pubblici, anche questa di 68 minuti è molto disturbata, e trascritta con una miriade di puntini di sospensione e frasi «incomprensibili». Di certo Paris e il « compagno G », arrestato e condannato vent’anni fa per corruzione e finanziamento illecito, parlano di Expo, di cinesi, del movimento cooperativo. Poi, al minuto 27 e 51 secondi, Greganti dice: «Io sono andato giù a Roma…ho parlato con… e poi ho incontrato anche Gianni Pittella…è il presidente del Consiglio europeo (lapsus, ndr )… grande… potere enorme… al posto di parlamentare europeo…nel Pd è considerato potente ecco… io l’ho incontrato… sul piano casa abbiamo parlato parecchio…magari strumenti europei perché…». E poco dopo: «In Italia Manpower mi posso impegnare… Pittella sapeva ‘sta cosa… allora io il problema di ‘sta roba del lavoro interinale doveva essere autorizzata con normative ad hoc dal ministero… non potevi permetterti di più…».
Interpellato ieri pomeriggio dal Corriere , Pittella conferma l’incontro con Greganti, ma non su Expo: «L’ho incontrato a Roma perché mi aveva chiesto un appuntamento per presentarmi un suo programma di “rigenerazione urbana”, voleva sapere se per questo progetto potevano esserci finanziamenti europei. Io, non essendo in grado di rispondere, gli ho detto che avrei potuto organizzargli un incontro con qualche tecnico, ma poi non l’ho più sentito. Di relativo a Expo c’era assolutamente nulla». Perché si è rivolto a lei? «Mi aveva incontrato 6 o 7 mesi prima a Torino alla presentazione del mio libro sull’Europa, mi è stato presentato da un amico che mi ha detto “questo è il compagno Greganti”, mi ha chiesto un appuntamento a Roma». Chi glielo presentò? «Se non ricordo male, credo il consigliere comunale torinese del Pd Gioachino Cuntrò». Non l’ha dissuasa il passato giudiziario di Greganti all’ombra dell’allora Pci-Pds? «No, non penso che un cittadino non debba essere frequentato o non debba meritare un colloquio soltanto perché ha avuto una vicenda giudiziaria. Se avesse avuto intenti delinquenziali, l’avrei denunciato alla magistratura, ma per il resto io faccio così con tutti, ricevo tutti quelli che mi chiedono un appuntamento». E a posteriori, ora che sa che Greganti ha speso l’incontro con lei agli occhi del general manager di Expo 2015? «Mi secca, e non poco. Perché non c’entra niente con Expo, rispetto al quale ci terrei invece a essere ricordato come colui che insieme al collega Tajani ha organizzato a Bruxelles la presentazione di Expo con il sindaco Pisapia».
La cena e il comandante
Intercettazioni ambientali potenzialmente interessanti appaiono anche due di Frigerio, altro condannato di Mani Pulite ma prima e dopo parlamentare (nella Dc e con Berlusconi). Il 20 settembre 2012 nel suo ufficio anticipa all’imprenditore (ora pure arrestato) Enrico Maltauro che «io mercoledì sera faccio lavoro di copertura politico-giuridica e mi porto a cena Gigi Grillo col Comandante supremo della Finanza… Capolupo… è un mio amico». Maltauro commenta: «Son sempre posizioni delicatine quelle lì», e Frigerio aggiunge: «Vado a cena con… di informazioni… perché il generale me l’ha fissato… e dovrebbe esserci come terzo Donato Bruno (parlamentare pdl, ndr) che è un altro amico mio, Commissione Affari Costituzionali». Capolupo è il comandante generale della Gdf, che ora con la Dia sta indagando proprio su Frigerio. Ma Capolupo, interpellato ieri dal Corriere in Brasile, risponde che la cena non c’è mai stata, che nemmeno gli è mai stata proposta, e che da anni non incontra o non sente Frigerio, conosciuto in passato come parlamentare.
I servizi
L’11 marzo 2014, invece, Frigerio dice di aver esposto a Roma al direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), Giampiero Massolo, la propria (non disinteressata) teoria su come salvare Expo dai ritardi a meno di un anno: «Ne avevo parlato a Roma con Massolo… anche da un punto di vista dei servizi segreti, gli ho detto voi avete una carta sola… di prendere i 60 padiglioni stranieri e spaccarli in blocchi grossi…metti da 5, 6, 7 milioni…da affidare semplicemente alle 5/6 ditte che avete dentro» già, e tra le quali guarda caso c’era quella di Maltauro. Ma a prescindere dal tema, Massolo risponde al Corriere che non ha mai avuto incontri o colloqui con Frigerio, mai stato nei suoi uffici.
Luigi Ferrarella



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