Per la festa del 1°maggio, Maduro aumenta i salari minimi del 30%

Loading

In Vene­zuela entra in vigore oggi, per la festa dei lavo­ra­tori, l’aumento del 30% del sala­rio minimo. Lo ha deciso per decreto il pre­si­dente Nico­las Maduro. La paga base passa così a 4.251,78 boli­var (674,88 dol­lari) e, con i buoni pasto e i sus­sidi all’alimentazione arriva a 5.600,78 boli­var (889,01 dol­lari). Stesso aumento per i pen­sio­nati, che per­ce­pi­scono un mon­tante ana­logo al sala­rio minimo. Un nuovo scatto verrà appli­cato fra qual­che mese. Maduro ha dato l’annuncio durante l’insediamento della Con­fe­renza di pace con la classe ope­raia che si è svolta nel palazzo pre­si­den­ziale di Miraflores.

“E’ un livello di difesa neces­sa­rio per la vita del nostro popolo, e dimo­stra la fal­sità dei para­digmi neo­li­be­ri­sti”, ha detto. Per l’occasione, ha anche deciso di incre­men­tare la Gran mision vivienda obrera, il piano di edi­li­zia popo­lare spe­ci­fi­ca­mente rivolto agli ope­rai, e la Mision mer­cal obrero che aumen­terà il numero delle reti di distri­bu­zione ali­men­tari a basso costo vicino alle abi­ta­zioni dei lavo­ra­tori. “Non c’è mai stato un governo che abbia garan­tito e tute­lato in que­sto modo il lavoro, il diritto all’alimentazione, alla salute e all’abitare: quello che s’intende per sala­rio sociale e che noi pro­teg­giamo”, ha detto ancora l’ex auti­sta del metro.

In Vene­zuela, sono gra­tuiti e garan­titi il diritto alla salute, all’istruzione e a una “casa degna”. Finora, la Gran mision vivienda ha con­se­gnato 241.000 abi­ta­zioni, com­ple­ta­mente ammo­bi­liate: gra­tis per chi non può pagare, a riscatto minimo e pro­por­zio­nato al red­dito per tutti gli altri. Com­presi i vene­zue­lani di classe medio-alta: ben dispo­sti ad acco­gliere nuovi edi­fici di lusso, ma pronti a fare bar­ri­cate per impe­dire la costru­zione di case popo­lari e la “con­ta­mi­na­zione” dei quar­tieri agiati. Il piano di edi­li­zia pub­blica ha por­tato lavoro per 450.000 per­sone ed è uno degli assi su cui punta il governo per rie­qui­li­brare l’economia e ridurne la dipen­denza dal petrolio.

L’annunciata “offen­siva eco­no­mica” cerca di limi­tare le impor­ta­zioni aumen­tando la pro­du­zione interna, per garan­tire il rifor­ni­mento di beni di con­sumo “a prezzo giu­sto” alla popo­la­zione. Prima di incon­trare gli ope­rai, Maduro ha svolto diverse riu­nioni con gli impren­di­tori, i com­mer­cianti e i rap­pre­sen­tanti di cate­go­ria. Incon­tri pre­vi­sti dai Dia­lo­ghi di pace, in corso con l’opposizione e con tutti i set­tori sociali sotto l’egida della Una­sur e del Vati­cano. “Credo nella buona volontà e nella fidu­cia che ho ripo­sto in quei set­tori impren­di­to­riali che chie­dono di pro­durre e che ten­gono al paese – ha affer­mato il pre­si­dente – con il loro lavoro e le poli­ti­che cor­rette che stiamo appli­cando, alla fine dell’anno avremo vinto la per­versa infla­zione indotta e avremo impo­stato l’equilibrio verso un nuovo modello pro­dut­tivo basato sull’uguaglianza e sulla giu­sti­zia sociale. I lavo­ra­tori sono classe di governo”.

Misure salu­tate con favore dalle orga­niz­za­zioni sin­da­cali che appog­giano il socia­li­smo e che oggi sfi­lano per soste­nerlo, ma con­te­state dai gruppi di oppo­si­zione, che hanno orga­niz­zato un Primo mag­gio in senso con­tra­rio.
Anche ieri, i gruppi oltran­zi­sti hanno orga­niz­zato bloc­chi stra­dali e scon­tri con la poli­zia. Dal 12 feb­braio a oggi, i morti sono 41 e oltre 650 i feriti. Nel fine set­ti­mana, è stato ammaz­zato con quat­tro colpi di pistola anche Elie­cer Otaiza, figura sto­rica del cha­vi­smo. “Moda­lità para­mi­li­tari”, ha detto qual­che espo­nente gover­na­tivo anche se i sospetti arre­stati, secondo il mini­stro degli Interni Miguel Rodri­guez Tor­res non chia­ri­scono “le moti­va­zioni” del delitto.

Ieri è andato in car­cere anche un indi­vi­duo chia­mato “l’aviatore”, accu­sato di aver diretto e finan­ziato i piani gol­pi­sti di que­sti mesi in base a diret­tive esterne: pro­ve­nienti dall’ex pre­si­dente colom­biano Alvaro Uribe e dai fal­chi del Pen­ta­gono, denun­cia il governo. Rispon­dendo agli anti­cha­vi­sti di Miami, Obama ha espresso “pre­oc­cu­pa­zione per la gente del Vene­zuela”. E Kerry ha denun­ciato ine­si­stenti “limi­ta­zioni di Inter­net”, respinte al mit­tente dal mini­stro degli Esteri vene­zue­lano, Elias Jaua. Oggi prende avvio il Con­si­glio per i diritti umani che, con l’ausilio di Una­sur, indaga sui fatti vio­lenti che si sono veri­fi­cati durante le proteste.


Tags assigned to this article:
1° maggioNico­lás MaduroVenezuela

Related Articles

La politica fa rotta verso Herat, ma deve seguirla il “Sistema Paese”

Loading

Una folta delegazione di imprenditori guidata dal ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani è arrivata sabato in Afghanistan e rimarrà  sino a domani. Sono trenta manager di Confindustria e partecipazioni statali: un incubo per i soldati italiani che ne devono garantire l’incolumità  ad Herat.

L’offensiva arriva all’Eufrate

Loading

SIRIA Le forze di sicurezza ora puntano su Deir al Zoor, un’altra città  «fuori controllo»
Il governo parla di operazioni «contro criminali». I video su YouTube mostrano carneficine

Doccia gelata sui conti di Bank of America

Loading

Quasi 9 miliardi di perdite in tre mesi. Euforia per Ibm, Cisco e Coca-Cola.    Obama ottimista: è più vicino il compromesso sull’innalzamento del tetto del debito 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment