Grillo esulta, «virus inarrestabile» Asse nell’Ue: Farage, Cameron o Verdi

Grillo esulta, «virus inarrestabile» Asse nell’Ue: Farage, Cameron o Verdi

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ROMA — «Un virus inarrestabile». Beppe Grillo canta vittoria, esulta pubblicamente sul blog per i nuovi sindaci a 5 Stelle conquistati a Livorno, Civitavecchia e Bagheria e prova a cancellare la delusione per il risultato delle Europee. Entusiasmo genuino, certo, per l’importante scacco al Pd nella rocca livornese, ma anche un modo per galvanizzare i suoi, dopo le polemiche dei giorni scorsi. E così il Movimento procede in due direzioni: continuando nella riflessione sulla battuta d’arresto del voto europeo, come si è fatto ieri anche nell’assemblea parlamentare congiunta (che ha rinviato il voto sulle proposte dei gruppi di Camera e Senato), ma anche preparando le prossime mosse. Tra le quali, sarà fondamentale lo schieramento in Europa, mossa identitaria e strategica, anche in chiave interna.
Ieri si era diffusa la voce di un altro incontro con il leader britannico dell’Ukip Nigel Farage, che avrebbe dovuto tenersi oggi. Il vertice era effettivamente previsto per oggi a Bruxelles, ma nel frattempo sono arrivate nuove nuvole all’orizzonte. I no dei tedeschi di «Alternative für Deutschland», dei «Veri Finlandesi» e dei danesi di «People’s party» stanno rendendo più difficile la formazione di un eurogruppo (servono 25 parlamentari di almeno sette Paesi). Per questo c’è chi dice che i 5 Stelle si stiano orientando a mettersi in ditta con l’Ecr, il gruppo dei conservatori e riformisti tra i quali si colloca anche il premier britannico David Cameron. Ma c’è anche una battaglia interna da combattere. Con la solita tattica: si esalta la democrazia diretta e la si condiziona dall’alto. E così i contatti di queste ore serviranno proprio per costruire la lista delle opzioni che giovedì, salvo contrordini, sarà sottoposta alla Rete. I militanti 5 Stelle dovranno esprimersi su quale gruppo preferiscano in Europa. Le opzioni dovrebbero essere Farage, l’Ecr e i Verdi. Qualcuno ipotizza che possa rientrare dalla finestra Marine Le Pen, ma dalla Comunicazione sono pronti a scommettere che non sarà così, visto che Grillo sul Front national si è espresso più volte negativamente.
Ma la questione europea non è ovviamente l’unica sul tappeto. C’è la riflessione sul voto. Si può gioire per Livorno, Civitavecchia, Montelabbate e Bagheria? Si può, ma ricordandosi che si tratta di pochi Comuni e che il #vinciamopoi è ancora tutto da costruire. Così come è da costruire la nuova immagine dei 5 Stelle, annunciata il 5 giugno sul blog. Il nuovo Movimento smetterà i panni da descamisados della politica e diventerà «una forza di governo responsabile e moderata nei toni». L’ammissione di «errori» nella comunicazione era stata fatta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio in persona ed era contestuale a una riorganizzazione dello staff. Ieri in assemblea si sono presentati i nuovi capi: alla Camera arriva Ilaria Loquenzi (già ufficio stampa romano), che si affianca a Nicola Biondo. Quest’ultimo, chiamato per comunicare, è stato spesso in posizione conflittuale con la stampa, costruendo dossier sui cronisti, e potrebbe anche fare un passo indietro. Al Senato, invece, ha fatto il suo esordio da capo della Comunicazione Rocco Casalino, che prende il posto di Claudio Messora, volato in Europa.
Resta da capire se la svolta «moderata», almeno nei toni, sarà reale o è stata solo un modo per placare l’insoddisfazione dentro il Movimento. L’area di disagio sicuramente ha un’arma in meno per contestare il duo Grillo-Casaleggio, ma non è detto che le ammissioni di colpe bastino per evitare contraccolpi. Così come sarà da verificare l’atteggiamento di Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma si è trovato spesso in disaccordo con Grillo nei mesi scorsi, finendo quasi per essere scomunicato, e potrebbe fungere da collettore per l’area della dissidenza. Anche perché nella sua Parma il livello dello scontro si alza. È di ieri la notizia della presa di distanza da Pizzarotti di pochi militanti scissionisti, che hanno fondato un nuovo gruppo, gli «Amici di Beppe Grillo di Parma». Il gruppetto, il cui numero oscilla a seconda delle versioni da 5 a 20 su 80, contesta la timidezza nella chiusura dell’inceneritore e l’adesione di Parma all’Expo.
Alessandro Trocino



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