Renzi alle banche: date più prestiti L’Abi: «Lo stiamo già facendo»

Renzi alle banche: date più prestiti L’Abi: «Lo stiamo già facendo»

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ROMA — Matteo Renzi va giù piatto, come sua abitudine, e chiede alle banche di fornire più credito. «Diciamo con forza al sistema bancario che dopo l’investimento e l’innovazione sperimentati dal governatore della Bce, Mario Draghi, non ci sono più alibi per non dare credito alle imprese. Chiediamo alle banche di far girare denaro e di dare finalmente un po’ di respiro alle piccole e medie imprese». La sferzata del premier arriva da Firenze, durante l’inaugurazione della manifestazione Pitti Uomo. «Se è vero che da noi non c’è stato il credit crunch , è altrettanto vero, però, che c’è stata una contrazione straordinaria del credito».
Quanto basta per spingere le banche a replicare, argomentando la tesi opposta. Per bocca del presidente dell’Abi (Associazione bancaria), Antonio Patuelli, il settore del credito ha risposto osservando che «nei primi quattro mesi le banche hanno aumentato di oltre il 26% i mutui e stanno effettuando cospicui aumenti di capitale, che non servono solo a superare gli esami della Bce ma anche ad aumentare la capienza per nuovi ulteriori prestiti». La certezza è che il governo ritiene prioritario garantire benzina al motore dell’economia. Non a caso il decreto Competitività, approvato dal consiglio dei ministri venerdì scorso, contiene una misura specifica che prevede la possibilità di concedere direttamente credito da parte di società di cartolarizzazioni e compagnie assicurative. A ribadirlo è stata ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, spiegando che l’esecutivo «sta lavorando e sta pensando a misure di liberalizzazione del credito aprendolo anche ad altri soggetti e non solo alle banche». In dettaglio, si tratta di una norma che introduce una sorta di polizza sul credito, ossia la possibilità, da parte dei gruppi assicurativi, di erogare credito diretto sotto qualsiasi forma esclusivamente alle imprese. Un’attività finora preclusa che, una volta approvata la norma, prevede, comunque, un ruolo da parte delle banche nell’affiancare le assicurazioni nell’istruttoria sul merito di credito. A monitorare saranno Bankitalia e Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni). Ulteriori specifiche potrebbero emergere già oggi in occasione della conferenza stampa dei ministri Guidi e Pier Carlo Padoan (Sviluppo Economico) sul provvedimento che contiene sia il pacchetto di misure ribattezzato «Finanza per la crescita», sia quello sul taglio delle bollette elettriche per piccole e medie imprese, fino a ieri in fase di «bollinatura» da parte della Ragioneria.
Oggi è intanto previsto l’arrivo alla Commissione Ue della richiesta di apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della direttiva europea sul ritardo dei pagamenti da parte della P.A. Una piaga che grava come un macigno sulle imprese. Il collegio dei commissari, su iniziativa del responsabile all’industria, Antonio Tajani, dovrebbe approvare l’invio della lettera di messa in mora al governo italiano. L’addebito da parte di Bruxelles non riguarderebbe i debiti pregressi ma solo quelli contratti a partire dal 2013 all’entrata in vigore della direttiva Ue in Italia. Atteso per oggi anche il voto definitivo alla Camera sul decreto Irpef. Nel pomeriggio di ieri, sulla fiducia posta dal governo, a Montecitorio il provvedimento ha avuto 342 voti a favore, e 201 contrari.
Andrea Ducci



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