Left Forum. Nel cuore di Wall Street si discute di rivoluzione

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Da ieri al primo giu­gno si svolge a New York il Left Forum, il forum della sini­stra, giunto quest’anno alla decima edi­zione. Le radici di que­sta tre giorni annuale che cerca di fare il punto a sini­stra sul «chi siamo e dove vogliamo andare» risal­gono agli anni ’60, alla Socia­list Scho­lars Conference.

«La Socia­list Scho­lars Con­fe­rence era lo sforzo di un ampio gruppo di acca­de­mici di sini­stra per creare uno spa­zio dove pre­sen­tare il pro­prio lavoro teo­rico e sto­rico, per la mag­gior parte in un for­mato scien­ti­fico, del pen­siero mar­xi­sta, leni­ni­sta, trotz­ki­sta e maoi­sta, ma con un pub­blico ben più vasto e vario di quello dei cir­coli acca­de­mici – spiega al mani­fe­sto Seth Adler, cor­di­na­tore del Left Forum – Durante gli anni ’80, nell’era Rea­gan, la con­fe­renza è cre­sciuta fino ad atti­rare in media tra i 1.500 ed i 2.000 par­te­ci­panti l’anno e ospi­tare circa 300–400 ora­tori e una cin­quan­tina di espo­si­tori (edi­tori di libri, rivi­ste, orga­niz­za­zioni), per­dendo il carat­tere acca­de­mico e diven­tando il più grande raduno annuale della sini­stra in Nord Ame­rica. Ogni grande pen­sa­tore socia­li­sta è pas­sato dalla SSC, così come molti poli­tici e sin­da­ca­li­sti inter­na­zio­nali. Da que­sto ter­reno nel 2004 è nato il Left Forum. Ora si parla di oltre 4.000 par­te­ci­panti, più di 1.200 ora­tori e cen­ti­naia tra pan­nelli, work­shop ed eventi. Quando abbiamo avuto inter­venti da parte di per­so­na­lità come Chom­sky, Michael Moore, Oli­ver Stone o il reve­rendo Jesse Jack­son, si sono viste vere e pro­prie folle, con file per entrare intorno a tutto l’isolato».

Il tema di quest’anno sarà «Riforma e/o rivo­lu­zione: imma­gi­nare un mondo con giu­sti­zia tra­sfor­ma­tiva» e si svol­gerà presso il John Jay Col­lege of Cri­mi­nal Justice, parte della City Uni­ver­sity di New York, a Man­hat­tan. I semi­nari spa­ziano dall’introduzione a Lacan come risorsa per la sini­stra al pen­siero di Rosa Luxem­burg appli­cato alle attuali esi­genze di tra­sfor­ma­zione poli­tica, dal semi­na­rio sulla con­trap­po­si­zione tra bor­ghe­sia, col­letti bian­chi e pre­ca­riato a quello sulle ana­lisi delle cata­strofi ambien­tali, par­tendo da un approc­cio anar­chico. L’elenco dei semi­nari è diviso per aree tema­ti­che (genere e ses­sua­lità, cibo, ambiente, istru­zione, salute) e per aree geo­gra­fi­che e sono nume­rosi i con­tri­buti internazionali.

«I diversi aspetti della sini­stra sono cam­biati e si sono mol­ti­pli­cati – con­ti­nua Seth Adler – Tra i nostri semi­nari ci sono il con­tri­buto del pen­siero anar­chico, del pen­siero e delle nuove meto­do­lo­gie di Occupy Wall Street; nuove forme di teo­ria e di pra­tica sia per un approc­cio rivo­lu­zio­na­rio che per una strada di riforme. Que­ste due vie, rivo­lu­zione e riforma, sono sem­pre state viste come sepa­rate ed anti­te­ti­che. Noi vogliamo, in que­sta edi­zione del Left Forum, foca­liz­zarci su ogni loro aspetto, ana­liz­zan­done sia le dif­fe­renze che i punti di incon­tro. I par­te­ci­panti alla con­fe­renza si riu­ni­scono per met­tere in campo una vasta gamma di pro­spet­tive cri­ti­che sul mondo, per con­di­vi­dere idee».

Che que­sto tipo di con­fe­renza avvenga pro­prio a Man­hat­tan, nella stessa isola che ospita Wall Street, il cuore di quel sistema capi­ta­li­stico che i par­te­ci­panti al Forum cer­cano di sman­tel­lare, non è sor­pren­dente per il coor­di­na­tore Adler. «Il Left Forum è com­po­sto da un ampio spet­tro di orga­niz­za­zioni, intel­let­tuali di sini­stra, pro­gres­si­sti, atti­vi­sti, acca­de­mici, si avvale dell’apporto di espe­rienze inter­na­zio­nali. Tutte que­ste realtà sono rap­pre­sen­tate a New York, qua con­ver­gono o a volte, come nel caso di Occupy Wall Street, qua si formano».

Tra gli spea­ker di quest’anno ci sono nomi noti come quello di Amy Good­man, Harry Bela­fonte, Angela Davis, Chri­stian Hed­ges. «Quello che accade – rac­conta l’organizzatore — è che spesso per­so­na­lità famose della sini­stra ven­gono al Left Forum anche se non devono tenere un semi­na­rio, ven­gono come pub­blico. L’ha fatto Michael Moore, ad esem­pio, e l’anno scorso ha par­te­ci­pato, in inco­gnito, una delle Pussy Riots. Il Left Forum è un momento impor­tante di ana­lisi e di con­fronto, due aspetti impor­tanti nel pro­cesso rivoluzionario».

Rivo­lu­zione, rivo­lu­zio­na­rio, sono ter­mini ricor­renti nel dia­logo con gli orga­niz­za­tori del Left Forum e com­pa­iono spesso anche nei titoli dati ai vari semi­nari: si parla di rivo­lu­zione come di un’opzione per­cor­ri­bile, affron­ta­bile. «Il ter­mine rivo­lu­zione è un ter­mine impor­tante, che indica qual­cosa, ma che è stato abu­sato e svuo­tato di signi­fi­cato. Ad esem­pio è abu­sato in pub­bli­cità , dove viene defi­nito rivo­lu­zio­na­rio un den­ti­fri­cio, un sapone per la lava­trice. Non biso­gna con­ce­derlo con faci­lità, è impor­tante con­ti­nuare ad uti­liz­zarlo in modo pro­prio, per il vero rigni­fi­cato che veicola».



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