In Kenya nuovi massacri sulla costa dei turisti

by redazione | 7 Luglio 2014 9:39

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Due attacchi, almeno 29 morti e un messaggio sulla lavagna della scuola: «Invadete un Paese islamico e pretendete di vivere in pace?». Il terrore torna nell’ex paradiso turistico di Lamu, la città più antica del Kenya, gioiello della cultura swahili tra i siti protetti dell’Unescu, in quell’area costiera a maggioranza musulmana dove il mese scorso erano stati massacrati 60 cristiani. I responsabili? Da Mogadiscio Al Shebab, la milizia islamica somala affiliata ad Al Qaeda, ha rivendicato gli assalti di sabato sera a Gamba e Hindi. Il governo di Nairobi invece punta il dito sui separatisti del Consiglio Repubblicano di Mombasa (Mrc). «Al Shebab non c’entra», ha dichiarato il presidente Uhuru Kenyatta, secondo il quale i colpevoli si nascondono nelle «reti politiche locali» e di opposizione che hanno preso di mira membri dell’etnia cristiana kikuyu. «Ci usano come capro espiatorio», ha dichiarato alla Reuters da Mombasa (300 km più a sud) Randu Nzai Ruwa, segretario dell’Mrc.
La dinamica dei raid è più chiara dell’identità dei mandanti: a Hindi è morto anche un ragazzino che tentava la fuga mentre decine di assalitori a Gamba hanno bruciato diverse case (e una chiesa), uccidendo gli uomini (con coltelli e armi da fuoco) e risparmiando le donne. Hanno anche assediato una stazione della polizia liberando una persona sospettata per gli attacchi del mese scorso a Mpeketoni. Elizabeth Opindo ha raccontato di aver visto una decina di persone bruciare le case come la sua: «Parlavano inglese, swahili e somalo. Mi hanno detto che combattono perché la terra viene rubata ai musulmani». Quale terra? Per Al Shebab il Kenya è «zona di guerra», a causa della sua partecipazione alla missione militare dell’Unione Africana che ha ridimensionato il potere del gruppo in Somalia allargando il suo raggio d’azione. I sopravvissuti al massacro di Mpeketoni hanno raccontato che gli assassini parlavano somalo, portavano i vessilli di Al Shebab e hanno ucciso cristiani.
Cento anni fa, con l’abolizione della schiavitù, l’area che fa capo all’isola di Lamu sulle magnifiche coste dell’oceano Indiano conobbe un declino che il turismo negli ultimi anni ha in parte ribaltato. Quel paradiso architettonico e naturale a misura di uomo e di asino (sull’isola niente autoveicoli)ora è diventato il centro di una zona di estremo pericolo (non solo) per gli stranieri. Minaccia esterna o locale? Forse glocal : è probabile che il verbo dei «giovani» somali di Al Shebab abbia attecchito tra i «giovani» keniani della costa. Terrore in franchising .
Michele Farina

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